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Giunta straordinaria della Provincia sul Caso Wirlpool

La decisione della multinazionale è irreversibile, ma è pienamente disponibile a trovare soluzioni che rendano meno drammatica la situazione

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La realtà è che la Whirlpool se ne va, tutto il resto sono misure destinate a rendere meno disgustoso il rospo.
Se da una parte la Provincia sta trattando un’azienda che si è resa disponibile a fare qualsiasi cosa per rendere meno tragico l’evento, dall’altra la Provincia ha ben poche cosa da fare. Deve attivare gli ammortizzatori del caso, tenendo conto che si tratta comunque di misure transeunti.
 
Non solo, la prima cosa da ottenere dalla multinazionale è evitare la mobilità. Se vogliamo ricorrere alla Cassa Integrazione invece che alla disoccupazione, ci vuole un accordo tra gentiluomini affinché Provincia e Whirlpool trovino le vie per adire a questa formulazione.
Non sarà una cosa facile, ma abbiamo riscontrato la buona volontà da parte dell’azienda, che si è dichiarata disposta a concedere un periodo di 75 giorni estendibile a 150 per far sì che si possa attivare la Cassa Integrazione.
 
Ovviamente la Provincia deve fin d’ora darsi da fare per trovare altre aziende disponibili a mettere casa in Trentino, anche perché il caso Whirlpool è solo il più eclatante ma non l’unico.
Sono più di una trentina le aziende in crisi profonda, tutte affaticate da una crisi che dura ormai da cinque anni.
La stessa Whirlpool sperava di poter mantenere gli effettivi, ma dopo i 60 milioni perso lo scorso anno, dopo gli 8 milioni persi nel primo trimestre e dopo la perdita di quote di mercato, ha dovuto prendere la pragmatica decisione di accorpare la produzione del freddo e della cottura in un unico stabilimento in grado di giungere ai due milioni di unità prodotte con i soli 1.000 dipendenti di Cassinetta (Varese).
 
Per affrontare la situazione in maniera organica, la Giunta ha deliberato di istituire un gruppo di lavoro stabile in grado di affrontare la crisi occupazionale generata dalla crisi economica.
Questa è la prima risposta della Giunta provinciale che al caso Whirlpool ha dedicato una riunione straordinaria in mattinata e ha approvato - al termine del lungo incontro che in piazza Dante ha visto confrontarsi la Provincia con il presidente Alberto Pacher, l'assessore Alessandro Olivi e i dirigenti interessati con i rappresentanti dell'azienda, della Confindustria e delle organizzazioni dei lavoratori - una specifica delibera. 
 
«Non possiamo limitarci a prendere atto, ha detto il presidente Pacher. – Qui c'è un diffuso senso di responsabilità e abbiamo già registrato le preoccupazioni di altre categorie, che vivono di indotto [10 milioni all’anno – NdR]. Da una parte c'è la tutela dei lavoratori, dall'altra la ricerca di garanzie per mantenere la presenza produttiva nel manifatturiero. Il Trentino poggia su gambe diverse la sua identità economica, e l'industria é una di queste.»
 

 
«Dobbiamo mettere in campo – ha aggiunto l'assessore all'industria, Alessandro Olivi, esponendo quanto detto sopra – tutti gli strumenti per non dare come ineludibile il percorso che è stato prospettato. E i dati principali sono che si punta a non fermare la produzione e a non far partire la procedura di licenziamento finché non si giunge ad un accordo tra le parti.»
«Sono tre i livelli, – ha aggiunto Olivi, lungo i quali muoversi. – Verificare quali spazi vi siano per sospendere o rallentare il processo di mobilità dei lavoratori. Puntare a un piano sociale che verifichi tutto ciò che può essere messo in campo per assicurare futuro a queste persone; produrre un grande sforzo, da parte di tutti, perché quella fabbrica continui a esistere, anche se non avrà l'insegna Whirlpool sopra.»
«Se anche venissero messi in campo degli ammortizzatori sociali – ha aggiunto in conclusione – dobbiamo far sì che questi diventino un ponte verso qualcos'altro e non l'ultimo tratto di un binario morto.»
 
Il gruppo di lavoro sarà costituito dal dirigente generale del Dipartimento industria artigianato, Paolo Spagni (foto in basso); dal dirigente generale del dipartimento agricoltura, turismo, commercio e promozione, Paolo Nicoletti; dal dirigente generale dipartimento lavoro welfare, Livia Ferrario; dal presidente di Trentino Sviluppo, Diego Laner; dal presidente dell'Agenzia del lavoro, Michele Colasanto; dal dirigente del servizio lavoro, Sergio Vergari; dal dirigente del servizio finanza, ricerca e sviluppo dell’Agenzia provinciale incentivazione attività economiche, Michele Michelini; dal dirigente del servizio statistica, Giovanna Fambri.
 
Si tratta di un gruppo interdipartimentale chiamato a raccordare le azioni promosse in materia di ammortizzatori sociali a tutela del lavoratore con quelle attivate in materia di sviluppo economico e deindustrializzazione; fornire supporto tecnico ai tavoli di crisi aziendale; fornire supporto tecnico al governo del piano sociale previsto nel caso di ristrutturazione aziendale; definire strumenti di monitoraggio e valutazione delle politiche di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori coinvolti; fornire un quadro analitico e aggiornato del fabbisogno occupazionale e di richieste di insediamenti o ampliamenti produttivi; delineare le opportune azioni ed individuare gli strumenti per favorire le politiche di riconversione e di contrasto alla crisi economica e finanziaria in atto.

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