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La protesta dei poliziotti si allarga anche in Trentino

«Stop agli orari in deroga e con l’Amministrazione» – A rischio i servizi di polizia in Trentino

Si allarga a macchia d’olio la protesta che i sindacati della Polizia di Stato stanno portando avanti, in tutte le province d'Italia per protestare contro l'immobilismo dell'Amministrazione della P.S. e del Ministro degli Interni nei confronti dei poliziotti italiani.
Con un comunicato diretto a tutti i titolari delle articolazioni della Polizia di Stato della provincia di Trento, le sigle sindacali di SAP, SIULP, COISP, SIAP, UGL, CONSAP ADP, UIL POLIZIA ANIP ITALIA SICURA, hanno ribadito le forme di lotta sindacale che adotteranno in tutta la Provincia di Trento.
A partire da oggi non saranno più concesse deroghe sugli orari di servizio dei poliziotti, non saranno concessi turni di reperibilità e saranno in futuro ritirati i componenti sindacali da tutte le commissioni che, per contratto o per legge ne prevedono la partecipazione.
Gli effetti di questa drastica decisione ci vengono spiegati dal portavoce della forte rappresentanza sindacale unitaria, che in Trentino supera il 90% dei consensi.
 
«Non concedere deroghe su gli orari prefissati dal nostro contratto significa impedire l'adozione di turnazioni anomale che l'Amministrazione spesso ci chiede per coprire determinati servizi.
«Pensiamo ad alcune attività di polizia giudiziaria, ai servizi di ordine pubblico, agli accompagnamenti degli stranieri ai centri sparsi in tutta Italia ma anche alle turnazioni dei poliziotti di quartiere, a certe pattuglie della Polizia Stradale, degli uffici denunce e alle attività di vigilanza e controllo di prevenzione, a certe attività di indagine.
«Bloccare l'adozione della reperibilità poi comporterà l'impossibilità, per l'Amministrazione, di prevedere il pronto intervento di quel particolare personale specializzato richiamabile da casa in qualsiasi ora del giorno e della notte in occasione di eventi gravi ed imprevedibili. Il blocco non riguarderà solo la Questura di Trento ma anche i Commissariati di PS di Rovereto e Riva del Garda, le articolazioni della Polizia Stradale di Trento, Riva del Garda, Cavalese e Malè, la Polizia Ferroviaria di Trento e Rovereto, la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trento e il Centro di addestramento Alpino di Moena.»
 
Come è noto, per il personale della Polizia di Stato il ricorso allo sciopero è escluso ma questa forma di protesta, assolutamente legittima e ammessa dalle prerogative sindacali degli uomini e donne in divisa, se adottata in forma continuativa e su ampio raggio porterà sicure ripercussioni sullo svolgimento delle attività svolte dai poliziotti e che fino ad ora erano considerate scontate.
Ci riassume le motivazioni della protesta ancora il portavoce dei sette sindacati sugli otto presenti in provincia.
«Denunciamo alle Istituzioni e all'opinione pubblica il progressivo deterioramento e l’acuto disagio professionale del personale. Sono anni, infatti, che denunciamo il profondo stato di malessere dovuto al prolungamento di un blocco stipendiale che dura ormai da troppo tempo e che sta lentamente impoverendo un’intera categoria di lavoratori.
«A ciò, si aggiunge la consapevolezza di lavorare in contesti operativi sempre più difficili, con mezzi obsoleti, in strutture fatiscenti con un’età media sempre più elevata.
«Un ulteriore motivo di forte malessere nasce dalla constatazione della evidente incapacità del Dipartimento della P.S. di garantire normali progressioni di carriera mediante lo svolgimento di concorsi interni come avviene, con cadenza regolare, nelle altre amministrazioni del comparto, nonché dal fatto che il riordino delle carriere appare ancora un traguardo lontano.»
 
«A tutto questo si aggiunga un'allarmante assenza di strategia sulla sicurezza: c'è uno smodato ricorso a pratiche emergenziali, come la gestione dei fenomeni di immigrazione e come l'approccio all'ordine pubblico.
«È ora che il vertice del Dipartimento della P.S., cosi come è veloce nel giudicare pubblicamente con epiteti infelici i poliziotti, venga allo scoperto e dica ai 95.000 poliziotti, da che parte sta.
«È finito il tempo delle ambiguità. Vogliamo segnali chiari ed immediati perché i poliziotti non ce la fanno più.»
I sindacati dei poliziotti ricordano poi che la situazione in Trentino è per certi versi ancora peggiore di quella di altre realtà per il progressivo invecchiamento del personale al quale non fa riscontro alcuna nuova assegnazione di nuovo e giovane personale.
Riferiscono che dalle informazioni in arrivo dal Dipartimento pare che nemmeno nella prossima ondata di assegnazioni di nuovo personale, nonostante le rassicurazioni giunte nei mesi scorsi dal Ministero, sia prevista la sede di Trento.

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