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Gli aspetti principali dei tre progetti della Tassullo Spa «in ipogeo»

Ovvero, quel che eufemisticamente si potrebbero definire «economie di scala» finalizzate a salvaguardare l’ambiente guadagnandoci

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Dall’incontro avvenuto alla presenza dei giornalisti nelle gallerie della Tassullo Materiali Spa, di cui parliamo diffusamente in altro articolo (vedi), abbiamo scoperto alcuni particolari di cui ci sembra opportuno parlare.
Ne avevamo già parlato in passato (vedi articolo), sottolineando l’aspetto avveniristico del progetto che l’azienda aveva messo sulla carta. L’idea di utilizzare gli spazi creati nel sottosuolo per estrarre il materiale necessario alla produzione della Tassullo Spa è andata oltre alle aspettative, perché ha generato tre progetti dotati ognuno di vita propria.
Si parla di realizzazioni «in ipogeo», che letteralmente indicano qualsiasi tipo di costruzione che si sviluppa sottoterra, come ad esempio le costruzioni sotterranee degli «ipogei etruschi».
Nel grafico che segue vediamo lo spaccato dei lavori, che si articola su tre piani sui quali si snodano le gallerie, sempre in maniefa funzionale agli utilizzi in fieri. 


 
Finora la Tassullo Spa ha scavato 15 km di gallerie del diametro di 18 metri, asportando così qualcosa come 4 milioni di metri cubi di dolomia bianca arricchita di magnesio e argilla.
Per farlo ha dovuto acquistare il terreno in una maniera piuttosto singolare. C’è voluta la creatività del notaio Paolo Piccoli per fare un contratto di vendita di «superficie in profondità». Sembra un paradosso, ma di fatto la quarantina di ettari di roccia che l’azienda voleva scavare apparteneva ai 200 proprietari i cui fondi stavano in superficie, ovvero 250 metri sopra gli scavi.
Insomma, i cedenti hanno mantenuto la proprietà dei fondi, limitandosi a vendere ciò che sta nel sottosuolo. Non conosciamo le cifre della transazione, ma evidentemente il prezzo era giusto perché tutti hanno firmato volentieri una vendita dalla quale all’apparenza non hanno ceduto proprio niente.
 
L’altro aspetto interessante riguarda il deposito d’acqua che la società ricaverà dagli scavi. Si tratta di un lago vero e proprio, i cui vantaggi stanno nel fatto che l’acqua non può essere inquinata e che sarà a temperatura costante per tutto l’anno di 10 gradi.
Un serbatoio d’acqua quasi naturale di cui nessuno si accorgerà, anche se è presumibile che i turisti possano essere interessati a vedere il giacimento d’acqua così come fanno con l’acquedotto di Istanbul.
 
Il terzo aspetto sta nella creazione di magazzini per le mele della Val di Non.
A monte di tutto sta il fatto che il consorzio Melinda ha un crescente bisogno di magazzini refrigerati, a fronte di una costante mancanza di spazi sui quali costruirli e di costi di una certa importanza per il mantenimento della temperatura e dell’umidità costanti.
Al momento tra la Tassullo Spa e il consorzio Melinda è stato fatto un accordo per la sperimentazione del progetto, sulla scorta dei cui risultati si procederà in un prossimo futuro.
Oggi, nel corso della visita che ha accompagnato la conferenza stampa, abbiamo potuto vedere la cella in fase di sperimentazione. Non è più grande di 120 metri quadrati e viene mantenuta sotto stretto controllo. La vediamo nelle due foto che seguono.
 
 
 
Il progetto allo studio delle due società prevede la costruzione modulare di giganteschi magazzini negli spazi scavati dalla Tassullo Spa, che vediamo nel rendering riportato a pié di pagina.
Il deposito delle mele e il loro ritiro avverrebbe per via automatizzata con dei mezzi di trasporto su binari. In altre parole, gli autotreni resterebbero fuori della galleria, mentre muletti automatici e sistemi computerizzati provvederebbero al magazzinaggio nelle due direzioni.
  
L’accordo non è ancora stato siglato per due ordini di ragioni. La prima è quella che abbiamo appena visto, per cui il percorso di sperimentazione non è ancora stato terminato e si prevede che duri fino al 2014, anno in cui si potrebbe procedere alla fase operativa.
La seconda è che la sua realizzazione comporta comunque l’investimento di qualche decina di milioni di euro. È presumibile che la Provincia finanzi il progetto, ma questo non è sufficiente per anticipare i tempi.
 

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