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Schelfi: «La cooperazione è un servizio per la comunità e un valore per il Trentino»

È stata tenuta oggi a Trento l’assemblea nazionale di Federconsumo Confcooperative

Nel saluto iniziale all’assemblea di Federconsumo in corso a Trento, Diego Schelfi ha parlato del valore sociale della cooperazione. «Difendiamo una idea di comunità moderna e solidale, prima ancora che un modello imprenditoriale. Il sistema a rete della cooperazione è un valore per il Trentino.»
Per Alessandro Olivi il Trentino può rappresentare un modello per la cooperazione nazionale. «Non è vero che la Provincia sostiene solo le cooperative, la legge sui negozi periferici è per tutti. Ma molti punti vendita non sopravvivrebbero senza il sostegno di una rete. E di questo l’ente pubblico deve tenere conto.»
Mons. Luigi Bressan: «La cooperazione è la risposta ai conflitti e alla concorrenza senza limiti. Nei contratti rispetto per la qualità di vita nel lavoro e il risposo domenicale.»

Diego Schelfi parla in apertura dell’assemblea annuale di Federconsumo, entra subito nel dibattito aperto in Trentino sul valore sociale della cooperazione, in particolare di consumo.
«Grazie agli organizzatori per avere pensato di organizzare l’assemblea nazionale qui in periferia – ha esordito. – Noi teniamo molto alla periferia, la rete di negozi della cooperazione di consumo è estesa alle nostre valli fin nei più piccoli paesi del Trentino.
«Un modello attuale a moderno, che ha dimostrato di resistere anche in questo periodo di crisi. Siamo disponibili a metterci in gioco, ma rivendichiamo con un certo orgoglio il valore di una rete che garantisce vivibilità e qualità della vita ai territori.»
 
«La politica ci ha dato segnali di attenzione, ha proseguito. – Non chiediamo sostegno per noi, ma per tutte le piccole realtà che resistono anche in paesi dove la sostenibilità economica non c’è. Certo, i primi nostri alleati devono essere i soci, convinti e consapevoli di questo valore.
«Continueremo a lavorare per far crescere questa consapevolezza, salvaguardando un modello di comunità che guarda alle persone, al servizio.»
 
Sulla stessa linea l’assessore all’economia Alessandro Olivi.
«Da laico mi sono impegnato sempre, a costo di andare controcorrente, per rispettare la qualità del lavoro e i tempi della persona.
Con la Federazione abbiamo sottoscritto un protocollo sul lavoro con impegni reciproci. Perché liberalizzare significa mettere tutti nelle condizioni di competere, ma guai se la Provincia rinunciasse a presidiare un certo tipo di impresa.
«Il Trentino – ha proseguito Olivi – è un grande distretto cooperativo, e la cooperazione è un fatto costitutivo dell’autonomia.»
 
Sulla supposta voglia di protezionismo da parte della cooperazione trentina, Olivi è stato chiaro.
«La concorrenza c’è e questo è fuori discussione. Non si tratta di mettere uno contro l’altro settore contro settore, piccoli contro grandi. Si tratta di capire chi restituisce qualcosa al territorio.
«Oggi c’è bisogno di più cooperazione e più impresa. Non è vero che la provincia sostiene di più le cooperative. C’è una legge che non fa distinzione. Ma molti dei punti vendita periferici delle Famiglie Cooperative non sopravvivrebbero se non fossero inseriti in una rete.
«E questo è un valore che la Provincia deve riconoscere. Significa farsi carico del Trentino, delle valli e delle periferie.»
 
Il vescovo di Trento mons. Luigi Bressan nel suo saluto ha affermato che la cooperazione è una delle risposte più forti alla logica del conflitto e concorrenza senza limiti oggi prevalente.
«Il cristianesimo – ha ricordato – considera che la meta è il bene delle persone e della società.»
L’arcivescovo ha auspicato anche una contrattazione del lavoro rispettosa di questi valori, del riposo domenicale e della qualità di vita delle persone.

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