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Anche in Trentino cooperative meglio di SPA e Srl nella crisi

Il dato emerge da uno studio Euricse che aggiorna al 2012 la funzione anticiclica delle cooperative della provincia di Trento

Abbiamo scritto «Anche» in Trentino perché la funzione è stata estrapolata da un campione nazionale comprendente 6.755 coop, 16.632 spa (un numero solo leggermente inferiore a quello della precedente elaborazione) e 112.597 srl con un fatturato sempre superiore ai 500 mila euro, che hanno depositato il bilancio in tutti gli anni compresi tra il 2006 e il 2012,
Il campione utilizzato è altamente significativo. Con riferimento all’anno 2009, esso rappresenta infatti il 43%, il 50% e il 56% del valore aggiunto realizzato rispettivamente dal totale di coop, spa e srl (cfr. Euricse, 2013, cap. 10).

Una ricerca specifica dedicata al fenomeno in Trentino Le cooperative trentine confermano la loro maggior tenuta durante la crisi, già evidenziata nei confronti delle spa, anche rispetto alle srl.
Lo stesso tipo di aggiornamento è stato effettuato sui dati a livello nazionale, con l'ampliamento del 2° Rapporto sulla Cooperazione in Italia. Anche in questo caso i risultati mostrano un'impresa cooperativa più resistente alla crisi rispetto a entrambi i tipi di società di capitali.
 
Lo studio in oggetto si propone di aggiornare al 2012 la funzione anticiclica delle cooperative con riferimento alla provincia di Trento e di allargare il confronto anche alle srl e dunque considerando nella comparazione con le coop entrambi i tipi di società di capitali.
Vengono quindi presi in esame i tassi di crescita complessivi di coop, spa e srl con riferimento al valore aggiunto, ai redditi da lavoro dipendente e al capitale investito.
Il campione esaminato comprende 227 cooperative, 182 spa e 1.074 srl, cioè tutte le società che hanno depositato il bilancio in tutti gli anni compresi tra il 2006 e il 2012, con un fatturato sempre superiore ai 500 mila euro.
 
L’analisi dell’arco temporale che va dal 2006 al 2012 conferma i risultati già emersi precedentemente (Facts&Comments, Euricse): per la maggior parte degli indicatori le coop crescono di più. Non solamente rispetto alle spa, ma anche alle srl.
Innanzitutto l’andamento della ricchezza creata dal 2006 al 2012 è per le cooperative decisamente superiore a quello delle altre due forme di impresa: +33,2% contro +12% delle spa e +11,4% delle srl (fig. 1).
La minor dipendenza delle cooperative dal ciclo risulta particolarmente evidente nei due periodi più critici della crisi: nel 2008/09 con un +5,2% per le coop contro un -9,8% per le spa e un +0,1% per le srl, e nel 2011/12 con un +0,3% per le coop contro un -2,4% per le spa e un -6,8% per le srl. A differenza del caso italiano (cfr. Facts&Comments, Euricse), le cooperative trentine sono riuscite a incrementare la ricchezza generata anche nel 2012. 
  
Figura 1 – Numeri indici a base mobile del valore aggiunto del totale di coop, spa e srl. %; valori a prezzi correnti. Anni 2006 – 2012 
 
Fonte: elaborazioni su dati Aida.
 
Figura 2 – Scomposizione dei tassi di crescita del valore aggiunto di coop, spa e srl per effetto trend, settoriale e proprietario – valori %. Anni 2006 – 2012 
 
Fonte: elaborazioni su dati Aida.
Legenda: trend = crescita registrata dal campione considerato nel suo complesso;
settore = crescita garantita dalla maggiore concentrazione in settori a crescita più sostenuta
forma = crescita garantita dalla differente natura dell’impresa

La scomposizione dei tassi di crescita del valore aggiunto delle tre forme d’impresa per l’intero periodo mette inoltre in luce come al risultato raggiunto dalle cooperative abbia certamente concorso la loro più elevata concentrazione in settori a crescita più sostenuta, ma, allo stesso tempo, segnala come sia la differente natura dell’impresa la ragione più rilevante del divario tra le cooperative ed entrambi i tipi di società di capitali (cfr. fig. 2).
Anche per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente, le cooperative si contraddistinguono per una crescita complessiva nell’intero periodo superiore a quella delle società di capitali, con un restringimento del differenziale solamente rispetto alle srl: 39,5% contro 17,6% di spa e 27,4% di srl (fig. 3).
Pure in questo caso, la difformità tra le cooperative e le altre imprese è risultata più evidente durante le fasi più acute della crisi: nel 2008/09, con un +6,7% per le coop contro un -6,8% per le spa e un +2,2% per le srl; nel 2011/12, con un +2,3% per le coop contro un +0,9% per le spa e un -1,5% per le srl. 
 
