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Dellai saluta i militari trentini che partono per l’Afghanistan

Guidati dal col. Scaratti, 200 generi del II Reggimento vanno a rischiare la vita per mettere in sicurezza gli operatori di pace (e i residenti)

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Sono pronti per partire per l'Afghanistan, i circa 200 alpini trentini del 2° Reggimento Genio.
Qui resteranno sei mesi, fino alla prossima primavera, per mettere in sicurezza i punti difficili del Paese, per supportare il governo locale e per coordinare alcuni piccoli interventi di sostegno alla popolazione locale e per alleviare le sofferenza dei tanti residenti in questa difficile zona dell'Asia.

Comunque la si voglia vedere, si tratta di ragazzi trentini che (tanto per cambiare) vanno a rischiare la vita per mettere in sicurezza altre persone, non importa se civili o militari.
Staranno via sei mesi, in un posto che (al di là dei pericoli che presenta), non offre una grande qualità della vita.
Sarà dunque faticoso e duro per tutti e non a caso quei 200 (un terzo della forza effettiva di stanza a Trento) sono il frutto di attente selezioni psico-fisiche operate dall'Esercito Italiano, ormai sempre più formato da operatori a specializzazione fortemente verticalizzata.

Saranno guidati dal colonnello Pierluigi Scaratti (nelle foto), che ha effettuato parecchie missioni in giro per il mondo.
Ha mandato genieri in Abruzzo per il terremoto, ma li ha mandati anche ad Haiti. Un battaglione alla guida del tenente colonnello Esposito vi è arrivato a bordo della portaerei Cavour [vedi nostri servizi tramite i link 1, link 2, link 3, link 4].

Adesso un'altra missione di pace, in teatro di guerra. È da due mesi che il reggimento sta avvicendandosi con quello che sta tornando a casa.
Si tratta di unità non troppo grandi, ma che richiedono un passaggio di consegne attento e scrupoloso.
Scaratti vi è già andato qualche tempo prima per prendere atto delle problematiche logistiche e sarà l'ultimo a partire, venerdì prossimo. Con la Bandiera di guerra.

Oggi il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, nel corso della conferenza stampa di Giunta, ha saluto ufficialmente il colonnello Scaratti, comandante del Reggimento, al quale sono affidate le operazioni italiane in Afghanistan.
«Vorrei esprimervi un augurio speciale e, immagino, difficile. - Ha detto il presidente. - Auspico infatti che la vostra presenza in questa zona di guerra serva per trovare la via della pace. Ma vorrei anche farvi sentire tutta la vicinanza della comunità trentina, che sarà con voi in questa pericolosa missione.
«Oggi salutiamo una comunità di persone, il Genio guastatori, che fa parte della nostra città e che è impegnata in un'esperienza difficile ma importante - ha proseguito il presidente. - Sappiamo, infatti, che anche in questo caso i nostri militari italiani saranno al fianco delle popolazioni e porteranno avanti alcuni, piccoli ma significativi, progetti. Iniziative che saranno supportate anche dalla Provincia autonoma di Trento.



A quanto ci risulta, è la prima volta che la Provincia saluta ufficialmente un gruppo militare di stanza in Trentino che parte per una missione su un teatro di guerra.
«Vorremmo quasi dire che vanno "nello spirito trentino", perché vanno a rischiare la vita per mettere in sicurezza altre persone.»

Il colonnello Scaratti, dal canto suo, ha ricordato i numerosi interventi dei genieri alpini in zone difficili, di cui abbiamo fatto cenno sopra.
Nessuna azione di guerra, per il Genio alpini, solo un supporto nella gestione della rete stradale e, soprattutto, un concreto impegno verso le comunità residenti.
«Abbiamo visto che possiamo aiutare le popolazioni attraverso piccoli ma significativi interventi - ha commentato il colonnello. - Uno dei micro progetti che abbiamo individuato, e che completeremo grazie all'aiuto della Provincia autonoma di Trento, riguarda una scuola femminile nella regione afghana del Gulistan, della quale ricostruiremo il tetto nel corso dell'inverno.»
Alla nostra richiesta di esprimersi in merito alla sua missione particolare, ci ha risposto che «il primo compito di ogni comandante è quello di riportare a casa tutti i suoi ragazzi vivi e sani».

L'assessore alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami ha garantito il pieno supporto delle strutture organizzative provinciali.
«Questo progetto ci permette da un lato di operare al di fuori di Kabul, in una delle regioni che purtroppo è preclusa agli aiuti perché difficile da raggiungere, - ha dichiarato. - Dall'altro ci consente di lavorare nel campo della formazione scolastica rivolta alle ragazze. Provvederemo a fornire alla scuola tutti i materiali di studio, per favorire la scolarizzazione delle donne.
«Inoltre, - ha concluso l'assessore - una volta completato il tetto, vorremmo poter proseguire con altri piccoli progetti che sostengano il lavoro femminile.»

Tra i presenti, anche il presidente dell'Associazione nazionale alpini di Trento, Giuseppe Demattè, che ha ricordato le iniziative per il novantesimo anniversario della fondazione del gruppo e si è congratulato con i rappresentanti del Genio guastatori.
La presenza dell'Ana era comunque indispensabile perché rappresenta l'interfaccia (necessaria) tra il mondo civile e quello militare.

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