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«Dalla guerra alla pace», una collettiva al Colle di Miravalle

Esposizione organizzata da «Spazio Tempo Arte» e «Fondazione Opera campana dei caduti di Rovereto» – Vernissage domenica 22 giugno alle 17

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Nella foto Annalisa Lenzi: «Generale», tecnica mista su tela, 2013, 128 x 86 cm.
 
Organizzata da «Spazio Tempo Arte» e «Fondazione Opera campana dei caduti» di Rovereto, la collettiva «Dalla guerra alla pace» è Patrocinata da Consiglio d’Europa, dalla Settimana Europea delle democrazie locali, dalla provincia autonoma di Trento e dal Comune di Rovereto.
 
 Concept
Il 10 dicembre 1948, viene proclamata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: per la prima volta nella storia dell’umanità, era stato prodotto un documento che riguardava tutte le persone del mondo.
Ognuno di noi, per il solo fatto di essere nato, gode dei diritti sanciti nella Dichiarazione.
Ognuno di noi, indipendentemente dal luogo nel quale è nato e vive, gode di questi diritti.
Ognuno di noi ha diritti civili, politici, sociali, economici, culturali.
Ognuno di noi è uguale agli altri.
È sempre così?
 
 «HUMAN RIGHTS?»
In «Human rights?» gli artisti parlano dei diritti umani. Il titolo semplice e diretto, senza giri di parole, esprime il concetto fondamentale che deve accompagnare l’esistenza di tutti.
In questo evento vengono toccati argomenti scomodi, complessi e di denuncia, che vadano a pungolare la coscienza di tutti coloro che, godendo appieno dei propri diritti, non pensano a tutte le persone che vedono i loro calpestati ogni giorno.
La logica di HUMAN RIGHTS? si fonda sul concetto fondamentale di arte come forma espressiva universale, comprensibile a tutti indipendentemente dalla lingua e dalla cultura di provenienza, indipendentemente dal genere, dall’argomento trattato e dai linguaggi utilizzati.
I linguaggi variano in base all’esperienza e alla maestria degli artisti, e creano nuovi rapporti con il pubblico, che approccia l’arte sentendosene immediatamente coinvolto e direttamente toccato.
Immagini di disagio, di diritti violati, di storie quotidiane che non dovrebbero esistere, ma anche immagini che con sapienza e perché no, ironia, sappiano trattare un argomento difficile e delicato.
 
 La collettiva
Nell’esposizione verranno messi in risalto i diversi modi di vedere la questione, dal momento che l’evento è aperto agli artisti di tutto il mondo. Diventa così particolarmente interessante scoprire in quale maniera la percezione del concetto di «rispetto dei diritti» viene vissuta ed espressa.
L’evento vuole quindi smuovere le coscienze, volendo fortemente uscire dai luoghi comuni che l’abuso dei termini porta con sé: parlare di diritti umani è diventato talmente frequente, che lo stresso termine «violazione dei diritti umani» si è svuotato di significati e ormai ci tocca solo da lontano quando ne sentiamo parlare, senza realmente entrare nella nostra testa.
Il modo più immediato di riprendere quella coscienza, indispensabile per essere realmente parte di un sistema che rispetti i diritti di tutti, è vedere con gli occhi tutto quello che gli artisti hanno da dire. Le immagini vanno a infilarsi nella memoria in maniera così immediata e così forte, che tutti coloro che la visiteranno ne usciranno più consapevoli ed emotivamente coinvolti.
Parlare dei diritti umani significa quindi per gli artisti tirare fuori molte idee che in altri eventi non possono trovare lo spazio adeguato.
 
HUMAN RIGHTS? vuole essere un segnale forte per tutti gli artisti e per tutti coloro che la visiteranno.
HUMAN RIGHTS? #MEMENTO
DALLA GUERRA ALLA PACE
 
 La Grande Guerra
Il 28 luglio 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale. La vita degli europei, e non solo, cambia dal quel momento in modo indelebile restando impressa nella storia e nella memoria come uno dei momenti più terribili della contemporaneità.
Il senso di precarietà diviene una sensazione definitiva nell’animo di tutti coloro che direttamente o indirettamente vi sono coinvolti. La Grande Guerra segna un’epoca e segna le persone.
Poeti, scrittori, artisti hanno sentito il dovere di parlarne, di raccontarla e di portare a tutti la propria testimonianza, spesso vissuta direttamente sul campo. Il valore della vita umana diventa nullo e così il senso dell’esistenza dei contemporanei (molti dei quali vivranno un secondo conflitto durante la metà del secolo) e su coloro che verranno dopo, che porteranno nella loro memoria i ricordi dei genitori e dei nonni che tanta sofferenza sentono ormai radicata come parte della loro esistenza.

 Il Novecento  
Il Novecento, il «secolo breve» è caratterizzato da guerre per la supremazia e il dominio in Europa. L’abberrazione di questo concetto ha portato poi al nazismo e alle dittature che hanno tristemente caratterizzato la storia europea.
Ed è dall’aberrazione del concetto di guerra e di morte che inizia una fase di riflessione profonda sulla necessità della pace e della collaborazione tra i popoli.
Proprio dalla guerra e dalla sofferenza ha infatti avuto sviluppo l’idea della creazione di Maria Dolens, un nome evocativo che sembra voler caricare su di sé tutta la sofferenza che gli uomini, nella loro caducità, non sono in grado di sopportare.
La campana è da sempre il simbolo del popolo (nel medioevo la campana suonava per convocare il popolo a congresso) e del concetto di partecipazione. Maria Dolens è stata forgiata fondendo il bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti alla Grande Guerra: un concetto rivoluzionario e inatteso che offre una visione completamente nuova e ancora attualissima.

 Maria Dolens  
Maria Dolens afferma un principio fondamentale: lo sviluppo della società avviene non attraverso la sottomissione di un Paese ad un altro ma dalla collaborazione reciproca tesa alla crescita civile, culturale e politica del cittadino.
Non più «l’impero» ma la democrazia e la partecipazione, quindi governo di popolo attraverso leggi specifiche e quindi dalla costituzione, per garantire la pace tra i popoli e l’esclusione assoluta delle guerra.
Quello di Maria Dolens è un simbolo di pace, un concetto filosofico volto al superamento dell’idea di conflitto per arrivare allo sviluppo di un concetto universale di dialogo, di comunione e di unione.
Maria Dolens è essa stessa il memento per gli uomini che spesso dimenticano la loro essenza.

 Il Vernissage  
HUMAN RIGHTS?2014 #MEMENTO – DALLA GUERRA ALLA PACE – è il tema centrale di questa edizione speciale di un evento che tanto ha portato al pubblico in senso simbolico e concreto.
Una riflessione che attraverso l’arte vuole parlare della pace e della partecipazione come strumento per contrastare la guerra e le guerre, sempre.
Il vernissage dell’artista trentina Annalisa avverrà alle ore 17 di domenica 22 giugno alla Fondazione Opera Campana dei caduti.
La mostra durerà fino al 28 luglio 2014.
La popolazione è invitata a parteciparvi.

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