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«Un uomo d’altri tempi. Alcide De Gasperi», triste ironia d'un titolo

Il documentario di Rai Tre ha dimostrato che al momento siamo noi, Europei senza Europa, ad essere uomini d’altri tempi

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Rai Tre ha realizzato un ottimo documentario in collaborazione con la Fondazione trentina Alcide De Gasperi, intitolato «Un uomo d’altri tempi. Alcide De Gasperi».
 
È andato in onda stasera per il grande pubblico sul canale «La grande storia» e, come abbiamo annunciato ieri, verrà proiettato martedì 4 settembre per il pubblico trentino al Cinema Astra di Trento.
Abbiamo avuto modo di vederlo e ci pare il caso di spendere due parole di commento.
 
Come tutti i libri e quasi tutti i documentari che parlano di De Gasperi, anche questo lavoro ha emozionato. Ma ci ha portati alla considerazione che la verità sta nell'ironia di un titolo impietoso.
Affermare che De Gasperi sia un uomo d’altri tempi, quando invece ha avuto una visione che anche oggi sembra fin troppo avanzata, sembra un modo per ammonire i telespettatori che stiamo perdendo il treno.
Questo vale per il Trentino, per l’Italia e per l’Europa.
 
La nostra Autonomia ha fatto passi da gigante nella sua storia, andando certamente oltre al pensiero di De Gasperi, ma il nostro Paese sta cercando di farci fare passi indietro.
Come diceva poco tempo fa lo storico Lorenzo Baratter, riferendosi alla commemorazione del 5 settembre (data in cui si festeggia l’accordo De Gasperi Gruber), «festeggiare cosa?».
Uno stato diventato improvvisamente così accentratore, come lo sta imponendo Mario Monti, sta mettendo a rischio sia i valori stessi dell’Autonomia che il senso comune per la buona amministrazione.
E l’articolo «balneare» di un noto giornalista del Corriere della Sera, che predica l’inutilità e l’anacronismo delle autonomie, dimostra come la visione del più grande statista della Repubblica Italiana non venga neppure presa in considerazione. Anziché dare a tutti le opportunità offerte dalle autonomie, si predica di chiuderle. 
 
L’Italia si trova oggi nelle stesse condizioni in cui si era trovato a operare De Gasperi l’indomani della Seconda guerra mondiale. Ma all’orizzonte non vediamo nessun uomo politico di quella statura, nessuno che «anziché guardare all’elettorato guardi alle future generazioni».
Anche in questo caso ci ricordiamo di Mario Monti che ha avuto l’infelice trovata di citare la frase di De Gasperi, lui che l’elettorato non ce l’ha proprio, non essendo stato eletto dal popolo e non intendendo ricandidare.
Abbiamo otto mesi di tempo per individuare gli statisti della prossima generazione. Non sappiamo se li troveremo, ma abbiamo notato partire le grandi manovre. Forse non troveremo tanti padri della patria come nell’immediato dopoguerra, ma pare proprio che ci stiamo provando.
 
Ma è l’Europa che sta tradendo di più la visione del nostro illustre concittadino d'altri tempi.
Come abbiamo detto più volte, gli Europei ci sono fin dai tempi di De Gasperi, ma l’Europa non si vede ancora.
Nella sua visione, incredibilmente futuribile, De Gasperi aveva ammonito che l’Europa non aveva alternative a diventare un’unica potenza mondiale. Aveva perfino invocato un esercito europeo, non voluto da Charles De Gaulle. Non aveva osato sognare una moneta unica, forse perché troppo avveniristica.
E in questo aveva ancora più ragione, perché non può esistere una moneta unica in una Unione di Stati che possono decidere autonomamente le proprie politiche economiche.
 
Ed è qui che per l’ultima volta che citiamo Mario Monti, perché invece l’Europa sì ha bisogno di un potere centrale (sia pur minimale) come quello che Monti sta imponendo in Italia. È al governo dell’Europa che Monti dovrebbe rivolgere le proprie attenzioni alla fine del suo mandato. Gli Stati europei devono rinunciare a parte della propria sovranità, affidando alla Commissione Europea l’autorità di decidere le politiche monetarie.
Allora sì la visione di De Gasperi, uomo d’altri tempi, diventerebbe attuale.
Al momento siamo noi, europei senza Europa, ad essere uomini d’altri tempi.
Ed è questo il concetto che il documentario ha voluto esprimere ai suoi telespettatori.
 
Guido de Mozzi

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