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Ricordato oggi Silvius Magnago a 100 anni dalla nascita

Kompatscher: «È il padre della nostra autonomia e il faro di un'intera regione» – Durnwalder: «La sua figura è un patrimonio per tutti e tre i gruppi linguistici»

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Condividiamo in pieno il pensiero di Arno Kompatscher e di Luis Durnwalder sul ruolo di Silvius Magnano.
La sua volontà di staccarsi da Trento («Los von Trient») anziché da Roma è stata la pietra miliare dell’autonomia non solo dell'Alto Adige ma anche del Trentino.
È stato fondamentale dividersi, perché da allora le due province sono andate avanti da sole, ognuna secondo le proprie peculiarità e necessità, secondo la propria storia e la propria cultura.
Per poi ritrovarsi entrambe, indipendenti, con lo stesso pensiero, lo stesso senso autonomistico, la stessa tolleranza, la stessa serietà e lo stesso ceppo libertario che ha sempre segnato queste due regioni di confine.
Per trovare i Trentini così vicini agli Altoatesini dovevamo proprio separarci.
 
Unica cosa che non condividiamo di Magnago è la sua osservazione sulla prima serie di attentati dinamitardi (la seconda è stata condannata anche da Magnago), per cui avrebbero «accelerato il processo di separazione».
A leggere oggi i lavori della Commissione dei 19, che ha portato al «Pacchetto di misure del Trentino Alto Adige», abbiamo la certezza che tutti i politici di allora volevano davvero giungere a una soluzione condivisa.
Una citazione per tutte, estrapolata dei verbali delle sedute.
On. Riz: «Apprendo con piacere che l’on. Piccoli ha iniziato la sua relazione esattamente come l’avevo iniziata io…»
L'idea che gli ultimi governi italiani abbiano provato a modificare in pochi giorni il lavoro di 10 anni della Commissione dei 19 si commenta da sola.

Le massime cariche istituzionali della Provincia di Bolzano erano rappresentate dal Presidente della Giunta, Arno Kompatscher, e dal Presidente del Consiglio, Thomas Widmann, affiancati dal Presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi.
La cerimonia si è aperta con un contributo audio dell'archivio-Baumgartner, nel quale Magnago si dichiarava «soddisfatto dei risultati raggiunti», ma si chiedeva anche se un'altra persona, al suo posto, sarebbe riuscito a fare di più.
Una dimostrazione di modestia, che Kompatscher, nel corso del suo intervento, rispedisce al mittente, paragonando l'ex Presidente altoatesino a un «faro in grado di illuminare il percorso verso un Alto Adige migliore, dove la speranza è più forte della sfiducia e della diffidenza, difendendo sempre il suo approccio di ripudio ad ogni tipo di violenza».
«Silvius Magnago - ha proseguito Arno Kompatscher - ha utilizzato l'accendersi del conflitto a livello locale per avviare con Roma trattative vere, concrete, degne di questo nome. Il risultato, ovvero il Pacchetto, è stato un autentico capolavoro.»
 
Ricordando la figura dell'ex Landeshauptmann scomparso il 25 maggio del 2010, Kompatscher ha indugiato sul valore storico della sua personalità.
«Che non deve essere sinonimo di antico o superato – ha aggiunto – dato che dalla vita e dalle opere di Magnago si possono trarre anche oggi insegnamenti importanti: la tenacia, la perseveranza, ma anche la capacità di dare vita a compromessi positivi, nella convinzione che nessuna società può fondarsi sull'odio e sulla violenza.»
 
Nel suo intervento, il Presidente del Consiglio provinciale Thomas Widmann ha sottolineato che «Magnago ha creato le basi dell'autonomia, a noi spetta il compito di aggiornale giorno dopo giorno».
«Se l'Alto Adige di oggi è diventato una regione invidiata da tutti, lo si deve a due persone: Dio, che ha creato questo magnifico paesaggio, e Silvius Magnago, il quale ha fatto in modo che gli abitanti di questa terra trovassero la strada per vivere assieme pacificamente, nonostante le diversità.»
 
Il Presidente emerito della Provincia, Luis Durnwalder, ha invece aggiunto che «l'eredità lasciata da Magnago è e sarà sempre attuale».
«La sua figura è un patrimonio per tutti e tre i gruppi linguistici di questa terra, che possono oggi beneficiare dei vantaggi resi possibili dalle dure trattative portate avanti negli anni '60 e '70.
«Silvius Magnago – ha concluso Durnwalder – sapeva che il secondo Statuto non poteva essere solo un punto di arrivo, ma un punto di partenza sul quale costruire un'autonomia sempre più moderna.»
 
L'ex assessore provinciale, ed ex sindaco di Bolzano, Giancarlo Bolognini, ha spiegato che «nel secondo dopoguerra vi furono persone che si impegnarono con passione e responsabilità in un percorso difficile e impopolare verso l'autonomia».
«Tra loro soprattutto Silvius Magnago, ma anche Joseph Gargitter e Alcide Berloffa: furono in grado di ricostruire civilmente la comunità locale, rendendo possibili nuove relazioni a livello locale e nazionale verso un orizzonte europeo che andasse al di là dei vecchi confini.»
Il ladino Hugo Valentin, anch'egli ex membro della Giunta provinciale, ha infine voluto ricordare Magnago come «un politico di statura europea, riconosciuto da tutti come il padre dell'autonomia altoatesina».

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