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Il nuovo bando per la ristrutturazione del Torrione di Trento

La Fondazione Crosina-Sartori-Cloch ripropone la destinazione ricettivo alberghiera: Il Torrione potrebbe diventare il più bel Garnì del Trentino

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Dopo aver tentato più volte di trovare una destinazione fruibile al pubblico per il Torrione di piazza Fiera, tra le quali quella della realizzazione di spazi espositivo–museali, oppure di utilizzo da parte dell’Opera Universitaria, la Fondazione Crosina-Sartori-Cloch ha deciso di riproporre la destinazione ricettivo alberghiera, anche a seguito dell’interesse manifestato da un certo numero di imprenditori del settore alberghiero.
Tale scelta è stata condivisa sia con il Comune di Trento che con la Provincia di Trento e si è concretizzata in un bando di ristrutturazione gestione dell’immobile.
L’idea è quella di farne un Garnì di 36 stanze che, vista la bellezza e la posizione, potrebbe diventare una delle più belle strutture della città. Ospiterebbe anche un bar, mentre lo scantinato potrebbe riservare bellissime sorprese per imprenditori dotato di una certa iniziativa.
Si pensi alla vista sulle mura storiche della città, ma anche al Mercatino di Natale e a tutte le altre manifestazioni che animano piazza Fiera per tutto l’anno. Il fascino sarebbe paragonabile alla scalinata di Piazza di Spagna a Roma.
Dal punto di vista imprenditoriale, la proprietà intende affidare il Torrione per 22 anni al miglior offerente in termini di progetto, chiedendo in cambio solo il pagamento dell’IMU.
Tra 22 anni la Fondazione si troverebbe nelle disponibilità di uno splendido edificio storico perfettamente funzionante.
Ma vediamo nei dettagli i termini dell’operazione.
 
 Le caratteristiche principali del bando
• destinazione turistico ricettiva, con bar a piano terra;
• progetto di riferimento redatto dall’ing. Rosatti Paolo e dall’arch. Salizzoni Claudio, nell’importo al netto dell’IVA di € 1.864.185,14;
• durata della concessione posta a base d’asta di 22 anni oppure il minor termine determinato in sede di gara;
• il criterio di aggiudicazione sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa; verranno presi in considerazione, oltre alla durata della concessione, le proposte migliorative della qualità, il progetto di gestione della struttura turistica ricettiva e del bar, il piano delle manutenzioni dell’immobile;
• l’aggiudicatario realizzerà a proprie spese l’intervento di ristrutturazione e trasformazione funzionale del Torrione e condurrà la gestione economica e funzionale della struttura ricettiva e del bar;
• la concessione non prevede alcun canone.
 
Questa modalità di assegnazione è finalizzata a garantire la fruizione pubblica dello storico edificio e a consentire alla Fondazione di avere, a fine concessione, l’immobile ristrutturato senza aver sostenuto spese in conto capitale.
Uno studio economico-finanziario commissionato dalla Fondazione, ha dimostrato come la durata prevista e l’assenza di un canone possano rendere remunerativo l’investimento da parte dei privati. 
 
 La Fondazione Crosina–Sartori–Cloch
La Fondazione Crosina-Sartori-Cloch è un’azienda pubblica il cui scopo primario è il sostegno dei minori in situazioni di particolare disagio o in condizioni di dimostrato bisogno.
Un’illustre e ricca famiglia trentina fin dal XVIII secolo legò gran parte dei suoi averi alla costruzione dell’orfanotrofio, detto Ca’ di Dio che, in seguito ad altre provvidenze, diede origine alla Congregazione di Carità, subentrata alla Cà di Dio e nei tempi a noi più vicini, alla Fondazione Crosina – Sartori – Cloch, dai nomi dei successori alternatisi nella fondazione del patrimonio.
Lo Statuto prevede oltre all’individuazione e attivazione di interventi, servizi e iniziative che diano attuazione alle volontà originarie dei fondatori, che consiste nell’offerta di assistenza e beneficenza agli orfani in stato di povertà della città di Trento, anche la realizzazione di attività volte alla valorizzazione del patrimonio della Fondazione ed al finanziamento delle attività istituzionali dello stessa.
 
 Cos’è il Torrione
La costruzione si trova in Piazza Fiera, al numero civico 22, sul lato occidentale della piazza dove sorge anche il Palazzo dell’Annona, recentemente restaurato e adibito a uffici comunali aperti al pubblico.
In seguito ai lavori di riqualificazione, Piazza Fiera è divenuta sede di numerose manifestazioni culturali ed espositive, teatro delle celebrazioni e delle Feste Virgiliane e luogo di incontro e di passaggio quotidiano per la comunità cittadina.
L’edificio, che risale alla metà del Quattrocento, rappresenta la porta antica del centro città; è all’uscita di uno dei grandi parcheggi del centro storico e si trova dunque in una posizione strategica per il turismo.
L’immobile è pervenuto alla Fondazione Crosina-Sartori-Cloch, nata dalla fusione dell’Orfanotrofio Maschile Crosina Sartori con L’Orfanotrofio Fredaja Cloch, verso la fine dell’800, per disposizione testamentaria del Signor Giacomo Garbari. Secondo le disposizioni testamentarie del Benefattore detto edificio doveva rimanere in perpetuo di proprietà della Fondazione Crosina.
 
