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Lavori pubblici e appalti, niente più guerra tra poveri

La Provincia ha voluto contrastare lo sconcio degli appalti al ribasso del 50 percento (per i professionisti l'80 percento)

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La fame di lavoro è tale, per cui le imprese fornitrici della Provincia (compresi i professionisti) giocano al ribasso pur di riuscire a finanziarsi per qualche mese in più, indifferentemente dal fatto che a fine anno le perdite a bilancio siano aumentate considerevolmente. La loto speranza è che la ripresa venga prima che sia troppo tardi.
Si assiste così a ribassi, pensate, del 50 percento per imprese edili e fino all’80 percento per i professionisti, quando le differenze dovrebbero essere frazionali per le prime e al massimo decimali per i secondi.
 
Per questo l’ing. Raffaele De Col, al quale fa capo la responsabilità degli appalti provinciali, ha deciso di fermare l’emorragia, ottenendo dalla Giunta provinciale l’autorizzazione a inserire una soglia di sbarramento nei concorsi: la «media mediata». Si avvertono cioè i concorrenti che rischiano l’esclusione quei soggetti economici che escono dai parametri emersi di volta in volta dalla citata formula matematica.
Tale formula consiste nel fare la somma dei valori delle offerte presentate e dividere il risultato per il numero dei partecipanti. I soggetti che stanno sotto a detta soglia vengono esclusi.
Una sorta di scarto quadratico medio, semplificato per via del piccolo numero di partecipanti, non più di 7 per concorsi sotto i 500 mila euro, 12 fino al milione.
 
E così la Giunta provinciale, dopo l’iter approvativo che ha visto l’OK del Consorzio dei comuni e della commissione consiliare, ha oggi dato definitiva attuazione alla modifica dell’articolo 63 del regolamento sui lavori pubblici per intervenire sui ribassi anomali.
Si tratta di una modifica che interviene su lavori e incarichi professionali rientranti nelle procedure negoziate, per i lavori di importo inferiore al milione di euro e per incarichi professionali al di sotto dei 200 mila euro.
Su queste gare non sarà più accettata l’offerta al massimo ribasso, salvo casi particolari, e sarà invece attuata la scelta sulla media delle offerte presentate, annullando in questo modo i ribassi sconsiderati che in questa situazione di crisi portano ad un innescarsi di situazioni finanziarie che si concludono con l'insolvenza dell’impresa.
 
«Si tratta di eccessi che non sono più trascurabili, capaci di incidere pesantemente sulla qualità della prestazione richiesta, – ha detto De Col in conferenza stampa (foto). – La riduzione anomala del costo, ben al di là di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare, può compromettere l’esecuzione a regola d’arte del lavoro o della prestazione, con conseguenti ricadute negative anche in ordine alla tutela del lavoro e della sicurezza sui cantieri.»
 
«D’altra parte, – ha aggiunto – la necessità per le pubbliche amministrazioni di procedere con la massima celerità possibile, vista la dimensione economica dei lavori, non rendono compatibili le procedure complesse di valutazione dell’anomalia che vengono normalmente svolte per gli appalti di grandi dimensioni e che richiederebbero tempi superiori a quelli necessari alla realizzazione dell’opera stessa.»
 
Insomma, al di là della motivazione ufficiale per cui si corre il rischio che i lavori vengano fatti male, la scelta della Provincia è più che apprezzabile, anche perché sotto la soglia di un milione di euro vengono chiamate ai concorsi solo aziende trentine.
A tutti gli effetti, la vera soglia che non può essere superata è quella della dignità.

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