La premessa al mio intervento in aula,
sulla discussione della mozione di sfiducia all'Assessore Lia
Beltrami Giovanazzi.
Lia Beltrami Giovanazzi è stata quella che l'intervento era scevro
da contumelie, ma comunque fermo sul diritto di critica politica,
anche in rappresentanza di molte donne che condividono il mio
pensiero.
Io donna della Lega Nord, a nome di tutte quelle donne normali
nelle quali io mi riconosco, donne trentine e non, ma comunque
donne, CHIEDO che responsabilmente in ogni ruolo, sia nel mondo del
lavoro, che della politica, che nella vita sociale ed in ogni altro
ambito si faccia finalmente spazio al MERITO!
Proprio in virtù di questa forte e condivisa convinzione, ho
appoggiato la mozione di sfiducia per l'Ass. Lia Beltrami
Giovanazzi, con delega alle pari opportunità, in quanto, proprio
colei che sostiene con i nostri soldi pubblici associazioni e
progetti che «dovrebbero» sostenere le donne per raggiungere la
pari dignità è stata la prima a calpestare questo principio
sottraendosi al confronto e quindi ad una leale competizione
elettorale nella quale proprio il merito delle persone deve
rappresentare l'elemento di scelta e quindi di successo di ogni
persona uomo o donna che sia.
Lei no! Lei è stata catapultata in Giunta provinciale per volontà
divina con ampie deleghe e con ampie disponibilità di risorse,
risorse di cui davvero ci sarebbe bisogno per aiutare seriamente le
donne, con la realizzazione di asili nido a cui accedere senza ICEF
e gratuitamente, ed inoltre, servizi di assistenza e di
accompagnamento nel settore della scuola in generale, affinché le
donne che lavorano possano contare su servizi concreti e non su una
montagna di chiacchiere come quelle che accompagnano molte volte la
discussione sulle pari opportunità.
L'Assessore Lia Beltrami Giovanazzi, accettando di entrare in
politica senza sottoporsi ad un leale confronto elettorale, ma
essendo investita dell'Assessorato per puro privilegio, è l'esempio
che le pari opportunità non esistono non solo fra uomini e donne ma
neppure fra donne e donne e quindi è chiaro che il suo ruolo di
assessore che «dovrebbe» lavorare proprio in difesa di questo
principio è una chiara strumentalizzazione politica che offende
tutte quelle donne che ogni giorno con grande impegno, magari in
silenzio, danno il loro contributo positivo alla vita delle loro
famiglie e alla nostra società.
|
Commenti (0 inviato)
Invia il tuo commento