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Il Giorno della Memoria 2014 pensando ai giovani

Al Commissariato del Governo la cerimonia di consegna dei riconoscimenti a cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti

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«È accaduto e quindi può accadere di nuovo.»
Basterebbe questa frase, pronunciata stamani da una studentessa alla cerimonia organizzata al Commissariato del Governo per dare un senso al «Giorno della memoria» che, per legge, coincide con quel 27 gennaio di quasi settant'anni fa, quando si aprirono i cancelli di Auschwitz.
Oggi, ad onorare con la consegna delle medaglie d'onore chi ha vissuto in prima persona quei terribili anni e a rilanciare il monito a non dimenticare erano in molti, dalle autorità locali ai ragazzi della V B del liceo Rosmini di Trento.
 
«Questo gesto – ha spiegato Squarcina – non ha la pretesa di compensare la tragedia subìta, ma vuole essere un segno di altissimo apprezzamento verso chi ha dato prova di valore, di solidarietà. Molte di queste persone non sono più in vita ma il loro esempio deve servire a creare un ponte fra generazioni.»
 
«Dobbiamo coltivare la memoria e la coscienza collettiva – gli ha fatto eco il presidente Ugo Rossi – perché questi fatti non si ripetano. È particolarmente importante parlare ai giovani perché ricordare queste tragedie serve a mettere a fuoco i propri ideali, a definire i confini del proprio agire e del proprio credere in un’epoca di grandi inquietudini, grandi cambiamenti e grandi interrogativi che sembra scuotere nel profondo anche il sistema di valori che i nostri padri ci hanno tramandato.
«La tecnologia ci insegna che è la memoria a permettere ai computer di funzionare. Anche per l’uomo è così. Ma ricordare è solo la premessa. Nella grande mole delle informazioni oggi disponibili si deve riuscire a scegliere. Si deve esercitare anche il senso critico, la capacità di discernere tra il bene e il male.
«Per questo è importante, ricordando i lati più bui della storia, rivolgersi a chi, come i giovani, si sta formando come persona e come cittadino.
«Oggi è il giorno della memoria ma anche il giorno in cui rinnoviamo il nostro impegno a salvaguardare i valori più profondi della nostra società, che sono il rispetto della vita e della persona, la solidarietà, la convivenza.»
 

 
È toccato poi al sindaco di Trento, Alessandro Andreatta porre l'accento sul principale dei rischi che una comunità può correre, vale a dire l'indifferenza, che anche l'esercizio della memoria può contrastare.
Subito dopo, il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi ha tracciato alcuni momenti della storia di Giuliano Poggi Pollini, di Mario Tecilla e Guido Hueller (nella foto sotto il titolo, l'unico dei tre insigniti oggi rimasto ancora in vita).
 
I momenti più toccanti li hanno regalati gli studenti del Liceo Rosmini che hanno voluto spiegare il motivo del loro percorso di approfondimento («un giorno i testimoni viventi non ci saranno più») leggendo alcune riflessioni unite ai primi passi di «Se questo è un uomo» di Primo Levi.
Quasi 70 anni fa le truppe sovietiche dell'Armata Rossa irruppero ad Auschwitz, in Polonia, rendendo manifesto al mondo l'orrore dei campi di concentramento nazisti.
Per non dimenticare la tragedia dell'Olocausto scuole, biblioteche, comuni, teatri e associazioni trentine, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, hanno elaborato una serie di appuntamenti e incontri articolati in diversi giorni, anche se è il 27 gennaio che si celebra il Giorno della Memoria, istituito in Italia, come in moltissimi altri Paesi del mondo, con una legge risalente al 2000.
 

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