Home | Archeo | Golf archivio | Golf trentino archivio | Golf Trentino 2007 | Il referendum per il Golf di Daiano si terrà il 7 ottobre

Il referendum per il Golf di Daiano si terrà il 7 ottobre

Le incognite del referendum consultivo. - L'occasione mancata dello SportFestival di Predazzo. - I «galletti dell'Azzeccagarbugli»

Dunque, il referendum consultivo sul campo da Golf di Daiano si farà il prossimo 7 ottobre. Non è un segreto che il nostro giornale sia dalla parte del golf, ma cerchiamo di analizzare lo stesso il problema in maniera seria e ponderata.

Anzitutto il referendum.
Quello «consultivo» è valido comunque, indipendentemente da quante siano le persone che vanno a votarlo, per cui chi vuole esprimersi in un modo o nell'altro non ha alternativa al voto. Ultimamente si sta assistendo al fenomeno dell'astensione referendaria per invalidare il responso delle urne. Atteso che chi va a votarlo è sostanzialmente chi lo ha voluto, i contrari sanno che basta disertare le urne per impedire che i votanti siano più del 50% degli aventi diritto. Meccanismo che funziona ormai quasi sempre per una semplice ragione di numeri: se votano solo coloro che sono fermamente convinti in qualcosa, è automatico che le percentuali siano basse.
Ma quando si tratta di un referendum «consultivo» e non «abrogativo», le cose sono ben diverse, perché il responso è sempre valido. Quindi, se coloro che vanno a votare questo tipo di referendum fossero solo coloro che lo hanno voluto, è altrettanto automatico che il responso sarà quello voluto dai promotori.
Quando ci si trova di fronte ad un referendum invalidato perché non è stato raggiunto il quorum, si assiste alla solita festa dei promotori che festeggiano la vittoria morale dei «sì» che hanno ampiamente battuto i «no». Ma sono balle: se il referendum non è passato è perché la maggioranza ha voluto così. Questa è la democrazia.
Quando ci si trova di fronte ad un referendum consultivo che «passa» grazie al voto di una manciata di votanti, è inutile che i non votanti contrari festeggino, perché invece hanno perso.

Per contro, mentre quello «abrogativo» ha valore giuridico, quello «consultivo» ha solo valore di sondaggio. Per la precisione, mentre il risultato del primo è vincolante perché il suo risultato - se valido - conferma o abroga una norma giuridica, il secondo ha solo il valore di rendere pubblica la posizione di pensiero dei votanti. Ma, si badi bene, dei votanti e non degli aventi diritto al voto, perché la risposta degli elettori non è in alcun modo estendibile all'intera popolazione, come invece si può fare con i sondaggi di opinione scientificamente somministrati ad un campione rappresentativo dell'universo di estrazione.
Comunque sia, è difficile pensare a un Pubblico amministratore che si muova contro la volontà popolare così come uscita dalle urne, indipendentemente dal numero dei votanti che l'hanno espressa.
Per cui il referendum consultivo non solo ha profondi vincoli «morali», ma ha anche maggiori possibilità di riuscita di quello abrogativo. Come abbiamo detto, se coloro che vanno a votare fossero solo i suoi promotori, va da sé che questi otterrebbero automaticamente il risultato voluto.

Un importante aspetto che dovrebbe far riflettere sull'opportunità dell'istituto del referendum nelle amministrazioni locali, è la territorialità degli elettori rispetto al territorio di competenza. Ci spieghiamo meglio.
Un campo da golf ha valenza quantomeno comprensoriale, nel senso che non può vivere certo dei cittadini di un solo comune. Turisticamente parlando, poi, è tutta una vallata che ne trae benefici, se non l'intero territorio provinciale. Ora, far votare solo gli abitanti di un paese per decidere se anche gli altri comuni devono fare a meno del golf, ci sembra spropositato.
Citerò l'esempio del campo che si voleva fare a Dro. Il sindaco di allora voleva il golf. Per fare un bel lavoro di democrazia, aveva deciso di sottoporre l'iniziativa a verifica referendaria nel suo comune. La risposta delle urne fu «inaspettatamente» negativa, ma a rimetterci furono tutto il Basso Sarca e l'Alto Garda, perché non si sono trovati altri posti per erigere un campo.
Questo ci ha fatto pensare che sarebbe stato meglio che il «no» fosse uscito dalla volontà di tutto il territorio interessato.

La scelta di un campo da golf in un territorio come il Trentino, dove questa disciplina sportiva non è molto diffusa - a dispetto del fatto che sia lo sport «più praticato del mondo» (il più «praticato», non il «più guardato in TV») - dovrebbe dipendere dalla volontà razionale dei vertici turistici della Provincia, più che dalla volontà di un singolo paese. Impedire la nascita di una struttura golfistica è assolutamente dannoso per il turismo, perché il golfista va in vacanza comunque solo dove c'è "anche" il campo da golf. La scelta è quindi strategica e deve avvenire per volontà di organi ben superiori a quelli dei singoli interessi personali.

