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Cultura: fare sistema – Mellarini parte da quattro contenitori

Linee di intervento di legislatura anticipate dall’assessore alla V Commissione

L’assessore Tiziano Mellarini ha presentato oggi le «Linee di intervento per la XV legislatura» riguardanti il «sistema della cultura» alla quinta Commissione del Consiglio provinciale presieduta da Lucia Mestri (Pd), che gli aveva chiesto l’audizione.
Con 36 slide (documento allegato), Mellarini ha evidenziato da un lato la «fotografia» del comparto (funzioni, attività, piattaforme, ruoli) con dati, punti di forza e di debolezza, e dall’altro le prospettiva individuate dalla Giunta per il «sistema culturale» relativamente alla governante, agli obiettivi di integrazione, alle azioni, agli interventi a legislazione invariata e ai nuovi interventi legislativi.
 
 Meno 12 milioni di euro per il settore
Ecco i principali dati del comparto forniti dall’assessore: la spesa per la cultura sul bilancio della Provincia per il 2014 ammonta a 58.783.040,00 euro, pari all’1,29% delle risorse, con un calo dell’1,4% rispetto al 2013 (equivalenti a 12 milioni di euro in meno).
«Pochissimi soggetti culturali da me incontrati sul territorio – ha tenuto a dire Mellarini – si sono lamentati per questi tagli e questo mi ha sorpreso positivamente.»
Più in dettaglio, quest’anno la Provincia prevede di spendere 10.349.740,00 euro per interventi sui beni culturali riguardanti gestione, investimenti e contributi (18%), 15.205.300,00 per le attività culturali con iniziative dirette (teatro, danza, studi, ricerche), sostegno a biblioteche specialistiche, contributi per attività culturali e investimenti di soggetti privati, attività di osservatorio (26%), e 33.228.000,00 per gli enti culturali (contributi a scuole musicali, ai musei di rilevanza provinciale e alle biblioteche specialistiche, assegnazioni per il funzionamento e per spese di investimento riguardanti Muse, Mart e Museo di S. Michele, Castello del Buonconsiglio, Fondazione museo storico del Trentino, Centro servizi S. Chiara (56%).
L’assessore ha messo poi in luce la crescita dei visitatori dei musei registrato dal 2009 al 2013 (da meno di 800 mila agli attuali 900 mila).
 
 L’obiettivo è l’integrazione
Se i punti di forza del sistema cultura indicati nelle Linee sono soprattutto l’ampia articolazione e l’elevata qualità dell’offerta in un territorio turistico dotato di una forte capacità attrattiva, le criticità consistono nella frequente sovrapposizione delle iniziative, nella difficoltà di integrazione, nella frammentazione del sistema informativo e di promozione, nella scarsa valorizzazione delle strutture e dei soggetti, nel basso grado di collaborazione fra i musei, nella complessità del settore che rende problematiche le sinergie e il «fare sistema».
In questo quadro, l’esecutivo vuole garantire al sostenibilità dell’offerta e della produzione culturale del sistema Trentino, tenuto conto della stabilizzazione o del calo delle risorse pubbliche, dell’aumento della domanda culturale e della partecipazione dei giovani, che la cultura è un fattore di sviluppo economico, della crescita delle competenze professionali e della richiesta di innovazione e creatività a tutti i livelli del sistema.
Si tratta allora di introdurre concretamente una «logica di sistema integrato» in cui le parti non vengano più interpretate come entità isolate ma come insiemi collegati in maniera strutturale fra di loro, capaci di interagire e collaborare.
A questo scopo serve una organizzazione nuova per gestire in modo più efficace ed efficiente il patrimonio culturale diffuso sul territorio e tutto ciò che riguarda la produzione culturale ed artistica.
E occorre che lo sforzo di integrazione sia rivolto soprattutto al territorio e in particolare alla fruizione del patrimonio culturale, verificandone la qualità, la distribuzione e la quantità.
 
 Unificare la gestione amministrativa dei musei
Per perseguire i tre grandi obiettivi della governance del sistema culturale integrato (programmazione condivisa, coordinamento, verifica delle attività) dando sostanza al rapporto di collaborazione tra Provincia, enti culturali, Comunità e Comuni, le azioni da mettere in campo interesseranno quattro ambiti strategici: la Soprintendenza per i beni culturali, i musei, il Centro servizi culturali S. Chiara e i distretti culturali.
In particolare, per i musei Mellarini ha annunciato per il 2015 la creazione di un «Centro unico di gestione dei servizi» dedicato agli aspetti amministrativi.
Su queste basi la Giunta vuole poi dar vita a un unico consiglio di amministrazione per le strutture museali del Trentino, ferme restano le quattro direzioni di ciascuna.
Questo perché il cda unico avrà funzioni di amministrazione, mentre la direzione delle strutture rimarrà in capo alle diverse realtà museali.
Ogni museo avrà insomma un proprio direttore e un proprio comitato scientifico, ma non più un consiglio di amministrazione.
Si darà vita inoltre ad un «tavolo della cultura» con funzioni di coordinamento, che si riunirà 2-3 volte per quadrimestre.
La qualità dell’offerta dei singoli musei sarà responsabilità dei rispettivi comitati scientifici.
Mellarini ha annunciato anche la creazione di un unico contenitore per promuovere tutti i castelli del Trentino, dal Buonconsiglio a castel Thun, da Casetl Caldes al castello di Ossana, ecc.
 