Figura 3 – Numeri indici a base mobile dei redditi da lavoro dipendente del totale di coop, spa e srl. %; valori a prezzi correnti. Anni 2006 – 2012 
 
Fonte: elaborazioni su dati Aida.
 
La variazione delle risorse complessive investite nell’attività produttiva dal 2006 al 2012 risultano invece leggermente inferiori nelle cooperative rispetto alla altre due forme d’impresa: +30% per le coop, +37,6% per le spa e +33,8% per le srl (fig. 4).
Le cooperative tuttavia si sono contraddistinte per un andamento più regolare del capitale investito nel periodo. Non è inoltre da escludere che la notevole variazione registrata, soprattutto dalle srl, nel 2008 vada attribuita alle politiche promosse dalla Provincia Autonoma di Trento a sostegno delle imprese.
A tal proposito, è interessante notare come invece negli ultimi due anni le coop si siano caratterizzate per un incremento del capitale investito nettamente superiore sia a quello delle spa che a quello delle srl: nel 2010/11 con un +7% contro un +3,7% di spa e un +3,3% di srl; nel 2011/12 con un +2,3% contro un -0,1% per entrambe le società di capitali. 
 
Figura 4 – Numeri indici a base mobile del capitale investito del totale di coop, spa e srl. %; valori a prezzi correnti. Anni 2006 – 2012 

Fonte: elaborazioni su dati Aida.
 
Figura 5 – Numeri indici a base mobile del patrimonio netto del totale di coop, spa e srl. %; valori a prezzi correnti. Anni 2006 – 2012 
 
Fonte: elaborazioni su dati Aida.
 
Le risorse proprie (patrimonio netto) sono state invece interessate da una crescita significativamente superiore nelle imprese di capitali, con un +71,4% per le spa e un +88,5% per le srl contro un +39,1% per le coop (fig. 5).
Tale differenza si è definita, a vantaggio delle spa, in seguito agli investimenti degli anni 2008 e 2009, mentre, a favore delle srl, come effetto della loro massiccia patrimonializzazione del 2008 (anche queste possibile effetto delle politiche della Provincia Autonoma).
Negli altri anni non si rilevano infatti delle difformità significative tra i tassi di crescita delle tre forme d’impresa. 
Va comunque tenuto presente che le cooperative trentine presentano un livello di patrimonializzazione nettamente superiore a quello delle coop italiane.
Inoltre, nel 2006 e nel 2007 le coop trentine presentavano un livello di patrimonializzazione identico a quello delle spa provinciali.
Dal 2008 il tasso di patrimonializzazione sia delle spa che delle srl è cresciuto di più di quello della cooperative con un progressivo aumento della forbice rispetto alle prime e un avvicinamento delle seconde (cfr. fig. 6).
 
Figura 6 – Indice di patrimonializzazione del totale di coop, spa e srl. Anni 2006 - 2012 

Fonte: elaborazioni su dati Aida.
 
Le cooperative confermano infine di distribuire una parte maggiore della ricchezza generata dall’attività produttiva a favore di fattori diversi dal capitale (cfr. fig. 7).
Alla maggior tutela (incremento) dei redditi da lavoro è tuttavia corrisposta una diminuzione più decisa del residuo finale (figg. 1, 2 e 8).
Al contrario, emerge invece come le spa abbiano utilizzato la ripresa economica del 2010 soprattutto per incrementare il residuo finale (figg. 7 e 8). 
 
Figura 7 – Redditi da lavoro dipendente per ogni euro di valore aggiunto di coop, spa e srl – anni 2006–2012 
 
Fonte: elaborazioni su dati Aida.
 
Figura 8 – Risultato d’esercizio del totale di coop, spa e srl. In migliaia di euro; valori a prezzi correnti (su scala logaritmica base 10). Anni 2006 – 2012 
 
Fonte: elaborazioni su dati Aida.
N. B.: per quanto riguarda le spa, nell’anno 2012 è stato escluso dal calcolo della media dell’utile il risultato d’esercizio di un’impresa interessata da una forte svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie, che avrebbe portato a una distorsione del valore medio della forma in oggetto.
 
L’analisi conferma che il comportamento anticiclico delle cooperative nel corso della crisi, evidente soprattutto nel confronto con le spa, è da ricercarsi nella loro natura di imprese che perseguono non l’interesse dei detentori dei capitali ma di stakeholder diversi - consumatori, lavoratori o produttori - che ne costituiscono la base sociale.
Nella crisi l’essere cooperative fa la differenza e non solo a beneficio dei soci, come dimostra la positiva ricaduta sui redditi da lavoro dipendente.

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