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«La Montagna Cantata»: musica, parole e immangini

Ecco come sarà aperta l’edizione 2014 del Trento Film Festival della montagna

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Sarà uno spettacolo costruito con parole, canzoni e immagini ad aprire, giovedì 24 aprile 2014 al Teatro Sociale la 62ª edizione di Trento Film Festival.
Ne saranno protagonisti il Coro della SAT, diretto da Mauro Pedrotti e gli attori del Club Armonia, accompagnati nel racconto dalla selezione di filmati storici realizzata da Lorenzo Pevarello.
Il progetto è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa a Trento dal dirigente del Servizio Attività culturali della Provincia, Claudio Martinelli, dal direttore del Coro della SAT, Mauro Pedrotti e da Renzo Fracalossi, presidente del Club Armonia, che ha curato la regia dello spettacolo. Sono intervenuti all’incontro con i giornalisti Luana Bisesti, direttore artistico di Trento Film Festival, Patrizia Marchesoni della Fondazione Museo storico del Trentino, il responsabile culturale della Sezione SAT di Trento, Ugo Scorza e Riccardo Decarli (Biblioteca della Montagna).
  
 
 
«La Montagna Cantata è un progetto sostenuto dal Servizio Attività culturali della Provincia autonoma di Trento – ha spiegato il dirigente Claudio Martinelli – che inizialmente prevedeva una lezione-concerto all'interno delle iniziative cultuali promosse della Sezione SAT della città di Trento.
«Lo scopo, evidenziare e analizzare attraverso il repertorio dei canti della montagna (e in particolare il corpus di canti della Coro della SAT) e di brani tratti dalla letteratura e dalla saggistica, l'immagine o meglio la cultura della montagna che si è andata a formare a partire dall’inizio del secolo scorso, quando iniziò l'epoca dell'esplorazione e della conquista, preludio all'avvento del turismo di massa.
«Una cultura, dunque, che si contrappone a quella del vivere la montagna intesa come l'ambiente naturale con la quale fare i conti per la propria sopravvivenza quotidiana.
«I canti della montagna sono uno straordinario esempio di come questa cultura sia entrata nell'immaginario collettivo non soltanto della borghesia cittadina, rappresentativa dell'élite che ha avvito la conquista della montagna, ma anche di ampie fasce della società (artigiani, contadini ecc.). Oggi questa cultura non solo è dominante, ma rappresenta una sorta di pensiero unico, un patrimonio comune.» 
 

 
Partito da queste premesse, il progetto si è andato sviluppando grazie soprattutto alla disponibilità del Coro della SAT e della SAT provinciale, e si è arricchito anche di ulteriori linguaggi e contributi forniti dal Club Armonia e dalla Fondazione Museo storico del Trentino.
«La montagna cantata » è da intendersi dunque come un progetto di spettacolo che può trovare in futuro ulteriori sviluppi, proprio in ragione di questa sua capacità di raccontare una storia a più voci, fatta di musica, di immagini, di prosa e poesia. Proprio per al sua natura, in accordo con il Trento Film Festival, il progetto sarà presentato alla serata inaugurale della 62ªedizione.
 
«Stimolato da una intelligente intuizione del Servizio Attività culturali della Provincia e della S.A.T. di Trento, nel contesto delle loro proposte culturali in occasione dell’ edizione 2014 del Film Festival della Montagna e dell’ Esplorazione Città di Trento – scrive Renzo Fracalossi nelle note di regia – ho provato a cercare, dentro il vastissimo patrimonio della letteratura europea e non solo legata alla montagna ai suoi valori ed alla loro rappresentazione cantata, alcune testimonianze semplici ed originali per dire della forte coniugazione fra canto e vette, quale paradigma dell’esperienza complessiva del genere umano.
«Entro un prezioso rapporto ed una sorta di idem sentire con Mauro e Claudio Pedrotti, rispettivamente Maestro e Presidente del Coro della S.A.T., è così nata questa sorta di particolare racconto dove i ricordi di Enrico Pedrotti, uno dei fondatori del Coro della S.A.T., si coniugano con la visione biblica ed universalistica di Miriam Meghnagi; dove gli alberi di Paneveggio, raccontati da Rumiz, fanno da controcanto alla Sinfonia delle Alpi di Strauss e dove, infine, i versi di Fabrizio Da Trieste si appaiano alla memoria di Guido Rossa, operaio, sindacalista ed alpinista ucciso dalla BR. 
 


