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«Il Trentino può vincere la sfida a attrarre investitori esteri»

Concluso a Trento il convegno dedicato alle strategie di crescita attraverso l’apertura ai mercati internazionali

«Il Trentino può diventare un polo di attrazione di investimenti esteri se saprà arricchire il territorio con l’apporto di competenze manageriali, tecnologie e nuovi servizi, oltre ad investire sulle nuove generazioni e a creare opportunità per le piccole e medie imprese locali, aiutandole ad inserirsi nei mercati internazionali.»
A sostenerlo è il professore Sergio Mariotti, ordinario del Politecnico di Milano che è intervenuto al convegno «Strategie per crescere: la competizione in Europa per attrarre investimenti esteri e le priorità per una politica di attrazione internazionale in Trentino», organizzato dalla Provincia autonoma di Trento e da Trentino Sviluppo.
Un panel di relatori di livello internazionale ha analizzato, nelle suggestive sale del Castello del Buonconsiglio, le opportunità e le condizioni di crescita del mercato europeo, oltre alle azioni virtuose di contrasto alla crisi internazionale.
La chiusura è andata al presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher.
«La discussione di oggi conferma che non esiste un protocollo per diventare con successo un territorio attrattore di investimenti, – ha detto Pacher. – Esistono aspetti peculiari del territorio e una serie di circostanze di elementi, ad incominciare dalla alta formazione e dalle buone idee, dalle infrastrutture, condizioni politiche. Il Trentino è territorio piccolo ed ha l’opportunità di investire in asset peculiari in grado di differenziarlo dal resto d’Italia e dai grandi aggregatori geografici come Veneto, Lombardia e Lazio.»
 
Le raccomandazioni da seguire arrivano dagli esperti che hanno presentato best practices e linee guida per una politica di attrazione degli investimenti diretti esteri (Ide). Il punto di vista di un osservatorio privilegiato, qual è l’Ocse, è stato portato da Andrea Goldstein, responsabile della Divisione Investimenti.
«I maggiori ostacoli per gli investitori stranieri sono l’instabilità politica e macroeconomica, il livello di corruzione, la carenza di personale qualificato, la scarsità di infrastrutture e la dimensione ridotta del mercato.»
Al contrario, secondo Goldstein, una corretta strategia per attrarre capitali e investitori stranieri deve puntare sulla stabilità economica e politica, creare le condizioni ambientali favorevoli agli investimenti, contenere i costi industriali e individuare con precisione le tipologie di industria di interesse primario, oltre alla capacità di pilotare i progetti economico industriali.
 
La situazione a livello internazionale - come ha spiegato Laurent Sansoucy, direttore per l’Europa dell’agenzia internazionale Oco Global - è caratterizzata da un aumento del grado di mobilità dei capitali e delle attività economiche.
«Il contesto di instabilità può far nascere opportunità e minacce, da qui la necessità di capire e, se possibile, di anticipare i movimenti aziendali al fine di influire sul loro orientamento geografico.»
Secondo il direttore di Oco Gobal, i territori non hanno gli stessi asset e quindi non possono offrire le stesse opportunità. Ogni territorio deve definire il suo posizionamento originale, determinato dalla situazione oggettiva, dal progetto collettivo e dal gioco di andata e ritorno tra locale e globale.
«Tutto questo si traduce in una politica di attrazione che deve essere mirata su precisi segmenti, target. In questo contesto il Trentino ha delle opportunità concrete per sistematizzare la cattura degli investimenti captive

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