La scelta per un sì o per un no ha generalmente spinte di carattere sia motivazionale che emozionale. Se chi pratica il golf vuole il campo a tutti i costi, chi non lo pratica, nella migliore delle ipotesi rimane indifferente. Non sappiamo quanti siano i golfisti di Daiano.
Però sappiamo che se avessero sottoposto a referendum preventivo i campi da golf attualmente esistenti e affermati in provincia, non ne sarebbe stato approvato neanche uno. Sappiamo anche che adesso che le strutture funzionano, il sondaggio popolare offrirebbe una stragrande grande maggioranza che vorrebbe raddoppiare le 9 buche, anche se i golfisti della zona fossero solo qualche decina.
Purtroppo, chi non conosce il golf il più delle volte ritiene che sia uno sport snob, uno sport da ricchi. Per questo senso di rivalsa, più o meno consapevole, il cittadino può sentirsi portato ad esprimersi contro il golf. Ma nulla è più sbagliato di questo concetto, perché altrimenti il Golf non sarebbe affatto lo sport più praticato del mondo, per la semplice ragione che la maggior parte della gente non è ricca.
Resta comunque questo aspetto emotivo più che motivazionale, per cui si prova una certa posizione contraria verso uno sport che non è personalmente vissuto come tale. Prima di votare per il sì o per il no, si dovrebbe pensare a cosa accadrebbe per un campo da calcio. Lo facciamo o non lo facciamo? Ovviamente sì, perché l'unico problema del calcio è trovare il terreno. Questo perché il calcio è il calcio, lo sport più guardato in TV al mondo.
Ma, in realtà, si deve sapere che il golf non costa di più di una giornaliera sugli impianti di sci, non più di un abbonamento stagionale al tennis.

A questo punto non c'è che da valutare i pro e i contro dell'iniziativa di Daiano.
I contrari parlano di dati spaventosamente deleteri, quali il «consumo spropositato» dell'acqua, la perdita di una porzione di territorio «unico al mondo», l'«inquinamento ambientale» per i trattamenti cui il campo va sottoposto. Ultimamente ho visto mettere in campo singolari voci allarmistiche anche sul piano economico, relative a stipendi per decine di persone… Se così fosse, allora doppiamente si dovrebbe votare a favore dell'iniziativa. Ma le cose non stanno così.
I favorevoli vogliono fare di Daiano un nome conosciuto in tutta l'Italia e negli stati confinanti. Entrando nell'elenco ufficiale dei campi da golf, Daiano acquisirebbe immediatamente l'interesse di 150.000 potenziali turisti italiani. Per quanto riguarda Austria e Germania, richiamano l'esempio dei circoli altoatesini che vantano compagini sociali doppie di quelle trentine grazie alle iscrizioni degli stranieri.

Se possiamo sembrare essere stati di parte, vogliamo citare un ultimo aspetto che non depone proprio a favore del golf. O almeno non di quel golf.
A fine agosto ci sarà a Predazzo lo «SportFestival», un'iniziativa promossa da Provincia e Coni al fine di diffondere la conoscenza delle diverse discipline sportive. Durerà tre giorni, nel corso dei quali degli sportivi, campioni e non, daranno dimostrazione della propria attività sportiva, e far sì che la gente, vedendola in pratica da vicino, possa sentirsene attirata. Questo nel rispetto di due principi. Il primo è si deve imparare a fare più di uno sport. Il secondo è che nulla è più coinvolgente del toccare con mano l'attività sportiva.
Ciò premesso, in questa tre-giorni, importantissima per la promozione dello sport, non si parla assolutamente di golf. Con l'attrezzatura di cui dispone la Federazione provinciale per il Golf per fare dimostrazioni promozionali (c'è un tendone che ne ha consentito la pratica in centro a Rovereto - vedi toto di fianco), l'assenza del golf allo SportFestival ci sembra un delitto.
Come abbiamo scritto in altro articolo (vedi), le ragioni di questo «buco» sono dovute al fatto che la federazione non è riuscita a coinvolgere i promotori né del campo di Predazzo, né del campo di Daiano. Ognuno dei due sembrava contrario alla presenza dell'altro. (Relata refero)
Noi sappiamo che c'è spazio per entrambi, proprio perché il golf in Trentino non deve pensare di vivere di coloro che lo praticano già, ma di coloro che lo praticheranno, turisti compresi. Ma sembra invece che ancora una volta le istanze di concorrenza abbiano avuto il sopravvento anche nei momenti cruciali per la propria esistenza.
Questa posizione ci ricorda l'episodio dei «galletti» nei Promessi Sposi. Renzo Tramaglino si era recato dall'Azzeccagarbugli con due galletti tenuti per le zampe, una sorta di «incentivo» all'impegno che avrebbe dovuto chiedere al leguleio. I galletti, scrive il Manzoni, si beccavano tra loro, mentre stavano per andare in pentola…

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande