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«La Shoah dei disabili: respinti anche oggi»

Mostra dell’Anffas inaugurata a palazzo Trentini nella Giornata della Memoria

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Una vita si può essere indegna di essere vissuta? Chi stabilisce i parametri scientifici con cui distinguere se è degna di essere vissuta o no? La scienza ha dei confini etici oppure giustifica ogni azione sulla vita umana?
Sono queste le domande di grande attualità poste dalla mostra «Perché non accada mai più RICORDIAMO», che ha aperto questa mattina a palazzo Trentini la Giornata della Memoria.
Con un percorso di 31 pannelli la mostra, curata dall’Anffas Emilia Romagna e visitabile gratuitamente fino al 7 febbraio nell’atrio d’ingresso della sede del Consiglio provinciale, da cui è patrocinata, ricorda attraverso foto e descrizioni «Aktion T4», l’operazione di sterminio di 300.000 persone portatrici di varie disabilità psichiche e fisiche, voluta dai nazisti a partire dal 1939, che fu una prova generale della Shoa ma che proseguì anche dopo la fine della guerra.
 
Dorigatti: «Il negazionismo uccide due volte.»
«Assistiamo oggi in Europa a un’inquietante ripresa di fenomeni come il razzismo, l’antisemitismo e il nazismo che vedono nella diversità psicofisica delle persone non una ricchezza ma qualcosa da eliminare», ha detto il presidente Bruno Dorigatti all’inaugurazione della mostra patrocinata dal Consiglio provinciale.
«Questi pannelli – ha aggiunto ringraziando di ciò l’Anffas – raccontano le spaventose conseguenze dell’ideologia della razza pura affermatasi grazie a una campagna culturale. Per questo servono consapevolezza e indignazione di fronte al negazionismo, che uccide due volte.»
«Vi invito a visitare i lager di Auschwitz e Birkenau», ha concluso Dorigatti.
«Io ci sono stato: quei luoghi rendono consapevoli di quel che è realmente accaduto e come si possa arrivare a perdere non solo la ragione ma anche l’umanità.»
 
Enderle: «La Danimarca vuol diventare un Paese Down free.»
A seguire il presidente di Anffas Trentino Luciano Enderle ha sottolineato che l’idea della purezza della razza ha potuto nascere e trovare l’appoggio di un’intera nazione, anche perché la propaganda nazista ha convinto il popolo che l’eliminazione fisica dei criminali, dei deformi e dei «diversi» avrebbe permesso enormi risparmi.
Tra le vittime dell’operazione «Aktion T4» Enderle ha ricordato anche i 400 trentini malati psichici deportati da Pergine e mai più ritrovati.
«Non dimenticare – ha concluso – significa ricordare ciò che sta accadendo oggi in Olanda, dove dal 2006 un protocollo prevede la soppressione dei bambini nati con malattie genetiche. O in Danimarca, che dal 2012 pratica l’aborto terapeutico per eliminare i bambini con sindrome di Down con l’esplicito intento di raggiungere a breve l’obiettivo di un territorio nazionale Down free.»
Ha chiesto allora Enderle.
«Chi ci assicura che lo stesso trattamento non possa essere riservato a persone menomate da incidenti o indebolite dall’età avanzata? È giusto attribuire alle «vite imperfette» meno valore delle «vite sane»? Dietro certi cori e scritte razziali c’è l’idea che delle persone valgono di meno e altre che valgono di più.»
«Ma si può essere complici dell’intolleranza anche con l’indifferenza.»
 
Castelli: «Il razzismo di oggi è ancor più pericoloso.»
«Ricordare questa strage 70 anni – ha osservato l’assessore all’istruzione del Comune di Trento Paolo Castelli – ha senso perché l’oblio offre un terreno favorevole o per il negazionismo o per il rigurgito e la reinterpretazione delle idee da cui fu causata. Negazionismo e rigurgito ancor più pericolosi oggi perché collegabili con le potenzialità scientifiche e tecnologiche di cui disponiamo. Teniamo conto – ha ammonito – che il rischio del razzismo è sempre dietro l’angolo.»
 
Reggi: il darwinismo sociale sacrifica l’individuo alla società.
Virginia Reggi, curatrice della mostra per Anffas Emilia Romagna, ha ricordato che a «sdoganare» la memoria dello sterminio dei disabili con «Aktion T4» è stato nel 2011 l’attore Marco Paolini con il spettacolo «Ausmerzen» (poi diventato un libro).
Reggi ha ricordato che «all’origine dell’idea di eliminare i disabili non ci sono solo la follia di Hitler e il fanatismo nazista anche dinamiche economiche e scientifiche ancora molto attuali. Dinamiche culturali secondo cui la vita umana vale la pena di essere vissuta solo se sana».
E ha aggiunto
«Assistiamo ancor oggi a non poche manifestazioni di quel darwinismo sociale da cui è derivata l’eugenetica di Francis Galton. Come quando si rifiuta chi è affetto dalla sindrome di Dawn, o si ha paura del diverso, e tutte le volte in cui l’individuo è sacrificato agli interessi della collettività, al benessere generale e quindi emarginato.»
Qualche esempio? «In Italia accade agli esodati, in Cina alle donne che non servono alla società e all’economia, per cui si limitano le nascite.»
«Anffas – ha concluso Raggi – si augura che questa mostra sia un invito a vedere, a guardare, e a non restare solo meravigliati.»

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