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Rivolta Wagner, la figura di Putin esce fortemente indebolita

Il tutto sembra essere stata una tragicomica farsa, ma adesso tutto è possibile

Rileggendo a freddo i fatti che hanno sconvolto la Russia nei giorni scorsi, emergono alcuni elementi che lasciano pensare a una sceneggiata che poteva essere evitata e che, essendo invece avvenuta, può avere delle motivazioni poco militari e molto più terrene.
Anzitutto, qualsiasi esercito che vuole conquistare una città non le manda a dire. Lo fa e basta. Altrimenti fa attivare le difese che dovevano essere sorprese.
Poi, l’accordo mediato da Lukashenko pare tanto una mediazione tra Putin e Prigozhin. Un accordo, per così dire, extragiudiziale. Ovvero senza l’uso delle armi.
Le armi quindi sono solo state un incentivo psicologico per ottenere quello che Wagner voleva.
 
Ciò premesso, più che altro pare di aver assistito a una minaccia eclatante per ottenere quei famosi 42 milioni che Prigozhin doveva incassare per l’ingaggio da contractor a fianco dei russi. Milioni che ha trovato in Bielorussia.
Di certo però i rapporti tra Putin e Prigozhin sono rovinati in maniera irreversibile perché l’operazione ha fortemente indebolito l’immagine di Putin e della stessa Russia. Prigozhin invece ha perso di credibilità.
Se Wagner dovesse «riparare» in Bielorussia, scomparirebbe quantiomeno fino a momenti migliori.
Per Putin invece si tratterebbe l’inizio della fine.
Il che potrebbe non significare nulla meglio di prima, però è nelle fasi dinamiche che l’Europa potrebbe inserirsi per impostare una pace giusta ed equilibrata.

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