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Appello: «Inviatemi almeno le mie cose personali…»

Una turista derubata a Castel Thun, «tradita da quello che pensava un Paradiso terrestre»

È giunta in redazione la mail di una donna che si era recata a Castel Thun per lavoro.
Si chiama Franca Fiorin. In un eccesso di fiducia, evidentemente mal riposta, aveva lasciato la sua borsa nell'auto. Le hanno spaccato il vetro e l'hanno rubata.
Ci scrive una lettera accorata, pregandoci di pubblicarla, in modo che le vengano spedite almeno le cose personali.
La pubblichiamo qui di seguito nel riquadro, esprimendo il nostro rammarico per la malavita che viene attirata dal pubblico richiamato dal bellissimo monumento di Ton.

Buongiorno, scusate se mi permetto, vi chiedo se possibile inserire questa mia lettera aperta.

Pensavo di essere arrivata nel paradiso terrestre… Tutte quelle mele stupende, un appuntamento per un probabile impegno di lavoro e verificare luce e spazi all'interno del castello.

Ore 21, giovedì 12 agosto, castello di Thun. Non vi sono più turisti, con altri collaboratori parcheggiamo (totale 3 auto e un furgone) entriamo nel castello.

Osservo la valle lontano con le luci dei paesi e case sparse. Noi siamo in alto, immersi nel buio.
Decido, lascio la borsa in macchina… Mi libero del peso e penso "quassù siamo tranquilli! Non può succedere nulla, non vi è pericolo che le auto vengano toccate... penso.

Ho pensato malissimo!!!
Al ritorno, la mia auto ha i vetri infranti e tutta la mia vita è sconvolta.
La mia borsa di donna che si porta appresso la vita è scomparsa... Persino una piccolo contenitore con i trucchi che avevo sotto il sedile, è scomparso…

Un bottino materiale e sentimentale grandissimo. Carte di credito e contante, perché approfittavo per continuare qualche giorno di riposo dopo un lungo anno di duro lavoro…
USB con memorie dei miei lavori, occhiali da vista due ciondoli particolari, regali di mia figlia per ricorrenze famigliari.
Documenti, chiavi di casa ecc.

Un dolore immenso di cui non riesco ancora oggi a liberarmi e scuotermi dalla mente.
Nel cuore della notte mi sono stati prestati dei soldi e sono stata accompagnata in albergo a garantire per me, priva di documenti.

Notte insonne e desolante.
Al mattino, sostituzione del vetro (€ 172). Ho i soldi contatati e devo elemosinare sconti e riuscire ad arrivare a casa.
Poi, prima di ripartire, ritorno al castello, lascio la macchina a Vigo di Ton.
La fila dei turisti è immensa, tutto sempre ritornato nella norma. Solo io sono sconvolta, sola mi addentro in sentieri alla ricerca della mia borsa che spero che i ladri abbiano gettato per liberarsene dopo che si sono impossessati di quanto vi interessava.

Ho cercato molto, ma alla fine ho dovuto desistere.
Dove l'avete buttata? Immondizia? Fossato? Quanto lontano?
Ora Ragazzi mi rivolgo a voi, voi conoscete la mia identità, io ho cercato di immaginare… voi chi siete?
E quanto vi siete e vi state divertendo con i mie soldi? Penso che non ve ne freghi un cazzo, come nel vostro gergo vi esprimete, di come mi sento io.

Be' avete abbastanza soldi per rinviarmi almeno le mie cose personali, pensando che un giorno potreste nella vostra vita dovere subire quello che mi state infliggendo. E naturalmente a nessuno importerà, o gliene fregherà un c...o.

Non sono io che devo giudicarvi o insegnarvi a vivere, ma voi non avevate nessun diritto di entrare nella mia vita.
Dico «voi», ma potreste essere anche un tu o una lei.

Con Rabbia e altri sentimenti,
Franca Fiorin.

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