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In 732 all'edizione 2014 della Dolomites SkyRace: è record

Kilian Jornet succede a se stesso senza record – La spagnola Laura Orguè si ripete dopo il Vertical – Cronaca della gara – Le interviste – Tutte le classifiche

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Se qualcuno, dopo l’esito del Vertical di venerdì, pensava che oggi Kilian Jornet avrebbe ceduto a qualche altro pretendente il proprio trono ladino ha sbagliato i propri conti.
È giunto a Canazei un po’ affaticato, certo, in quanto reduce da una massacrante gara in Colorado, ed ha gestito le energie nella competizione corta che ha aperto il week-end, dove ha chiuso all’ottavo posto, ma oggi la corona di re della Dolomites Skyrace si è posata nuovamente sul suo capo.
Il fuoriclasse catalano ha fatto la differenza fin dalle prime salite, non lasciando alcuna speranza ai diretti avversari ed ha corso in scioltezza, senza però avere le risorse per attaccare il proprio record, che ha resistito senza grosse difficoltà.
In campo femminile è invece un nome nuovo quello che si iscrive nell’albo d’oro, ovvero quello della catalana Laura Orguè i Vila, vera dominatrice della tre giorni fassana, avendo fatto propria pure la gara Vertical. Anche nel suo caso nessuna atleta l’ha mai davvero impensierita.
 
La giornata era cominciata con il solito spettacolare colpo d’occhio offerto sulle Dolomiti fassane da Piazza Marconi, a Canazei, che dalle otto ha cominciato a popolarsi di atleti con l’inconfondibile divisa verde della Dolomites Skyrace, sotto un cielo azzurro che prometteva un’altra giornata caldissima.
I 732 atleti che si sono presentati al via sono stati divisi in tre gruppi, scattati ad appena un minuto l’uno dall’altro: i migliori cento, poi altri trecento runner, infine i bisonti con il pettorale dal 401 in su.
L’attenzione si è subito concentrata sui primi, un drappello del quale purtroppo non hanno fatto parte i gemelli Dematteis, che non sono partiti.
Il primo rilevamento significativo, quello del Passo Pordoi, ha indicato in testa lo spagnolo Egea Caceres, vera lepre della prima parte di gara, poco distante dai vari Schneider, Zinca, Burgada, Sevennec e Ludvigsen.
Nello stesso punto, poco dopo, sono transitate le quattro reginette della prima parte di gara, ovvero Orguè, Confortola, Dewalle e Forsberg.
 

 
La competizione ha cominciato a entrare nel vivo alla Forcella del Pordoi, dove gli atleti hanno superato il tunnel scavato nella neve, ormai un’icona di questa gara: lì il basco Aritz Egea Caceres ha aumentato il ritmo, tallonato da Jornet.
A 10 secondi è sfilato il francese Alexis Sevennec, dopo altri 10 lo svizzero David Schneider e poco distante il romeno Ionut Zinca, seguito dall’italiano Tadei Pivk.
Fra le ragazze Laura Orguè e Antonella Confortola mettevano 1 minuto e mezzo fra loro e la francese Christel Dewalle e tre minuti fra loro ed Emelie Forsberg.
Sotto la salita che porta al Piz Boè Kilian ha sorpassato Egea e lo ha lasciato ad una cinquantina di metri, con Sevennec a un centinaio.
Si sale e si fatica, ad attendere gli skyrunner ora c’è il Piz Boè, dove Kilian passa con un minuto di vantaggio su Egea Caceres, due su Schneider, due e mezzo su Pivk, che comincia a farsi vedere, seguito come un’ombra da Zinca e dallo svizzero Anthamatten, poi dai norvegesi Hovind e Ludvigsen.
Secondo degli italiani Fabio Bazzana.
Per quanto attiene alle ragazze, scollina per prima Laura Orguè, con 30” di margine su Antonella Confortola, specialista delle salite, due minuti su Christel Dewalle, cinque su Emelie Forsberg e Maite Maiora, la coppia che poi cambierà marcia.
 
La rapida e ripida discesa lungo la Val Lasties cambia definitivamente le carte in tavola. Kilian Burgada schizza via e al suo inseguimento si mettono Sevennec, Schneider, Egea Caceres (in difficoltà in discesa), Pivk e Zinca.
Due diventano i motivi di interesse della gara: il tempo di Burgada, che al Piz Boè si era presentato con 38” di ritardo sul ritmo da record di un anno fa, e la composizione del podio, ancora apertissima.
La corsa verso Canazei permette a Emelie Forsberg di portarsi al secondo posto, a 4 minuti dalla dominatrice, mentre Antonella Confortola perde velocemente e consapevolmente posizioni.
Si arriva al Lupo Bianco con Pivk al secondo posto e Zinca al terzo: la volata fra i due è ormai lanciata e si risolverà solo sulla linea del traguardo.
A Canazei, poco dopo, piomba Kilian Jornet, che si permette di percorrere il rettifilo finale salutando il pubblico e sfiorando le mani della gente accorsa per assistere alla sua ennesima impresa.
Il record non c’è, per tre minuti e mezzo, ma i suoi immancabili sorrisi sì, perché imporsi qui senza la forma migliore è proprio solo dei grandi.
Mentre l’atleta catalano della Salomon prende fiato, arrivano in volata Zinca e Pivk: il romeno della Valetudo precede di un secondo l’italiano del Team Crazy Idea, comunque soddisfatto per la prestazione. 


