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Lettere al Giornale – Lucia Coppola

Visite didattiche al Muse. Ovvero, quando la burocrazia prevale sul buonsenso

Il Muse di Trento offre un’importante proposta educativa a servizio delle scuole.
Gli studenti possono partecipare a visite, mostre, laboratori su argomenti importantissimi quali Agenda2030, educazione alla cittadinanza, ambiente, paesaggio, interdisciplinarietà, innovazione, pensiero critico, inclusione, collettività.
Esperienze importanti per un accesso democratico alla cultura scientifica e allo sviluppo sostenibile.

Mi è stato riferito un episodio che vorrei stigmatizzare. Una classe di una scuola secondaria di primo grado, proveniente da una valle, ha chiesto la partecipazione ad un laboratorio.
Alla biglietteria è stato riferito alle insegnanti della scuola che il numero massimo di partecipanti era di 26, la classe di 25 studenti più un accompagnatore.
Il regolamento scolastico prevede però che per le uscite ci debba essere un accompagnatore ogni 15 alunni.
 
Quel giorno quindi si sono presentati in 27, cioè 25 alunni più due insegnanti.
Il secondo insegnante avrebbe potuto accedere solo dietro pagamento del biglietto, comportandosi però come un qualsiasi utente, quindi non a seguito della classe.
Il limite alla capienza di un laboratorio in termini di numero di partecipanti ha sicuramente motivi di sicurezza, ma al di là del regolamento scolastico che prevede un accompagnatore ogni 15 studenti, cosa sarebbe cambiato nella gestione del laboratorio con un insegnante in più?
 
Ė abbastanza evidente che 25 studenti delle scuole secondarie di primo grado non sono gestibili da un solo insegnante quando sono in trasferta, condizione molto differente dall’essere in aula e assistere a una lezione frontale.
Se uno degli studenti si fosse fatto male o sentito poco bene l’insegnante avrebbe dovuto lasciare temporaneamente il laboratorio e gli studenti.
La sensazione, venendo a conoscenza di questo episodio, è che prevalga la burocrazia sulla sicurezza, sulla necessità di almeno due adulti con un numero così consistente di ragazzi e che non si conoscano minimamente le dinamiche che avvengono all’interno di una classe.
 
Tutto ciò premesso ho interrogato il Presidente della Provincia di Trento per sapere se intenda interloquire con il Muse affinché venga consentito, quantomeno agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, l’entrata ai laboratori e alle visite ottemperando all’obbligo scolastico che prevede un insegnante ogni 15 alunni.
 
Lucia Coppola
Consigliere provinciare Alleanza Verdi e Sinistra

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