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Lettere sotto le ceneri – Di Mohammed Abid

La lingua italiana, un forte segnale di appartenenza – Intervista di Valentina Zamboni

 
 

 

 Titolo: Lettere sotto le ceneri

 Autore: Mohammed Abid
 Editore: Osiride Edizioni, 2011
 Pagine: 127
 
 Prezzo: € 12,00 
 
 
Per questo appuntamento abbiamo incontrato un giovane autore di origini marocchine, Mohammed Abid.
Chi è Mohammed?
Mohammed è nato a Casablanca nel 1980, vive a Mori e lavora a Rovereto come magazziniere.
Mohammed è arrivato in Italia nel 2002 e nel 2007 si è diplomato perito elettronico.
 
Nel 2008 ha pubblicato il suo primo libro «La voce delle lacrime», una raccolta di poesie in arabo e italiano, e nello stesso anno, è stato premiato come «poeta dell’anno» dalla rivista Totembluearte.
Mohammed ama la penna e il foglio perché, dice lui «sono il mio rifugio».
Mohammed odia il freddo.
 
Mohammed, come è nata la tua passione per la scrittura?
«Direi che è nata quando sono arrivato in Italia, perché non conoscevo nessuno con cui parlare… La mancanza della mia città e degli amici, allora ho scelto il foglio e la penna come amici, e le righe come le vie della mia città.»
 
Quando hai iniziato a scrivere le poesie che compongono questo libro?
«Ho iniziato a scrivere le poesie che compongono questo libro dopo la pubblicazione del mio primo libro «La voce delle lacrime», di preciso in giugno 2008, e la prima poesia che ho scritto si titola «Chi sono?».»
 
Chi ti ha convinto a pubblicare queste poesie?
«Sono stati mia sorella Marisa e Mauro Festini, è un grande amico ed anche leditore, e li ringrazio molto per il loro sostegno e il loro aiuto in tutti sensi.»
 
Quanto è importante per te scrivere in una lingua che non è la tua lingua originale?
«Per me è molto importante scrivere in una lingua che non è la mia lingua originale, e non solo scrivere, anche leggere, mi fa rivivere un momento della mia infanzia in versione italiana, perché inizio ad imparare parole nuove… Mi fa capire una cultura che non è la mia, e mi aiuta a convivere con gli altri. Dovrei ringraziare Minella Chilà, per il lavoro che ha fatto, e credo se non ci fosse lei, le mie poesie non sarebbero così belle.»
 
Quando ho vissuto all'estero mi dicevano sempre «Quando sogni nella lingua straniera del osto che «ti ospita» allora inizi ad essere padrone di quel posto e di quella lingua;» credo che per te scrivere poesie nella lingua che ormai hai fatto tua valorizzi ancora di più il tuo senso di appartenenza all'Italia, è così?
«Sì, è vero, sento di avere qualcosa d’importante in comune con gli italiani oltre la terra e l'aria e l’acqua e il tempo, è la loro lingua, che è una cosa fatta da loro per loro. Ho paura che il Signor Monti mi faccia pagare un tassa speciale perché sto usando la vostra lingua.»

«Ho piacere di poter ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato a pubblicare questo libro e senza il loro aiuto non sarebbe uscito.»
Ci uniamo anche noi al ringraziamento da parte di Mohammed a Minella Chilà nostra collega della redazione di questo giornale, da notare infatti la sua bellissima ed assolutamente coinvolgente introduzione al libro di Mohammed.
 
Chiunque avesse ulteriori domande da porre a Mohammed non esiti a contattarmi.
 
Valentina Zamboni
v.zamboni@ladigetto.it

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