 
A sorpresa la medaglia di legno va virtualmente al collo dello spagnolo Manuel Merillas Moledo (Team Mammut), bravissimo nella discesa, seguito dal francese Sevennec (Crazy Idea), dallo spagnolo Gil Garcia (La Sportiva), dal norvegese Ludvigsen (Salomon), da Egea Caceres, protagonista in salita, e dal bergamasco Fabio Bazzana (Salomon), nono e secondo degli italiani, che conclude crollando a terra per l’immane fatica.
In chiave trentina il migliore è il teserano Christan Varesco, del team La Sportiva, 19° con un ritardo di 10’50” dal vincitore, seguito dal fassano Filippo Beccari, 35°, e dall’ex biathleta di Campitello Paolo Longo, 37°.
  
In campo femminile si impone, a 17” dal record di Emelie Forsberg, Laura Orguè, davanti dal primo all’ultimo chilometro.
Seconda la stessa svedese del Team Salomon, vincitrice delle ultime due edizioni, staccata di un minuto e mezzo, mentre terza compare tre minuti dopo, un po’ a sorpresa, la spagnola Maite Maiora (La Sportiva).
Di un soffio fuori dal podio la francese Christel Dewalle (Adidas), che era giunta seconda nel Vertical, seguita dalla polacca Anna Magdalena Kozierlska e dall’inglese Victoria Wilkinson.
Prima delle italiane Silvia Rampazzo (Valetudo), veneziana di Noale, nona dietro a Stephanie Jimenez.
Quindicesima la prima trentina, Antonella Confortola che nella discesa della Val Lasties ha calato il ritmo per non compromettere la sua fragile muscolatura in questo momento, quindi 17ª la fassana Nadia Scola.
Durante la premiazione è stato assegnato anche il premio Memorial Diego Perathoner, la combinata fra la Sellaronda Skimarathon invernale e la Dolomites Skyrace.
A trionfare è stato Tadei Pivk su Fabio Bazzana e Christian Varesco. In campo femminile Linda Menardi su Francesca Scribani.
 



