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Il Bollettino economico cautamente positivo della Banca d’Italia

«L'economia globale cresce, ma pesano i rischi derivanti dalle tensioni in diverse aree del mondo»

Qui di seguito la sintesi del Bollettino Economico inviato dalla banca d’Italia alle redazioni.
 
 L'economia globale cresce
ma pesano i rischi derivanti dalle tensioni in diverse aree del mondo.
L'espansione dell'attività economica globale, dopo una battuta d'arresto nel primo trimestre, sembra aver recuperato vigore, in particolare negli Stati Uniti, dove è ripresa la crescita, e in Cina, dove si è interrotto il rallentamento. Sono aumentati tuttavia i rischi connessi con le tensioni geopolitiche in alcuni paesi produttori di petrolio; un loro eventuale inasprimento avrebbe ripercussioni sull'offerta e sul prezzo dei prodotti energetici, sull'attività e sugli scambi mondiali.
 
 Sono migliorati i mercati finanziari
Le condizioni nei mercati finanziari internazionali sono migliorate negli ultimi tre mesi, ma con oscillazioni e maggiore incertezza nelle scorse settimane. Al buon andamento dei corsi azionari e obbligazionari ha contribuito soprattutto la riduzione dei premi per il rischio, in un contesto di volatilità eccezionalmente contenuta. Sono ripresi i flussi di capitali verso le economie emergenti.
 
 Nell'area dell'euro la crescita è moderata, l'inflazione è scesa ancora
Nell'area dell'euro la crescita rimane contenuta, discontinua e diseguale tra paesi. L'inflazione ha continuato a flettere più di quanto atteso, anche al netto delle componenti più volatili come energia e alimentari. Secondo le ultime proiezioni dello staff dell'Eurosistema, l'inflazione si manterrebbe bassa anche nel prossimo biennio, su un livello non coerente con la definizione di stabilità dei prezzi.
 
 Il Consiglio della BCE ha introdotto un tasso negativo
sulla deposit facility e operazioni di rifinanziamento mirate.
Il Consiglio direttivo della BCE è intervenuto per allentare ulteriormente le condizioni monetarie e sostenere l'erogazione del credito. Per la prima volta il tasso di interesse applicato sui depositi delle banche presso l'Eurosistema è diventato negativo, per incentivare la circolazione della liquidità e contrastare l'apprezzamento del cambio. Le banche potranno accedere a nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine, erogate a condizioni vantaggiose, ma subordinate all'espansione del credito a famiglie e imprese. Il Consiglio ha ribadito di essere pronto a varare ulteriori misure di stimolo, come un programma di acqui-sto di titoli, qualora le prospettive per l'inflazione nel medio periodo lo rendano necessario.
 
 Le misure monetarie hanno avuto effetti sui mercati
Le misure di politica monetaria hanno avuto un impatto immediato: i tassi di interesse sono scesi, il cambio si è deprezzato e gli afflussi di capitali verso molti paesi dell'area, tra cui l'Italia, si sono intensificati. Dal progressivo ricorso delle banche alle nuove operazioni di rifinanziamento potrà derivare un ulteriore contributo espansivo.
 
 In Italia il quadro è ancora fragile...
In Italia stenta a riavviarsi la crescita. L'attività economica nei mesi invernali ha risentito del calo della produzione di energia, in parte legato a fattori climatici, e della persistente debolezza nell'edilizia.
In maggio la produzione industriale ha subito una flessione inattesa, comune all'area dell'euro, in parte attribuibile a effetti di calendario; le informazioni disponibili suggeriscono un sostanziale ristagno dell'attività anche nel secondo trimestre. 
 ...nonostante alcuni segnali favorevoli
L'andamento ancora stagnante dell'attività contrasta con gli indicatori congiunturali relativi alla fiducia di imprese e famiglie, di nuovo in miglioramento dalla primavera. Alcuni segnali favorevoli sono emersi nell'avvio dell'anno per la domanda nazionale.
I consumi delle famiglie sono cresciuti per la prima volta dall'inizio del 2011, anche se marginalmente. Sono aumentati anche gli investimenti in macchinari e attrezzature, che rispondono rapidamente al mutare delle prospettive della domanda.
Le rilevazioni qualitative degli ultimi mesi registrano un miglioramento dei piani di investimento, più marcato nell'industria.
 
