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Staffetta generazionale in Provincia, a favore dell’occupazione

I lavoratori più anziani potranno chiedere il part time consentendo l'ingresso di giovani nelle file dell'amministrazione

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Lavoratori anziani o vicini alla pensione che si riducono l'orario lavorativo, in genere passando dal full time al part time, così da generare un risparmio che viene impiegato per l'assunzione di giovani: è la cosiddetta «staffetta generazionale», che con la decisione assunta oggi dalla Giunta provinciale, su proposta del presidente Ugo Rossi, verrà sperimentata nell'amministrazione provinciale.

«Siamo fra i primi in Italia – spiega Rossi – a sperimentare questo strumento semplice ed efficace di ricambio generazionale.
«Abbiamo deciso di adottarlo all'interno della amministrazione, per il personale del comparto autonomie locali, compreso quello comandato o messo a disposizione di altri enti, consapevoli dell'importanza anche simbolica che un atto del genere riveste.
«La Provincia è infatti un datore di lavoro di primissimo piano: in questo modo potremo dare ad alcuni giovani la possibilità di mettere la loro energia e le loro competenze al servizio dell'amministrazione, cosa di cui abbiamo certamente bisogno, perché è normale che un'organizzazione complessa faccia entrare al suo interno nuova “linfa”, senza però accrescere i costi a carico dell'ente, e quindi della collettività.»

Le vecchie generazioni che passano il testimone alle nuove leve, quindi: una formula innovativa, che ribalta la vecchia logica del rapporto fra le generazioni, per la quale erano i giovani ad aiutare i più anziani.
Una formula che, utilizzando un'espressione efficace presa dalla lingua inglese, potremmo definire «win-win», ovvero in cui tutti vincono, e nessuno perde.
Essa infatti rende possibile l’inserimento lavorativo dei giovani ma contestualmente il mantenimento in organico dei lavoratori maturi, fino al raggiungimento dell'età pensionabile, lavoratori ai quali viene anche riconosciuto un incentivo sul versante contributivo.

La Provincia autonoma di Trento, con la delibera assunta oggi, apre quindi al ricambio generazionale. Obiettivo, consentire l'assunzione di giovani con contratto a tempo indeterminato senza accrescere i costi a carico della collettività. In Provincia, per effetto del blocco del turn over, l'età media si è progressivamente alzata, ed escludendo il personale del comparto scolastico, si attesta attualmente ai 48 anni di età. Il ricambio generazionale, quindi, oltre a creare nuovi posti di lavoro, consentirà di ringiovanire le fila dei dipendenti impiegati nei vari comparti dell'amministrazione e degli enti collegati (escluso il settore dirigenziale).
 
Ecco dunque la novità: consentire ai dipendenti in possesso di determinati requisiti - in particolare quelli di età non inferiore ai 60 anni o ai quali restano non più di cinque anni per la maturazione del requisito per la pensione anticipata o di vecchiaia - di presentare domanda di riduzione dell’orario di lavoro. La riduzione, concessa previo parere positivo del dirigente al quale il lavoratore risponde, potrà essere a 18, 21, 24, 28 e 30 ore settimanali, per il personale che ha un rapporto di lavoro a tempo pieno prestato in via continuativa da almeno tre anni, e a 18 o 21 ore settimanali per i dipendenti che nell’anno di presentazione della domanda abbiano in corso un rapporto di lavoro a tempo parziale.
 L’amministrazione assume a proprio carico tutti i i contributi pensionistici e previdenziali del dipendente che si autoriduce l'orario, compresa la quota a suo carico. Inoltre quando questo terminerà di lavorare, avrà diritto al trattamento di quiescenza e previdenza, comprensivo del trattamento di fine rapporto, che gli sarebbe spettato se fosse rimasto in servizio con l’articolazione oraria precedente alla domanda di riduzione.
 Per l’amministrazione il vantaggio è quello di realizzare delle economie di spesa che saranno impiegate per la copertura delle spese per l’assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato.
 Ma quanti sono allo stato attuale i dipendenti con i requisiti necessari per presentare una domanda di riduzione dell'orario? Le prime stime dicono 3/400 circa. 
 
Scheda: Ricambio generazionale 
 
 Soggetti aventi diritto
Possono presentare domanda di riduzione dell’orario di lavoro i dipendenti con:
- età anagrafica non inferiore a sessanta anni o ai quali restano non più di cinque anni per la maturazione del requisito per la pensione anticipata o di vecchiaia. L’Amministrazione verificherà i cinque anni mancanti sulla base dei requisiti di anzianità contributiva e di anzianità anagrafica in vigore per l’accesso al trattamento pensionistico senza decurtazioni all’ atto di presentazione della domanda;
- orario di lavoro a tempo pieno prestato in via continuativa negli ultimi tre anni antecedenti la presentazione della domanda;
- oppure orario a tempo parziale a 28 e 30 ore settimanali prestato esclusivamente per l’anno nel quale viene presentata la richiesta purché nei tre anni antecedenti la stessa il rapporto di lavoro sia stato a tempo pieno.
 
 Riduzione oraria
I dipendenti con rapporto di lavoro a tempo pieno prestato in via continuativa da almeno tre anni possono chiedere la riduzione oraria a 18, 21, 24, 28 e 30 ore settimanali, con articolazione della prestazione lavorativa orizzontale o verticale settimanale.
I dipendenti che nell’anno di presentazione della domanda di adesione al ricambio generazionale abbiano in corso un rapporto di lavoro a tempo parziale esclusivamente a 28 e 30 ore settimanali, possono chiedere la riduzione oraria con articolazione della prestazione lavorativa orizzontale o verticale settimanale, rispettivamente a 18 ore settimanali (per le 28 e 30 ore) e 21 ore settimanali (per le 30 ore).
Il dirigente del servizio di appartenenza del dipendente si esprime sulla compatibilità oraria richiesta con le esigenze di servizio.
Non è consentita la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con articolazione verticale annua dell’orario di lavoro.
 
 Decorrenza
Le domande di riduzione dell’orario di lavoro ai fini del ricambio generazionale sono presentate, di norma, con cadenza trimestrale e accolte entro il trimestre successivo previa verifica dei requisiti anagrafici o contributivi richiesti.
 
 Durata riduzione oraria
La riduzione oraria ai fini del ricambio generazionale è concessa a tempo indeterminato fino alla cessazione del dipendente e non è consentita la modifica della stessa.
 
 Norme di salvaguardia
L’Amministrazione, dopo il primo anno di sperimentazione o in presenza di un numero di richieste particolarmente elevato, si riserva, previo confronto con le Organizzazioni sindacali, di individuare il numero massimo di domande accoglibili, tenuto conto delle proprie esigenze organizzative e di funzionamento, formando una graduatoria.
In ogni caso l’Amministrazione si riserva di valutare la richiesta di trasformazione e di non accogliere la domanda nell’ipotesi in cui dalla stessa non ne derivi un’economia di spesa per la Provincia Autonoma di Trento.
I dipendenti richiedenti la riduzione oraria prevista dalla normativa in parola non potranno prestare altra attività lavorativa anche se temporanea fino al collocamento a riposo.

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