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Per Ugo Rossi l’autonomia iniziò all’epoca del Concilio di Trento

Cerimonia ufficiale al castello del Buonconsiglio con il cardinale Walter Brandmüller a 450 anni dalla chiusura del Concilio di Trento

Il cardinale Walter Brandmüller era presente ieri al Castello del Buonconsiglio alla cerimonia ufficiale, a 450 anni dalla chiusura (per la precisione era il 4 dicembre del 1563), dello storico Concilio di Trento.
L'inviato speciale di Papa Francesco è stato accompagnato dal vescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan e ad accoglierlo - accanto ad autorità civili e militari - c'erano il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi e il sindaco della città, Alessandro Andreatta oltre al direttore del Castello del Buonconsiglio, Franco Marzatico.
 
«È un momento importante e allo stesso tempo emozionante quello che mi vede oggi qui a Trento quale inviato speciale di papa Francesco in occasione delle celebrazioni dei 450 anni dalla chiusura del Concilio ecumenico della vostra città, – ha detto il cardinale. – Ho speso quarant'anni della mia vita a studiare la storia di ogni Concilio e sono lieto che il santo Padre abbia voluto indicarmi quale suo inviato.
«E qui voglio ricambiare la calorosa accoglienza ricevuta, ricordando l'augurio che la Chiesa cattolica fa affinché cresca e fiorisca sempre più, in questa bella regione, lo spirito che fortifica non solo la Chiesa, ma la Comunità tutta.»
 
Dopo l'intervento di Marzatico, che ha tracciato le coordinate storiche, artistiche e architettoniche del Castello (che ospitò a sua volta importanti momenti del Concilio, dal 1545 al 1563) il sindaco Andreatta ha salutato l’ospite.
«Trento deve quello che è anche e soprattutto grazie al Concilio che indicò comunque, al di là degli esiti del tempo, come questa fosse terra dialogante che crede nell'incontro.»
Il vescovo Bressan ha ricordato le figure storiche dei cardinali Clesio e Madruzzo e ha dato lettura del testo con il quale Papa Francesco ha indicato il cardinale Brandmüller a rappresentarlo.
 
Il presidente Rossi ha ricordato come «oggi noi possiamo dire che quello che venne scritto e vissuto 450 anni fa nella cattedrale di San Vigilio e nella vicina chiesa di Santa Maria Maggiore fu uno dei capitoli centrali di una storia che ha portato il Trentino a essere corridoio di merci e mercanti, di invasori e di eserciti, di re e imperatori, ma anche di santi e di eremiti, di idee e di cultura».
«È nata così l’Autonomia che guida le nostre genti ad essere responsabili del proprio futuro: è nata confrontandosi con le genti dell’Europa storica, antica e moderna, per essere cuore pulsante dell’Europa contemporanea.»
 
«Il Concilio di Trento – ha detto ancora il presidente Ugo Rossi – è uno di quegli avvenimenti storici che in tutto il mondo cattolico e in quello protestante è ricordato, studiato, discusso.
«Trento fu l’epicentro dell’Europa di quegli anni, fu la capitale teologica, ma anche politica e sociale di un mondo dilaniato da diatribe a volte feroci, da conflitti a volte sanguinosi.
«Piace, oggi, a quasi mezzo millennio di distanza, sottolineare alcuni aspetti del tutto particolari e peculiari che ci aiutano a leggere anche il mondo di oggi, l’attualità in cui siamo oggi inseriti.
«Trento, che contava all’epoca solo poche migliaia di abitanti, accolse quasi duemila ospiti venuti da tutta Europa, che crearono è vero alcuni problemi organizzativi e di ospitalità, ma che comunque seppe rispondere in modo positivo, se è vero che il lungo Concilio giunse fino alla sua conclusione».
 
«Fummo insomma in grado – ha proseguito Rossi – di dimostrare quello spirito di ospitalità montanara, semplice e frugale che è oggi una delle caratteristiche meglio apprezzate del nostro essere terra di ospitalità.
«Trento fu cornice e testimone, negli anni del Concilio, di una lunga diatriba tra mondo cattolico e nascente mondo protestante, tra la Chiesa di Roma e la dottrina luterana allora montante.
«Non si riuscì, allora, a costruire quel ponte per favorire il quale era stata scelta una città situata a scavalco tra Nord-mitteleuropeo e Sud-mediterraneo, non si riuscì a trovare una mediazione che accontentasse le ragioni e le richieste delle parti in causa, eppure oggi Trento e la sua diocesi stanno vivendo una splendida stagione di ecumenismo, che dura ormai da parecchi decenni, rinvigorita e rinfocolata dal Concilio Vaticano II.
 
«Moltissimi sono i momenti e gli eventi legati all’ecumenismo in Trentino, – ha aggiunto il presidente. – Ne ricordo per tutti uno soltanto: proprio una decina di giorni fa, a Calavino, splendido centro della nostra Valle dei Laghi in cui visse e dimorò la importante famiglia dei Madruzzo, che al Concilio di Trento diede ben due vescovi, Cristoforo e Ludovico, il nostro arcivescovo monsignor Bressan s’è incontrato per una preghiera ecumenica con il pastore luterano Martin Burgenmeister.
«Ecco uno dei segni, forse non il più importante, ma significativo di come la storia possa evolvere da condizioni di conflitto a situazioni di incontro, di dialogo, di fraterna e rinnovata amicizia.»
 
«Il Trentino – ha concluso Ugo Rossi – vuole far tesoro di questa lezione, di questa testimonianza spirituale ed ecumenica per affrontare sia la difficile e complicata situazione sociale ed economica che stiamo vivendo, sia per trovare all’interno di ognuno di noi la forza per individuare strade nuove che ci facciano così uscire dal labirinto in cui abbiamo rischiato di perderci.
«I 450 anni dall’apertura del Concilio di Trento coincidono insomma con un rinnovato senso di comunità che vogliamo costruire nella nostra terra, realizzando una coesione sociale che prim’ancora è una coesione etica basata sui valori dell’incontro, dell’ascolto, della condivisione, della corresponsabilità.»

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