 Si è stabilizzata l'occupazione
Il calo dell'occupazione, in atto dalla seconda metà del 2012, si è pressoché arrestato nello scorso inverno. Resta però bassa l'intensità d'uso della manodopera, che frena nel breve termine la ripresa della domanda di lavoro. Il tasso di disoccupazione è nuovamente aumentato, per effetto dell'incremento della partecipazione al mercato del lavoro. 
 
 L'inflazione è prossima allo zero
Anche in Italia l'inflazione è nuovamente scesa, raggiungendo in giugno lo 0,2 per cento (in base all'indice armonizzato). Alla flessione dei prezzi dei beni energetici e alimentari si è accompagnata la decelerazione di quelli delle componenti di fondo, che continuano a risentire degli ampi margini di capacità inutilizzata.
 
 Sono ancora lenti i miglioramenti del credito
La progressiva riduzione della frammentazione sui mercati bancari è confermata dalla diminuzione del costo della raccolta all'ingrosso e dei premi sui CDS per le banche italiane. Vi sono segnali di miglioramento delle condizioni del credito, ma ancora marginali e incerti.
I sondaggi più recenti presso le imprese indicano un'attenuazione delle difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari; i prestiti al settore privato continuano però a ridursi, risentendo anche del debole quadro congiunturale. Il costo del credito per le società non finanziarie è in calo, ma resta superiore a quello dell'area dell'euro di circa 70 punti base. 
 
 Le nostre proiezioni indicano una crescita incerta...
Le proiezioni per l'economia italiana nel biennio 2014-15 presentate in questo Bollettino prospettano una ripresa moderata, non esente da significative incertezze. Il PIL crescerebbe attorno allo 0,2 per cento nella media dell'anno in corso, con rischi al ribasso; aumenterebbe dell'1,3 nella media del 2015. L'inflazione sarebbe pari allo 0,4 per cento nel 2014 e risalirebbe allo 0,8 l'anno prossimo.  
...che dipende dal rafforzamento della domanda interna
Il graduale ritorno alla crescita presuppone un andamento favorevole degli scambi internazionali e un rafforzamento della domanda interna, in particolare degli investimenti, cui contribuirebbero l'affievolirsi degli effetti restrittivi dell'aggiustamento di bilancio degli anni precedenti, il diradarsi dell'incertezza, l'ulteriore attenuazione delle tensioni finanziarie.
La domanda interna beneficerebbe anche dei provvedimenti di sostegno ai redditi da lavoro più bassi e dei pagamenti dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione.
 
 I conti con l'estero continuano a migliorare
L'accelerazione delle importazioni non impedirebbe un ulteriore miglioramento dei conti con l'estero dell'Italia: l'avanzo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti si amplierebbe fino a quasi il 2 per cento del PIL, grazie alla costante espansione delle esportazioni.
 
 La politica monetaria sosterrebbe l'attività
Al sostegno dell'attività economica contribuirebbe l'orientamento espansivo della politica monetaria. Le variazioni dei tassi di interesse e del cambio già osservate forniscono un apporto positivo al livello del prodotto, valutabile in circa mezzo punto percentuale sino alla fine del 2016. Dalle operazioni di rifinanziamento mirate deriverebbero ulteriori effetti positivi sul PIL.
 
 Il quadro presuppone politiche nazionali ed europee a supporto della crescita
Il quadro prospettico qui delineato presuppone la coerente attuazione delle misure nazionali di politica economica volte a sostenere la crescita e supportare la fiducia di famiglie e imprese; presuppone altresì il consolidarsi della ripresa nell'intera area dell'euro.
Non vanno sottovalutati i rischi che potrebbero derivare da una crescita meno robusta nelle economie emergenti, anche a seguito delle tensioni internazionali, e dalla possibilità che si rivelino transitorie le condizioni eccezionalmente favorevoli sui mercati finanziari.
Resta essenziale, in questo contesto, preservare nel medio periodo il mantenimento della stabilità delle aspettative di inflazione sottostanti alla formazione dei prezzi e dei salari.

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