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Welfare, dalla cooperazione risposte personalizzate ai bisogni

Il presidente Ugo Rossi assicura il sostegno dell’ente pubblico con un distinguo: «Serve sicuramente chi pensa a tutti, ma anche chi pensa a ciascuno»

I tagli della spesa non risparmiano alcun settore, ma per i servizi sociali e per la salute la riduzione della spesa sarà contenuta all’1 per cento.
Lo ha detto il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi in chiusura del convegno dal titolo Investire nella comunità organizzato a Trento dalle cooperative sociali Sad, Antropos, Arcobaleno, Assistenza, Fai e il Sole.
Rossi tuttavia ha chiamato alla responsabilità tutti i soggetti interessati.
«Serve sicuramente chi pensa a tutti, e la Provincia farà sempre la propria parte - ha detto - ma anche a chi pensa a ciascuno.»
 
La cooperazione, secondo Rossi, è un attore importante del welfare locale, assicura risposte personalizzate ai bisogni.
In Trentino esiste una consapevolezza diffusa e una radicata abitudine delle persone a mettersi insieme per dare una mano a chi è in difficoltà.
La Provincia, che pure è alle prese con i tagli al bilancio, vuole garantire una rete di protezione anche avvalendosi di misure come il reddito di garanzia praticate in altri sistemi europei ma non esistenti in altre realtà del nostro Paese.
 
 In Europa la salute non è equamente distribuita
Dopo gli interventi della mattinata, i lavori del pomeriggio sono stati aperti dalla relazione di Erio Ziglio, responsabile dell’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della sanità per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo.
Negli ultimi 30-40 anni, come provano le evidenze scientifiche, la salute della popolazione europea è migliorata nel complesso, ma sono aumentate le diseguaglianze.
Se prendiamo in esame l’aspettativa di vita in Europa rileviamo dati molto disomogenei: paragonando le situazioni migliori con quelle più problematiche, le differenze tra i 53 Paesi dell’area Europa dell’Oms raggiungono 20 anni per gli uomini e 12 per le donne.
La crisi economica-sociale che ci attanaglia rafforza queste iniquità.
Ridurre le diseguaglianze sociali e di salute diventa allora un dovere etico, ma risulta un obiettivo vantaggioso anche dal punto di vista economico.
Studi recenti hanno infatti evidenziato che il persistere del divario tra persone in condizioni normali e persone in difficoltà grava per un 20% dei costi sanitari dei Paesi dell’area euro.
Dal punto di vista puramente monetario stiamo parlando di un costo aggiuntivo annuo di circa 150 miliardi di euro.
L’Oms ha posto al centro delle sue politiche il tema dell’equità in salute con il piano Salute 2020. Attraverso l’aumento della spesa sociale e il rafforzamento dei sistemi socio-sanitari si mirerà a ridurre la mortalità e si potranno affrontare le crescenti vulnerabilità.
Qualsiasi azione, ha concluso Ziglio, non potrà però prescindere dal miglioramento della intersettorialità.
«Le condizioni per migliorare la salute e il benessere non sono create solo dal sistema sanitario e serve integrazione con l’istruzione, le politiche giovanili, la casa,….»
 
 Contributi per un nuovo welfare  
Il convegno ha successivamente proposto e messo a confronto i contributi sul nuovo welfare di tre soggetti della società trentina.
Per Giorgio Casagranda, presidente del Centro servizi volontariato, è necessario evitare la tendenza di qualche associazione ad isolarsi e ad agire con spirito competitivo e bisogna superare la logica dell’assistenzialismo.
Il Csv è impegnato a sviluppare sinergie tra le associazioni affiliate e a creare reti.
Un altro filone di impegno riguarda la promozione della cultura del volontariato tra i giovani.
La cooperazione - ha detto Paolo Tonelli in rappresentanza della Federazione Trentina della Cooperazione - è pronta a ragionare con tutti gli attori sociali e politici sul futuro del sistema del welfare.
E’ una buona pratica delle cooperative fare sistema.
Nel lavoro quotidiano le cooperative si impegnano a coniugare l’idealità con la concretezza.
Al radicamento territoriale aggiungono la capacità di inventare nuovi servizi, garantendo ai collaboratori «buon lavoro».
Anche le istituzioni ecclesiali - ha detto don Lauro Tisi, vicario del vescovo di Trento - intendono dare il loro contributo per il nuovo welfare.
La chiesa trentina è aperta a dialogare con tutti coloro che sul nostro territorio si occupano di disagio sociale, di aiuto a chi fa fatica.
Con la cooperazione sociale trentina sono già in atto forme di collaborazione, che si concretizzano in microprogetti.

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