Ma non solo loro. Altri racconti, diversi dalla retorica della salita e della sola fatica sportiva, si accavallano quali introduzioni ad un percorso musicale, curato con certosina attenzione da Mauro Pedrotti, che porta il Coro della S.A.T. a tessere una tela di armonie attorno alla parola, per dar corpo ad una lettura altra della montagna, dove il canto e la geografia delle pendenze diventano protagonisti assoluti dell’ umano che le abita.
Come tutti gli scrigni che si rispettino, anche questo necessita di una confezione che si è provato a dare, attraverso una sorta di summa del vasto patrimonio cinematografico sedimentatosi nel tempo attorno alla montagna, anche quale omaggio al Film Festival di Trento. Immagini, parole e suoni, quasi a costruire un cinema vivo, proprio per dire di quanto viva sia la montagna e quali sentimenti essa continui a seminare nel nostro animo sforzandosi, laddove possibile, di renderlo migliore.
Questo è, d’altronde, il compito a cui è chiamata l’ arte: quella musicale del Coro della S.A.T., come quella teatrale del Club Armonia con Mariano Degasperi oltreché il sottoscritto e quella della immagini parlanti del cinema, curate da Lorenzo Pevarello. Ed allora le letterature, le armonizzazioni e i fotogrammi diventano una sorta di atto unico della montagna; un atto che raccoglie e diffonde, nella consapevolezza che solo offrendo il proprio pane ad altri la mensa dell’ anima diventa per tutti più ricca.». 
 
Per realizzare il commento filmato, Lorenzo Pevarello ha utilizzato materiale proveniente dagli archivi di Trento Film Festival, «Arvimont – Archivio Visivo della Montagna Trentina», Biblioteca della Montagna, Soprintendenza per i Beni storico artistici, Fondazione Museo storico del Trentino e da alcuni archivi privati. In particolare, sono stati utilizzati materiali filmici girati dai fratelli Pedrotti negli anni '30 e '50, repertori esteri, materiali girati da appassionati e da cineamatori dilettanti.
A questi si aggiungono le straordinarie immagini girate da Luca Comerio in Adamello nel 1916.
 
iovedì 24 aprile lo spettacolo avrà inizio alle ore 21,00 e il pubblico potrà accedere gratuitamente al Teatro Sociale previo ritiro del voucher d’entrata, in distribuzione presso l’Auditorium S. Chiara a partire da martedì 22 aprile in orario di cassa (dalle 10 alle 19).
 
 IL PROGRAMMA DEI CANTI
Sui monti fioccano – Arm. Luigi Pigarelli
Tanti ghe n’è – Arm. Luigi Pigarelli
Entorno al foch – Arm. Arturo Benedetti Michelangeli
Che fai bela pastora – Arm. Arturo Benedetti Michelangeli
Oi de la Valcamonica – Arm. Antonio Pedrotti
Soreghina – Arm. Aladar Janes
Zom zom zu la Belamonte – Arm. Luigi Pigarelli
Ninna nanna – Arm. Renato Dionisi
Le maitinade del Nane Periot – Arm. Arturo Benedetti Michelangeli
Girolemin – Arm. Renato Dionisi
Viva la faccia nostra – Arm. Luigi Pigarelli
In cil e je una stele – Arm. Andrea Ma scagni
Era una notte che pioveva – Arm. Luigi Pigarelli
Le soir á le montagne – Arm. Arturo Benedetti Michelangeli
Sul ciastel de Mirabel – Arm. Luigi Pigarelli
La sposa morta – Arm. Antonio Pedrotti
Sui Monti Scarpazi – Arm. Antonio Pedrotti
 
 LE LETTURE
I canti del Coro della SAT saranno introdotti dalla lettura di brani tratti dalle opere di Enrico Pedrotti (Ricordi), Guglielmo Bertagnolli (La Paganella), Paolo Rumiz (La leggenda dei monti naviganti), Franco de Battaglia e Luciano Marisaldi (Dolomiti. Sentieri di storia e leggenda), Ottone Brentari, Fabrizio Da Trieste (Lettere a Turo), Luciano Senatori (Compagni di cordata), Aldo Gorfer (Le valli del Trentino), Georg Trakl (Grodek – Fronte dolomitico 1915), Andrea Gherzi (Montagne in musica), Franz Kafka (Prometeo – Racconti di montagna), Miriam Meghnagi (La montagna fra simbolo e profezia), Giulio Bedeschi (Centomila gavette di ghiaccio).

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