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Galleria Argo: Gocce di luce negli scatti di Alessandro Gruzza

Inaugurata sabato scorso presso la Galleria d’arte Argo di Trento la mostra «Segni d’acqua» del fotografo trentino Alessandro Gruzza

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Ingegnere dei materiali con la passione della fotografia, da una decina d’anni Alessandro Gruzza si dedica alla fotografia naturalistica, che ultimamente è diventata la sua attività principale.
«È l’amore per la natura e gli animali che mi ha spinto ad avvicinarmi all’obiettivo – ci racconta Gruzza. – Per fotografare un capriolo o un paesaggio alpino bisogna conoscerli, sentirli, amarli. Non è solo una questione tecnica.0»
 
Ecco i primi workshop con i fotografi professionisti e i viaggi in Kenya, Zimbawe e nello Utah, con le guide, i rangers, i fotografi, ad appostarsi, vivere in tenda, per immortalare un leone che si nutre della sua preda, una lotta tra gli ippopotami che sguazzano, lo splendido volo di una gru coronata, i pinnacoli rosa di Bryce Canyon che si infiammano di arancione alla luce del sole, gli archi naturali di Arches, che sembrano sfidare la forza di gravità, o i canyon scavati dal Virgin River (vedi in questo sito le sezioni Savane africane e Colori del Southwest).
 

A. Gruzza: Gocce d'acqua - Sotto il titolo: Cascatella 
 
«Fotografare significa disegnare con la luce. La mano creatrice di Madre Natura dà vita a capolavori unici capaci di imprimere sensazioni profonde dei nostri cuori – scrive il giovane fotografo nell’homepage del suo sito. E ancora: – Il mio desiderio è di trasmettere queste emozioni attraverso immagini accattivanti di ambienti naturali ed animali selvatici, esaltando la bellezza e la ricchezza della loro diversità e suscitando un senso di rispetto e protezione.»
 
La mostra alla Galleria Argo ha un tema conduttore molto attuale, che negli scorsi giorni ha acceso gli animi anche nel Consiglio comunale di Trento: l’acqua.
Gruzza espone una quindicina di scatti nei quali l’elemento acquatico liquido e solido (ghiaccio) del paesaggio dolomitico e nord americano viene colto nel suo dinamismo (talora trattenuto dal gelo) simbolo effimero del tempo misurabile cui lo scatto fotografico, adottando un tempo tecnico più o meno lungo, contrappone - carpendo l’attimo - il tempo della durata, il luogo della coscienza.
 
Ecco: nelle foto esposte di Gruzza si coglie la serietà e l’umiltà di un osservatore che come un francescano chino sul breviario ma con un orecchio al canto degli uccelli si pone in ascolto di madre natura, non solo tramite «l’ordigno» dell’obiettivo fotografico, bensì innanzitutto nello spazio abitabile della percezione che, come ci insegna Bergson, non è mai pura, ma vive nella dialettica continua con la memoria e l’utilità.
 

A. Gruzza: Riflessi 
 
Lo «slancio vitale» dell’acqua diviene così metafora della forza che muove la vita, quale adattamento dinamico all'ambiente, in un dare-avere fra la vita e le forme in cui la fissazione in una specie determinata viene continuamente superata dal movimento della vita stessa.
 
Ci vuole una grande conoscenza della luce e delle condizioni meteorologiche per avere certi risultati, visibili in mostra.
«L’alba e il tramonto sono i momenti migliori per immortalare il paesaggio – racconta ancora Gruzza, – per cui bisogna essere in quota, pronti per l’appuntamento.»
Le foto, stampate su di una carta semiopaca speciale (che dà un grande senso di pulizia formale e limpidezza) sono applicate su di un pannello di legno incorniciato.
 
Sono foto di grande impatto, poiché tale è il paesaggio che de-scrivono con la luce, dal water crack (crepa d’acqua in un letto di rocce basaltiche) e dai canyon del Zion national park nello Utah (dove la luce rimbalza tra le pareti lisce di arenaria) al paesaggio alpino-dolomitico dei Parchi Paneveggio, Adamello-Brenta, Fanes-Braies, e della Val d’Ampezzo.
 

A. Gruzza: Tunnel di Luce 
 
Recente vincitore del concorso «Protagonista per una sera» (della Sat di Arco) col filmato «Luci e segreti dell’ambiente alpino», Gruzza ha vinto diversi premi (e ricevuto varie segnalazioni) per i suoi scatti naturalistici e, dal 21 marzo di quest’anno è diventato uno dei contributors di NHPA, tra le principali agenzie fotografiche inglesi specializzate in immagini di natura e fauna selvatica.
 
La mostra di Alessandro Gruzza, prosegue le esposizioni che la Galleria Argo (Seconda Androna) porta avanti con intelligenza e gusto da diversi anni.
Inaugurata nel 1994 con una retrospettiva di Depero, la galleria ha aperto al pubblico nel 1996, l’attuale sede con un’esposizione dedicata al Secondo Futurismo.
In questi anni, ha ospitato personali di artisti italiani (Bianco, Chiari, Dorazio, Munari) e internazionali (Beuys, Mühl, Nitsch, Sierra), senza trascurare la scena regionale (Belli, Schweizer, Winkler) e la promozione dei giovani (Dolzan, Devigili, Caracristi, Cesari, de Pellegrin). 
 

A. Gruzza: Valle dei Mocheni 
 
Con la mostra sul Wiener Aktionismus nel 2003, ha cambiato il proprio orientamento espositivo: per prima a Trento, la galleria ha iniziato ad occuparsi con continuità di fotografia, in particolare tedesca (Scuola di Düsseldorf).
Interpreti storici (i Becher, Graham, Oppenheim, Rainer) sono stati presentati accanto ai protagonisti contemporanei (Höfer, Horn, Ruff, Serrano) e ai più significativi autori nati negli anni ’60 (Dean, Eliasson, Pilson, Schlör), con un’attenzione specifica per la body art (Abramovic, Lüthi, Orlan) e la videoarte (Acconci, Barney, Paik, Rist).
 
Fondatore dell’Aspart (che associa le gallerie principali del Trentino), Argo è partner di enti pubblici ed istituzioni museali nell’organizzazione di eventi culturali; dal 2005 è attiva la collaborazione con l’AMACI, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e, dal 2006, quella con il Festival dell’Economia di Trento.
Nel 2008, la galleria ha partecipato ad Arte Diffusa, progetto di public art realizzato per Manifesta 7.
Presso la galleria hanno sede il CENTRA - Centro Studi e Documentazione Arte Moderna e Contemporanea e l’Archivio Storico degli Artisti Trentini (Asart).
 
Massimo Parolini
m.parolini@ladigetto.it
 
 
A. Gruzza: Costa glaciale - Ghiaccio. Sotto: Crepe d'acqua 

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