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Una notizia di grande portata: Israele ritira le truppe da Gaza

Si attende perà la reazione di Teheran all’attacco israeliano all’ambasciata in Siria

Non conosciamo ancora la portata di questa improvvisa svolta dell’attacco israeliano sulla striscia di Gaza, ma certamente è la prima mossa che vede l’inversione di rotta.
Forse la fermezza di Biden, forse le minacce dell’Iran, forse la dimostrazione delle oltre 100mila persone che sono scese in piazza a Tel Aviv per chiedere le dimissioni di Netanyahu, fatto sta che l’esercito di Tel Aviv lascerà a sud di Gaza solo un battaglione per mantenere aperta una eventuale via per il ritorno al fronte.
A noi piace pensare che sia stata la morte dei sette operatori sanitari, uccisi per errore dagli israeliani, a portare il leader a più miti consigli.
Ovviamente Netanyahu si è affrettato a dichiarare che senza il rilascio di tutti gli ostaggi non ci sarà mai una tregua. E ci pare giusto. Anzi potrebbe essere la decisione finale: conclusione dell’invasione in cambio degli ostaggi.
 
È probabile però che siano state tutte le ragioni che abbiamo indicato a far decidere la mossa a Tel Aviv.
In particolare la minaccia Iraniana, che vuole assolutamente vendicare la morte dei suoi uomini uccisi nell’ambasciata in Siria.
Pare assodato che l’Iran non dichiarerà guerra a Israele, e questo grazie all’avviso degli USA che hanno a loro volta minacciato la scesa in campo a fianco degli israeliani.
Con ogni probabilità, Teheran attiverà un attacco missilistico su precisi bersagli sensibili di Israele, così come aveva fatto l’indomani dell’uccisione di un loro generale per mano di Trump, con un attacco missilistico che aveva provocato il ferimento di oltre un centinaio di americani nelle basi irachene.
 
In Israele, dunque, si sta attendendo notte per notte la vendetta iraniana, e forse questo clima di terrore è nelle intenzioni dell’Iran. E francamente, il mondo intero attende questa terribile rappresaglia.
Rappresaglia che, se fatta col «buonsenso» (si fa per dire) potrebbe segnare l’inizio di un calo delle ostilità.
Ma non vanno dimenticati i fanatici che Teheran alimenta costantemente fornendo loro soldi, droni, missili e armi di ogni genere.
Gli Ezbollah, che continuano ad attaccare dal Libano meridionale e soprattutto dalle loro basi in Siria, intensificheranno l’attività terroristica.
E certamente gli Houthi dello Yemen si sentiranno in dovere di incrementare le loro azioni di disturbo sullo stretto di Hormuz contro le navi occidentali.

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