 Le interviste
Due gare in solitaria e due dimostrazioni di forza, quelle dei vincitori della Dolomites Skyrace numero 17, Kilian Jornet Burgada e Laura Orguè i Vila.
Un successo che si è concretizzato proprio nell’ascesa al Piz Boè, dove entrambi hanno fatto la differenza, come spiegano nelle interviste al traguardo di Canazei.
Kilian Jornet Burgada: «Sono davvero molto felice, perché avevo nelle gambe la fatica accumulata nei 160 chilometri della gara di pochi giorni fa in Colorado e vincere alla Dolomites Skyrace di Coppa del Mondo rappresenta un riscontro importantissimo.
«Ho cercato di imporre subito un ritmo importante alla gara, perché sapevo che nella discesa avrei potuto concedere minuti ai due specialisti Zinca e Pivk, così ho forzato, passando a Forcella Pordoi assieme ad Egea Caceres, quindi ho attaccato definitivamente verso il Piz Boè.
«E anche nel primo tratto in discesa sono stato particolarmente veloce, poi la stanchezza ha iniziato a farsi sentire ed ho cercato di amministrare il vantaggio. Vincere a Canazei è fantastico, perché è una gara top, in un ambiente strepitoso e con un tifo da stadio.»
Ionut Zinca: «La discesa della Val Lasties mi esalta, mi piace molto ed anche quest’anno mi ha permesso di costruire un grande recupero. Purtroppo, però, soffro l’ascesa fino al Piz Boè, è decisamente dura per le mie caratteristiche.
«Ero reduce da due gare impegnative affrontate la scorsa settimana, una di Coppa del Mondo e l’Europeo di corsa in montagna, quindi le energie erano ridotte al lumicino. Una volta arrivato in cima, come sempre, ho giocato la mie carte migliori gettandomi senza paura verso Canazei.
«Ho recuperato sugli avversari e nel finale ho raggiunto pure Pivk, che ho superato al traguardo. Qualcuno mi chiede se con due chilometri in più di percorso sarei riuscito a raggiungere Kilian… Impossibile, lui è un fuoriclasse.»
Tadei Pivk: «Ho confermato il terzo posto dello scorso anno e sono molto soddisfatto. Stamattina avevo buone sensazioni in partenza e fino alla forcella ho realizzato un buon tempo, transitando sesto e riuscendo a recuperare un’altra posizione al Piz Boè.
«Poi in discesa vado forte ed ho superato Egea Caceres, Sevennec e Schneider, ma sapevo che per la seconda posizione avrei dovuto guardarmi le spalle da Ionut Zinca, che è arrivato come un razzo.
«È più forte e allo sprint mi ha battuto. Ma va bene così, un podio in Coppa del Mondo per me è un risultato fantastico.»
Laura Orguè i Vila: «Le mie gare sono le vertical, ma ho voluto mettermi alla prova anche nella Dolomites con curiosità, per vedere dove potevo arrivare. Non mi aspettavo di vincere, sono felicissima. Sapevo che avrei dovuto sparare il tutto per tutto il salita e così ho fatto.
«Nel primo tratto ero assieme alla Confortola, che stava tenendo un eccellente ritmo, poi sulla salita di Forcella Pordoi sono riuscita a staccarla, ed ho proseguito accelerando ancora, perché la discesa non è il mio forte. Fortunatamente ero riuscita ad accumulare un vantaggio importante, che ho gestito tranquillamente.
«Record sfiorato? Non ci ho minimamente pensato, l’importante era vincere. Per il primato ci proverò l’anno prossimo. Mi ha fatto molto piacere il commento di Emelie via twitter, un bel complimento sentirsi dire che vorrebbe correre come me in salita.»
Emelie Forsberg: «Sono arrivata in Val di Fassa un po’ stanca, dopo aver affrontato una gara di 10 ore la scorsa settimana, e in salita non sono riuscita ad esprimermi sui miei livelli.
«Ho recuperato bene nella seconda parte e sono soddisfatta per il risultato e per il fatto che il mio record non si stato battuto, nonostante la grande prova di Laura. Spero di essere più fresca il prossimo anno, per ritoccarlo.
«Sul Piz Boè avevo un vantaggio di 7 minuti e in discesa ho dato il tutto per tutto, recuperando qualche posizione, anche se le gambe non giravano come avrei voluto.»
Maite Maiora: «Nella notte sono stata male ed ero indecisa se gareggiare. Poi al risveglio mi sentivo meglio e il fatto di conoscere bene il tracciato, visto che si trattava della mia quarta partecipazione, mi ha fatto decidere di presentarmi allo start.
«Come negli anni scorsi in salita sono transitata dietro alle prime cinque, perché davanti ci sono delle esperte della verticalità. Dopo il Boè è arrivato il mio terreno preferito ed ho iniziato a recuperare un bel po’ di posizioni, poi mi è venuta voglia di agguantare il podio, dopo il quarto posto dello scorso anno, e così ho dato il tutto per tutto, riuscendo nell’intento.
«Sono felicissima».
Antonella Confortola: «Avevo già previsto di “mollare” in discesa. La mia gara quest’anno era focalizzata sulla salita fino al Piz Boè, dove volevo testare le mie condizioni e il responso è stato decisamente positivo, visto che sono transitata alle spalle della Orguè con soli 30 secondi di ritardo.
«Poi la discesa si è rivelata davvero spaccagambe e con il mio problema muscolare non potevo compromettere il resto della stagione, quindi l’ho affrontata con la dovuta cautela.»
Christian Varesco: «Sono il miglior trentino e sono entrato nei 20. Un risultato fantastico in una gara di assoluto livello.
«Ho cercato di non sprecare tutte le energie in salita, perché sapevo che la discesa era particolarmente impegnativa ed è stata la tattica giusta. Prosegue così il mio percorso di crescita».
Paolo Longo: «Grande gara, meteo eccezionale, atmosfera coinvolgente. Ho dato il massimo per cercare di ben figurare nella gara di casa, visto che abito a Campitello.
«Sfruttando le varianti sui sentieri, che conosco benissimo, ho cercato di attaccare in salita, anche se ho sofferto un tantino nel finale, stringendo i denti fino a Capanna Fassa.
«Poi in discesa ho cambiato passo, recuperando un po’ di posizioni».
Diego Salvador (presidente Comitato Organizzatore): «Giornata fantastica, con un record di iscritti, meteo ottimale e grande lavoro da parte degli oltre 230 volontari, che hanno consentito alla Dolomites Skyrace di diventare un evento così importante e di assoluto livello.
«Con il mio staff siamo davvero soddisfatti di come sia andata questa edizione e di come la nostra manifestazione stia crescendo di anno in anno, merito delle nostre montagne strepitose, ma anche della macchina organizzativa.»
 
 
 
 Tutte le classifiche della Dolomites SkyRace 2014 
Link assoluta femminile.
Link assoluta maschile.

Link classifica generale.
  

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