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Una mostra accessibile a tutti, agli studiosi e agli appassionati

Sabato 16 febbraio sarà inaugurata una mostra sul teatro di marionette e burattini a Palazzo de Maffei di Lavis

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Quando si parla di marionette e burattini l'immaginario collettivo identifica questo mondo con spettacoli per i più piccoli, per i bambini... eppure solo in questi ultimi decenni esso si è rivolto, coinvolgendolo, prevalentemente, al pubblico più giovane.
In passato era, soprattutto, uno spettacolo per adulti... dato che il pubblico più giovane non aveva i mezzi per potersi pagare un biglietto.
La mostra in programma a Palazzo de Maffei dal 16 febbraio al 10 marzo, espone due collezioni: una appartenente ai fratelli Silvano e Paolo Marcon di Lavis con marionette, burattini, costumi, copioni manoscritti, manifesti, mobili di scena.
L'altra di proprietà di Lorenzo Nicolodi di Trento con scenografie, cartonaggi e parti di teatrino per marionette. In origine i due nuclei erano uniti e formavano un corpus unico.
 
Fino ai primi anni del Novecento la via che da Verona portava a Innsbruk e proseguiva per la Germania era ampiamente frequentata dalle compagnie di spettacolo viaggiante (burattinai, marionettisti, ammaestratori e serragli di animali, suonatori ambulanti, ecc.) che dall’Italia arrivavano in Francia (si citi solo l'esempio della bellissima città di Strasburgo, da sempre crocevia dell'Europa continentale), in Inghilterra e, in certi casi, sino al cuore dell'Europa dell'Est.
Questi, a volte, erano anche artigiani come i Figurinai di Bagni di Lucca e, non ultimi, i venditori di manufatti in legno (giocattoli, e teste in legno, attrezzi per la cucina) della Val Gardena.
Di questi ultimi ritroviamo, oggi, reperti dalla Grecia alla Scozia.
Una terra, quella trentina, che accoglieva questi artisti, apprezzandoli, come dimostra anche il lavoro di Adriana Mazzola sfociato in un libro che documenta la grande ed importante presenza in questo territorio.
Ed è forse proprio per questo che si sono formati, in questa zona, marionettisti del calibro di Giorgio Unterveger.
 
La mostra propone ed espone materiali completamente inediti, legati al teatro di animazione. Le marionette, databili alla metà dell’Ottocento, sono in ottimo stato di conservazione.
La «dipintura» a olio delle mani e dei visi è originale, particolare non secondario dato che le marionette, normalmente, presentano vari strati di colore.
La tipologia dei personaggi è molto varia: le caratteristiche somatiche riprodotte sono quelle appartenenti alle etnie indoeuropea e orientale.
L’intaglio delle teste è molto raffinato ed è da ricondurre alla scuola del Trentino-Alto Adige.
Inoltre la precisione e le tecniche per la costruzione dei corpi dimostra la conoscenza e l'uso di materiale altamente professionale.
Veramente singolare, poi, la tecnica di animazione: normalmente, in quel periodo, i marionettisti animavano i loro personaggi stando su un ponte che percorreva tutta la parte superiore del teatro per cui la distanza tra la base del palcoscenico e gli operatori necessitava di fili di ferro che erano lunghi circa due metri.
In questo caso le cose cambiano: i ferri utilizzati sono molto più corti, poco più di un metro, per il motivo che le marionette erano animate da dietro il fondale e non da sopra.
 
I costumi, prevalentemente in seta, presentano, a volte, ricami riconducibili ai costumi tradizionali della Regione.
La loro conservazione è buonissima, se si considera la facile deperibilità della seta.
Le passamanerie e i ricami coprono una vasta tipologia e costituiscono un ricco campionario dell’epoca.
Le marionette sono da considerarsi come gli attori con un grande numero di abiti che, a parte quelli delle maschere, venivano cambiati tutti i giorni, dal momento che ogni sera si rappresentava uno spettacolo diverso.
 
Anche le scenografie con le rispettive quinte sono professionali: dipinte a tempera su carta, si presentano in due tipologie.
La prima, ampiamente utilizzata, è in discreto stato di conservazione mentre la seconda, come la maggior parte delle marionette, è in un ottimo stato. Alcune di queste riportano ad ambienti e panorami trentini.
I numerosi cartonaggi, dipinti ad olio, ricordano il repertorio dell’epoca con una forte presenza di animali.
Purtroppo non si conosce a quali marionettisti sia appartenuto il nucleo più grande del materiale, ma una parte delle scenografie e alcune parti del teatrino sono riconducibili a Giorgio Unterveger.
Lo dimostrano alcune casse che erano utilizzate anche per l’edificio teatrale e locandine che riportano il nome del marionettista.
 
Molto importante è il nucleo dei copioni che presentano firme di numerosi artisti che hanno portato i loro spettacoli in Trentino: sono quelle dei Gorno, dei Dall’Acqua, degli Zaffardi, degli Aldrighetti.
Alcuni di questi sono firmati da Giorgio Unterveger.
Tutti insieme rappresentano un corpus davvero importante con il repertorio che va dalla metà dell’Ottocento fino ai primi anni del Novecento.
 
La mostra è accessibile a tutti, agli studiosi come agli appassionati. E, oltre ad essere patrimonio culturale, è un viaggio affascinante alla scoperta del magico mondo delle marionette. 
 
Remo Melloni

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