 Centro servizi culturali S. Chiara
Le Linee di intervento di legislatura prevedono poi la trasformazione del Centro servizi culturali S. Chiara da ente di gestione di spazi culturali ad «Agenzia per le politiche culturali della Provincia e a servizio del territorio nel settore dello spettacolo».
Il S. Chiara sarà insomma il «contenitore unico» dell’intero sistema dello spettacolo del Trentino.
Per Mellarini si potrà così assegnare, ad esempio, al restaurato Teatro Zandonai di Rovereto la funzione di sede della stagione lirica del Trentino, «perché la struttura ha tutte le caratteristiche per esserlo».
E si potrà affidare anche Drodesera ad una regia unica assegnata al Centro servizi S. Chiara, con una programmazione e con risorse diverse.
«Per il cda del S. Chiara – ha aggiunto l’assessore – proporrò la conferma di Gabrielli, che ha operato molto bene.»
 
 Distretti culturali
Oggi c’è la necessità di estendere questo modello sperimentato con Trento e Rovereto anche alle valli del Noce.
Unendo in particolare in un unico distretto culturale i castelli delle valli di Non e di Sole per potenziarne la promozione. 
 
 Palazzo delle Albere
D’intesa con l’amministrazione questa struttura potrà diventare, secondo Mellarini, «lo spazio del sistema culturale integrato».
Questa la proposta già condivisa con la Giunta comunale di Trento: a piano terra partiremo con un’iniziativa legata al tema dell’Expo 2015, l’alimentazione, con attrazioni e anche divertenti connesse al Muse e valorizzando anche il verde che circonda Palazzo delle Albere; il primo piano diventerà il front office dell’offerta culturale complessiva del Trentino con strumenti multimediali di presentazione; al secondo e ultimo sarà il Comune di Trento a decidere l’utilizzo degli spazi, «ma – ha aggiunto l’assessore – qui si potrebbe allestire una vetrina dell’arte con collezioni dell’Ottocento in sinergia con i musei».
«Anche le barchesse – ha osservato – saranno coinvolte per l’esposizione dei prodotti enogastronomici, così come richiesto dall’amministrazione comunale. Qui – ha concluso Mellarini - va ridisegnato tutto in funzione di quella che dovrà diventare la Cittadella della cultura.»
L’assessore ha infine precisato che queste Linee di intervento per la cultura potranno subire modifiche nel corso della legislatura.
Ufficialmente le Linee guida del settore saranno pronte in settembre, mentre il piano culturale accompagnerà la prossima manovra finanziaria provinciale.
 
 Il dibattito
Vista l’importanza del quadro presentato, Maestri ha deciso di discutere più a fondo queste prospettive all’inizio di settembre.
Manuela Bottamedi (M5s) apprezzando le Linee illustrate dall’assessore per il contenimento della spesa e la prospettiva dei quttro grandi contenitori, ha segnalato il problema della Centrale di Fies, «sottoutilizzata perché Drodesera è un’iniziativa di nicchia che non incide sull’economia. Servirebbe un’integrazione della struttura nel sistema provinciale».
Giuseppe Detomas (Ual) ha preso atto della necessità di voltare pagina nel settore delle politiche culturali, superando barriere geografiche ed istituzionali.
Vi sono parti del territorio che vivono sul confine con il Veneto e la Provincia di Bolzano.
Con quest’ultima in particolare potrebbe risultare interessare avviare una collaborazione in materia di iniziative culturali, per mettere i turisti in contato con l’offerta complessiva del territorio.
Walter Kaswalder (Patt) ha espresso piena condivisione nei confronti dell’idea di riordino del settore.
 
 Verso una «Card Arena di Verona-Muse-Mart»
L’assessore Mellarini ha precisato che il calo delle risorse ha interessato un po’ tutti i settori della cultura (musei, volontariato) ma non le biblioteche e la catalogazione.
Per creare un sistema occorre trovare anche sponsor privati: a suo avviso «vi sono anche soggetti di livello internazionale che possono sostenere gli eventi di grande respiro».
A Bottamedi l’assessore ha detto che la Centrale di Fies andrà valorizzata prevedendone un utilizzo non solo per la cultura ma anche per l’economia. Mellarini ha infine rassicurato Detomas.
«Ci troveremo il 28 agosto con Bolzano sull’Euregio con un progetto che ci permetterà di confrontarci con Bruxelles. Inoltre stiamo costruendo un asse Monaco-Mantova che ci permetta di dare maggiore visibilità alle strutture e alle iniziative  culturali del nostro territorio a livello comunitario. Stiamo inoltre lavorando a una “Card Arena di Verona-Muse-Mart.»
E per la cultura delle minoranze etniche, Mellarini ha assicurato che nelle alte stagioni «qualche iniziativa che dia valore a queste aree andrà fatta».

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