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Moticlista, «Non perdere la testa, vivi la vita!»

Parte la campagna: nuovi cartelli sulle strade più frequentate Protezioni speciali sulle barriere di sicurezza

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Con i suoi mille affascinanti itinerari stradali tra valli e monti, conosciuti in tutta Europa, il Trentino è un paradiso per i motociclisti.
Il rovescio della medaglia è, purtroppo, l'elevato numero di incidenti motociclistici con conseguenze gravi e mortali.
Dei 370 morti per incidenti stradali che si sono verificati sulle strade della nostra provincia dal 2003 al 2010, ben 99 (circa il 27 per cento) sono motociclisti.

L'introduzione del nuovo Codice della strada, le iniziative di sensibilizzazione e gli interventi infrastrutturali realizzati negli ultimi anni, oltre ai miglioramenti tecnologici sui mezzi e sulla loro dotazione di sicurezza, hanno consentito il raggiungimento da parte del Trentino dell'obiettivo, posto dall'Unione Europea, della riduzione del 50 per cento del numero di morti sulle strade nel periodo dal 2000 al 2010.
Si è passati infatti da più di 70 morti all'anno dei primi anni 2000 ai 30 morti del 2010.

Per il 2020, l'obiettivo riproposto a livello europeo è ancora più ambizioso: ridurre di un ulteriore 50% le morti per incidenti stradali.
È in tale contesto che si inserisce la campagna per la sicurezza dei motociclisti «Non perdere la testa, Vivi la vita» della Provincia autonoma di Trento che prenderà avvio nei prossimi giorni.
«L'iniziativa - ha spiegato l'assessore provinciale ai trasporti, Alberto Pacher - di sensibilizzazione degli amanti delle due ruote, siano essi residenti o turisti, prevede l'installazione su alcune strade della rete trentina di speciali cartelli, e si accompagna ad un progetto di integrazione delle barriere stradali esistenti, ovvero i guardrail, con speciali protezioni per limitare i danni in caso di incidente da parte dei motociclisti. Si tratta di un'iniziativa sperimentale in cui crediamo moltissimo e resa possibile grazie al lavoro del personale del Servizio gestione strade.»

«Non perdere la testa, Vivi la Vita» è questo lo slogan, che sarà riportato sui cartelli collocati sulle tratte stradali particolarmente frequentate dai motociclisti del Trentino e lungo le quali si registra la più elevata densità di incidenti sulle due ruote.
Il messaggio è il titolo della campagna di sensibilizzazione associata che prevede la distribuzione sul territorio trentino - e in particolare sulle principali vie di transito e luoghi di frequentazione dei bikers - del depliant informativo sugli obiettivi dell'iniziativa e su alcune norme comportamentali.
Gli stessi tratti di strada a rischio incidente sono stati inoltre riportati sulla cartina stradale per motociclisti edita dall'associazione «Mototurismo in Trentino.»

«Il nostro impegno - ha spiegato oggi in conferenza stampa il vicepresidente ed assessore provinciale ai trasporti, Alberto Pacher - va alle migliaia di motociclisti che ogni anno scelgono il Trentino per le loro escursioni su due ruote. Lavoriamo anche per i ragazzi trentini che ogni giorno salgono in sella alla proprio moto per spostarsi. A loro dobbiamo la massima sicurezza possibile, con la consapevolezza che senza il corretto comportamento del motociclista ogni azione rischia di essere vana. Per questo motivo, oltre agli interventi stradali, abbiamo deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione per una maggiore sicurezza.»

Incidenti in calo. L'avvio della campagna informativa voluta dalla Provincia autonoma di Trento è l'occasione per soffermarsi sui risultati ottenuti delle iniziative di sensibilizzazione già svolte negli scorsi anni («Non basta il casco, serve anche la testa») nonché degli investimenti in infrastrutture realizzati a tutela degli utenti.

La banca dati MITRIS - in cui affluiscono tutti i dati sugli incidenti mortali e con feriti in Provincia di Trento raccolti da Polizia Municipale, Carabinieri e Polizia Stradale - consente di individuare gli incidenti relativi ai motociclisti e verificare l'efficacia degli interventi attuati.

I dati confermano l'importanza di avviare azioni di contrasto all'incidentalità delle motociclette (99 morti su 370 nel periodo 2003-2010 sono motociclisti) ed evidenziano, rispetto ai primi anni 2000, il calo sensibile della media dei morti in motocicletta, anche se meno marcato rispetto al totale dei deceduti in incidenti stradali.
Secondo i dati, nel triennio 2003-205 i morti su due ruote sono passati da una media di 16 casi ai 10 decessi di media nel biennio 2007-2010.
Questi dati sono ancor più positivi a fronte della crescita tra l'8 e il 16% (a secondo dei tratti stradali) del traffico motociclistico, concentrato soprattutto nei mesi estivi.

Protezioni ai guardrail. Oltre alla campagna di sensibilizzazione, la Provincia autonoma di Trento interverrà sulla viabilità con l'installazione di barriere a protezione dei motociclisti. In passato, il Servizio gestione strade aveva introdotto lungo le strade di montagna delle speciali barriere di sicurezza, regolarmente omologate, dotate di spigoli arrotondati - in legno o in acciaio - così di limitare l'effetto cesoia provocato dalle lame dei guardrail.
Inoltre erano poste posizionate delle barriere di sicurezza con fascioni metallici a protezione dei paletti di sostegno.
I nuovi interventi prevedono l'installazione sperimentale, sui tratti di strada a maggior percorrenza motociclistica, di ulteriori protezioni ai paletti di sostegno anche sulle barriere di sicurezza esistenti.

L'iniziativa sarà effettuata dalla Provincia in via sperimentale perché ad oggi non esistono normative di riferimento condivise a livello nazionale od internazionale, sebbene la protezione dei motociclisti sia oggetto di un apposito gruppo di lavoro ministeriale.
In futuro si dovrebbe arrivare ad una norma europea comune, attualmente ostacolata da alcuni Paesi europei, e una regola tecnica nazionale per questo tipo di installazioni.

Le installazioni delle Provincia autonoma di Trento, oltre al sistema di raccolta integrato delle informazioni relative agli incidenti (MITRIS), tra i pochi esistenti in Italia, saranno elementi di valutazione per il gruppo di lavoro nazionale e per la valutazione dell'efficacia degli interventi realizzati.

In particolare, gli interventi in programma prevedono l'installazione di specifici dispositivi:
elementi correnti in acciaio o in polietilene che vengono aggiunti sotto il nastro delle barriere, in modo che il motociclista, in caso di caduta, non sbatta contro i paletti della barriera. In questa caso, l'urto sarà attenuato o fermato dall'elemento inferiore aggiuntivo;
speciali cilindri in plastica «avvolgeranno» i paletti verticali delle barriere di sicurezza, così da limitare l'entità dell'urto.

In conclusione, l'assessore Pacher ha voluto ritornare sulla sicurezza e il comportamento adeguato da parte dei motociclisti.
«In ogni caso vale la considerazione secondo cui contro il rischio di incidente non sono sufficienti nemmeno le soluzioni tecnologiche più avanzate e che la miglior difesa e prevenzione rimane la coscienza e la collaborazione degli stessi motociclisti. Così come non basta indossare il casco e non bastano nemmeno gli sforzi dell'amministrazione provinciale. Ciò che più conta, appunto, è Vivere la Vita senza però dimenticarsi di usare la testa.»

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