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In una ricerca, la rivoluzione delle foto: dalle Polaroid ai «Selfie»

Per il 61% l’istantanea è stata un modo rivoluzionario di fare foto, il 31% soffre di sindrome dello «scatto facile», il 46% usa i filtri per migliorare le immagini

Con 3.572 foto al minuto, ovvero 5 milioni di immagini condivise sui principali social network al giorno, in Italia la parola d’ordine sembrerebbe proprio essere: «Scattare!».
Da quando poi è scattata (scusateci il termine) la mania dei «selfie», questa tendenza a rendere pubbliche le proprie fotografie sembra davvero inarrestabile.
 
Ma cosa ne pensano gli italiani di questo fenomeno? Sono favorevoli o contrari a fare della «piazza multimediale» una mostra senza sosta di immagini – più o meno – interessanti? Lo svela una ricerca di Kingston Technology il principale produttore indipendente di memorie del mondo che conosce da vicino il mondo della fotografia, fornendo da anni svariati modelli di schede di memoria, da quelle professionali a quelle per un pubblico più ampio.
Partiamo con un po’ di storia. Può apparire un po’ vintage il suono della parola «polaroid», ma cosa suscita nei nostri connazionali? Il 61% ritiene che, per quei tempi, è stata un modo rivoluzionario di fare foto, pioniere delle abitudini di oggi di avere immediatamente la foto a disposizione.
 
Il 35% lo considera, nostalgicamente, un caro vecchio ricordo da non dimenticare.
Solo il 4% la ritiene una tecnologia assolutamente superata che non ha più ragione di esistere.
 
Se si parla, invece, di rullino fotografico, il 40% degli intervistati rivive l’emozione della corsa dal fotografo al rientro delle vacanze, con la speranza di avere un ricordo tangibile di quei giorni meravigliosi.
Il 29% ripensa all’ansia da «fine rullino», mentre il 19% lo ricollega al panico di «bruciare» tutte le foto nell’estrazione del rullino dalla macchina fotografica.
 
Con la tecnologia di oggi, scattare è diventato davvero immediato, forse anche troppo.
Cosa ne pensano gli italiani? Il 57% auspica a un po’ di selezione da parte di chi abusa del tasto «SHOT», mentre al contrario, il 31% sembra soffrire di sindrome dello «scatto facile».
 
Ma l’innovazione non solo offre la possibilità di fare foto sempre e ovunque: consente anche ai meno avvezzi di modificare le proprie foto.
Oggi infatti, mancanza di luce, imperfezioni e colori pallidi non sono più un problema grazie ai vari filtri selezionabili sui dispositivi, utilizzati dal 46% solo se è il caso di aggiustare e correggere l’immagine.
 
Stessa percentuale (46%) per chi invece preferisce largamente l’effetto naturale (se una foto viene male si cancella e si scatta di nuovo).
Una foto su 5 sarebbe creata appositamente per essere condivisa in digitale con i propri amici e conoscenti: secondo la ricerca di Kingston Technology, il 46% si limita a farlo so quando ha qualcosa di davvero interessante, mentre il 13% lo fa almeno una volta al giorno.
 
Il 39% pubblica immagini di viaggi, vacanze o party con gli amici, mentre il 24% è rimasto affezionato ai classici ma sempre piacevoli panorami.
Seguono a ruota le foto con il partner (14%), le prelibatezze culinarie (8%), i «selfie» (8%) e i cuccioli (7%).
 
Una curiosità sui selfie? Il 62% dichiara stizzito di lasciare in esclusiva alle celebrities gli autoscatti: e come si spiega la febbre di foto fatte da sé che impazza sul web tanto da diventare la parola dell’anno?
«Anche se si mostra un po’ di insofferenza nei confronti dell’aumentare degli scatti inutili condivisi, i numeri parlano chiaro: li italiani scattano mediamente 3,3 miliardi di foto ogni mese», ha dichiarato Fabio Cislaghi, Business Development Manager di Kingston Technology.
 
«Questa rivoluzione del mondo della fotografia è potuta accadere solo grazie alla tecnologia avanzatissima dei dispositivi diventati ormai di massa e non più solo appannaggio degli appassionati. Tutto questo ha generato nuovi bisogni da parte degli utenti: da un lato si richiede una memoria maggiore sui propri device, e dall’altro nasce la necessità di prestazioni superiori rispetto al passato. E noi di Kingston, con le nostre schede di memoria per smartphone o fotocamere, vogliamo dare degna risposta proprio a queste nuove esigenze.»

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