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Che ne dite del mestiere del «Codista? – Di Nadia Clementi

Ne abbiamo parlato con il dott. Giovanni Cafaro, che con la sua nuova attività, appunto di «codista», fa parlare di sé dalla stampa nazionale ed estera

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Parliamo in questa intervista dell’originale iniziativa proposta da Giovanni Cafaro, un giovane 40enne laureato in Scienze della comunicazione di origine salernitana, residente da 12 anni a Milano.
Disoccupato a seguito del trasferimento di sede dell’azienda presso la quale lavorava nel settore marketing e trovatosi nella necessità di sopperire alle emergenze economiche, non si è perso d’animo e con coraggio e determinazione ha inventato una nuova figura professionale: il codista.
Questa singolare professione consiste nell’affrontare le code di attesa per sbrigare pratiche burocratiche e altre incombenze che richiedono tempo, il tutto per un compenso lordo orario di € 10,00.
Un lavoro all’apparenza semplice, ma che richiede organizzazione e competenza, sicuramente originale, tanto che lo ha reso vincente sia dal punto di vista specialistico che mediatico.
 
La sua intuizione imprenditoriale ha infatti incuriosito la stampa e l’opinione pubblica nazionale ed estera portandolo ad essere ospite di varie importanti trasmissioni televisive quali: La vita in diretta,  Virus, Uno mattina e Mattino cinque. Mentre La 7 gli ha dedicato un servizio esclusivo, così come il tg1, tg4 e studio aperto e Telelombardia.
La notizia ha fatto eco anche su tutti i quotidiani nazionali più importanti ossia: Corriere, Repubblica, La Stampa, Il Giorno, Libero, Avvenire e la rivista Oggi.
Non è mancata la stampa estera con articoli apparsi su: Le Monde, le Parisien, le Point, la TV spagnola e quella svizzera, la BBC radio, the Guardian, e altri articoli pubblicati in Belgio, Olanda, a Mosca, Spagna, Inghilterra, Croazia.
Insomma l’attività di Giovanni ben raccontata e commentata dal giornalista Gramellini nella trasmissione condotta da Fazio su Rai 3 pare diventata «la soluzione all’italiana» in risposta all’emergenza disoccupazione Europea.
 
A seguito di tanto rumore mediatico alcuni imprenditori non si sono fatti sfuggire l’occasione di contribuire allo sviluppo di quella che potrebbe diventare una nuova attività assai redditizia, basata appunto sul disagio delle persone che non sanno attendere pazientemente il proprio turno.
Di come sono andate le cose e di quali sviluppi futuri possa avere la nuova professione di codista lo abbiamo chiesto telefonicamente al dott. Cafaro che ci ha concesso questa interessante intervista. 
  
Dott. Giovani Cafaro ci racconta brevemente come è nata la sua nuova attività di «codista»?
«Nell'estate del 2013 lavoravo per un’azienda come responsabile marketing, ma poi è accaduto quello che non mi aspettavo: la ditta si trasferisce all'estero e io rimango senza lavoro.
«Inizio ad inviare centinaia di curriculum, ma le risposte, poche a dire la verità, sono sempre le stesse, le faremo sapere, lei è troppo qualificato etc...
«I mesi passavano e il lavoro non arrivava, quindi ho detto a me stesso: a questo punto il lavoro me lo invento, ma cosa? E qui nasce la mia idea ...
«Ero in coda in un ufficio pubblico per una pratica personale e vedevo che le persone erano seccate di fare la coda a volte per ore per risolvere questioni personali, sottraendo tempo alle loro esigenze magari più importanti o al loro lavoro,  così mi si è accesa una lampadina.(?)... e ho pensato. Sarebbe bello poter fare la fila per gli altri e offrire un servizio quotidiano alla gente che non ha il  tempo o voglia di andare a fare la coda negli uffici pubblici.
«Ed eccomi qua, dapprima ho ideato e stampato un volantino in 5000 copie che ho di seguito distribuito nelle vie e piazze di Milano, da li a poco sono arrivati i primi contatti e le richieste dai clienti.»
 
Chi sono i suoi clienti? Come li contatta?
«In genere i clienti mi contattano tramite telefono o facebook e tra pochissimo anche dal sito internet che sto realizzando, sono diversi dal professionista, all'imprenditore, dalla mamma al pensionato, dall’anziano al disabile.»
 
Riceve tante chiamate?
«All'inizio le chiamate erano poche, adesso sono di più, ma spero per il futuro che i clienti aumentino.»
 
Quali sono le pratiche che sbriga e in quali uffici?
«In genere le pratiche che mi vengono affidate, alcune con delega altre senza, sono personali, fiscali o semplicemente il pagamento di bollettini postali.
«Mentre gli uffici dove solitamente faccio la coda sono principalmente: poste, Asl, agenzia delle entrate, Inps, ufficio del catasto, banche, assicurazioni etc.»
 
Quanto guadagna di media al giorno?
«Non vi è una media dipende dalle persone che mi contattano alcune chiedono solo informazioni e altre invece gradiscono il mio lavoro di codista e mi affidano le loro pratiche.»
 
Quante ore di coda fa circa al giorno?
«Dipende dai giorni e dagli uffici alcune volte un’ ora altre volte anche due o tre, cerco di evitare le fasce orarie più gettonate andando al mattino presto, evitando la pausa pranzo o il pomeriggio e la sera per non gravare sui costi dei clienti che sono comunque legalmente riconosciuti.»
  
È un lavoro faticoso o noioso o semplicemente un lavoro come un altro?
«Èun lavoro che mi piace fare con grande entusiasmo, professionalità, cordialità, calma e pazienza. Un lavoro nuovo che ho inventato e che vorrei avesse un futuro.»
 

 
Abbiamo visto che la stampa è stata molto coinvolta dalla sua nuova attività, Possiamo chiederle come è stato contattato dai media? 
«È successo tutto per caso, il mio volantino è capitato in mano ad un giornalista, che dopo avermi conosciuto e incontrato ha pubblicato la mia storia e da li poi sono intervistato da altri giornali, televisioni, radio etc.»
 
Secondo Lei come mai la sua storia ha destato tanto interesse da rimbalzare nei giornali e tv nazionali e perfino esteri?
«In un momento di crisi  come questo, trasformare un’idea in un’opportunità di lavoro, inventandosi una nuova professionalità, è un messaggio vincente che invita al cambiamento, a credere che in qualsiasi situazione esiste sempre una via di fuga, l’importante è non mollare mai.»
 
È stato contattato da qualche imprenditore? Vede un futuro nella sua nuova attività?
«Si, sono stato contattato anche da alcuni imprenditori, i quali mi hanno fatto delle proposte, ma che ho gentilmente e volutamente declinato.
«Il mio obbiettivo è quello di creare una mia agenzia non solo a Milano ma anche in altre città italiane, per attivare e formare codisti sul territorio e in particolare per dare la possibilità, ai giovani e ai disoccupati di poter collaborare e lavorare con la mia nuova struttura.»
 
La storia di Giovanni, potrebbe essere quella di tanti altri giovani laureati e non che cercano il lavoro che non c’è, vuole essere un esempio di grande umiltà, coraggio e determinazione, un invito a pensare come rimboccarsi le maniche per costruire un futuro migliore. 
 
Nadia Clementi
n.clementi@ladigetto.it

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