 Il progetto di ristrutturazione: si farà un Garnì
L’edificio risulta essere vincolato come edificio di particolare interesse storico, artistico, monumentale e la progettazione è stata sottoposta a parere della soprintendenza per i Beni architettonici.
Il progetto prevede la realizzazione di una struttura ricettiva tipo “Garnì” con classifica 3 stelle composto da 19 stanze per un totale di 36 posti letto, al primo e secondo piano è prevista una stanza per persone con ridotta attività motoria.
Al piano terra è prevista la Hall d’ingresso con reception ed un bar aperto al pubblico, al piano interrato 1 la sala colazioni e cucina di preparazione, al piano interrato 2 la cantina. Le stanze per gli ospiti, doppie e singole, sono previste ai piani 1° 2° 3° e 4°. E’ prevista la realizzazione di un ascensore che collega il piano terra con il piano quarto.
La distribuzione ai piani delle stanze, avviene mediante un corridoio circolare che riprende la forma e la posizione dello stesso torrione e da cui nascono a raggiera le pareti di separazione delle stanze.
Ogni stanza è dotata di servizio igienico quasi sempre finestrato. In fase di progettazione è stata valutata la qualità degli affacci cercando di mantenere i migliori nelle stanze anziché nei bagni.
Al quarto piano, con altezza interpiano più bassa, è prevista la rimozione del soffitto e si manterrà la copertura a vista.
La lanterna sarà accessibile mediante una scala a chiocciola centrale e potrà essere utilizzata come belvedere per poter apprezzare una visione dall’alto a 360 gradi della città di Trento.
 
 Cenni storici del Torrione
Quello che è noto come il «Torrione Madruzziano», è un largo baluardo cilindrico, originariamente posto a difesa antemurale in prossimità della Porta di Santa Croce (oggi scomparsa all'imbocco di via Mazzini), successivamente trasformato in edificio per negozi ed abitazioni.
Fu costruito nel secolo XVI per ospitarvi il corpo di guardia, a difesa dell'entrata meridionale alla città. La prima testimonianza iconografica, (la pianta prospettica del Valvassore del 1562) lo ritrae coperto da un'alta cuspide conica e congiunto alla porta di Santa Croce da un muro merlato forato da un fornice che consentiva la comunicazione con l'area esterna alle mura.
 
Durante l'episcopato di Ludovico Madruzzo (nel 1595) il Torrione fu sottoposto a rimaneggiamenti e presumibilmente a quell'intervento risale l'eliminazione della copertura onde realizzare una piazzola con merlature più adatta ai tiri dell'artiglieria. Così infatti ci viene rappresentato il baluardo nelle vedute del Sardagna del 1660 circa (ove è visibile un coronamento a spalti sulla sommità ed una cannoniera rivolta ad ovest) e dello Zambaiti fra il 1703 ed il 1705.
La porta di Santa Croce fu danneggiata da una cannonata nel 1796 nel corso dell'invasione napoleonica mentre fu definitivamente smantellata nel 1844. Nel frattempo anche il Torrione (che all'epoca veniva chiamato «Rotonda») aveva perduto il suo ruolo storico ed era stato privatizzato.
 
Il torrione mostra ancora oggi la struttura cilindrica in conci di calcare rosso squadrati, con una cornice che delimita in alto la fascia di coronamento, mentre finestre, porte e vetrine sono inserimenti otto-novecenteschi, così come la copertura con lanterna ottagonale.
Dal 1834 ne era proprietario il «caffettiere» Donato Perghem che effettuò una radicale ristrutturazione effettuandone l'innalzamento e l'assottigliamento dei muri, lavori svolti nel 1835.
Allo stesso Perghem si deve la costruzione del passaggio aereo con la vicina casa a nord, anch'essa di sua proprietà.
Nel 1897 l'edificio residenziale viene intavolato all'atto di impianto del libro fondiario a nome dell'Orfanotrofio Maschile Sartori.
Nella scena urbana della città di Trento mantiene il carattere di elemento primario di definizione della Piazza Fiera, la quale conserva anche un cospicuo tratto delle mura antiche merlate.
 
 I principali interventi di cui l’edificio è stato oggetto
• Intervento Perghem del 1834 per realizzare a piano terra una caffetteria.
• Restauro generale del 1934  effettuato ad opera della Congregazione di Carità di Trento con la quale è stata realizzata l’attuale distribuzione interna dei locali a piano terra ed ai piani superiori.
• Intervento urgente per incendio del 1972. A seguito di incendio avvenuto il 7 aprile 1972 andarono distrutti il lucernario e parte della copertura con danni all’alloggio del quarto piano.
• Altri interventi relativi alla copertura e ai serramenti furono eseguiti nel 1976, nel 1980, nel 1987 e 1988.
• Nel corso del periodo 1994 – 1999 sono stati eseguiti dei lavori di pulizia della muratura esterna e, previa mappatura e verifica con la Soprintendenza, rifacimento parziale dell’intonaco della facciata nord nonché interventi sulla copertura, sostituzione dei canali di gronda
• e sostituzione di parte dei serramenti esterni.

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