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L'eredità morale di Padre Eusebio Iori a 35 anni dalla morte

Solenne e partecipata commemorazione ieri pomeriggio sul Colle di Miravalle: «Padre Eusebio ci parla ancora attraverso la voce di Maria Dolens»

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È stata particolarmente partecipata la commemorazione del trentacinquesimo anniversario della morte di Padre Eusebio Iori, il frate cappuccino Reggente della Fondazione Opera Campana dei Caduti dal 1953 fino alla sua morte avvenuta il 12 agosto 1979.
A 35 anni dalla sua scomparsa, proprio nel giorno dell'anniversario, la Fondazione Opera Campana dei Caduti ha voluto ricordare l'eredità morale di Padre Eusebio Iori attraverso una manifestazione ufficiale ospitata nel tardo pomeriggio sul Colle di Miravalle. Dopo la celebrazione della Santa Messa di suffragio presieduta da padre Massimo Lorandini, vicario Provinciale della Provincia dei Frati Minori Cappuccini «Santa Croce», con l'accompagnamento musicale del Corpo Bandistico Terza Sponda di Revò, paese di origine di Padre Iori, l'attuale Reggente, Alberto Robol, ha dato il via ad una serie di interventi ufficiali che hanno ricordato l'opera del cappellano militare.
 
Il vicesindaco di Rovereto, Gianpaolo Daicampi, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, il sindaco di Revò, Yvette Maccani, il Presidente dell'Associazione Italia-Austria di Trento e Rovereto, Fabrizio Paternoster, il Presidente della Croce Nera d'Austria, Walter Strnad, il Presidente dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia di Borgo Valsugana, Giuseppe Mascotto e Presidente della Sezione di Trento dell'Associazione Nazionale Alpini, Maurizio Pinamonti: tutti sono stati concordi nel definire Padre Eusebio Iori come l'uomo del dialogo.
«Mantenne per tutta la sua tumultuosa vita la capacità straordinaria di suscitare simpatia, di conquistare sia la gente umile come i grandi con il fascino immediato della sua personalità trascinante. Vivace, estroverso, riempiva con estrema facilità ogni ambiente con la sua prorompente presenza.»
 
«La voce di Padre Eusebio – ha detto il relatore ufficiale padre Giorgio Valentini – è spenta da 35 anni. Continua però a parlare per lui la voce di Maria Dolens, ripetendo al mondo la traduzione del messaggio francescano che padre Eusebio aveva tradotto a sua volta nella vita.
«Il suo esempio, la sua tenacia nell'esprimere quotidianamente il senso profondo della vita donata, è ancora attuale, soprattutto oggi che stiamo vivendo un cambio epocale nella storia, quello della innegabile trasformazione culturale.»
 
È una coincidenza assolutamente significativa che i 35 anni dalla morte di Padre Eusebio cadano nell'anno del centenario dello scoppio della Grande Guerra.
Padre Iori fu uno degli artefici più illustri del dialogo tra l'Italia e l'Austria. Per questo motivo ha assunto un grande valore la presenza ieri pomeriggio del Presidente della Croce Nera d'Austria, Walter Strnad e del Presidente dell'Associazione Italia-Austria di Trento e Rovereto, Fabrizio Paternoster.
«In un periodo in cui i rapporti erano profondamente segnati dalle devastanti esperienze delle di due guerre mondiali e dalla infinita successione di difficoltà ed incomprensioni, – hanno affermato all'unisono Strnad e Paternoster. – Padre Eusebio seppe con impegno e costanza stimolare le relazioni, mantenendo una condotta rigorosamente istituzionale, coerente e rispettosa delle prerogative dei singoli Paesi.»
 
«Padre Iori – per il vicesindaco Daicampi – fu un grande apostolo di pace.
«Lo fu con quello stile e nelle modalità con cui noi tutti lo ricordiamo ancora oggi: pragmatico, concreto, energico.»
 
«Perché dopo 35 anni sentiamo l'esigenza di ricordare Padre Eusebio Iori?»
È questa la domanda che si è posto il Reggente Alberto Robol. La pace non è qualcosa di acquisito, ma la pace è un cammino che ciascuno di noi deve fare, un cammino instancabile.
In quest'anno molto speciale la Fondazione Opera Campana dei Caduti ha «camminato» più del solito portando il messaggio di Maria Dolens oltre il territorio di Rovereto.
Lo ha fatto attraverso il Pellegrinaggio Civile della Pace. Un'iniziativa che ha interpretato pienamente il pensiero di Padre Iori che diceva che la Campana dei Caduti è a Rovereto ma non è di Rovereto, affermandone così la dimensione mondiale.
 
Nato a Revò il 24 agosto 1918, a dodici anni entrò nel convento dei padri cappuccini a Trento dove seguì gli studi liceali e di teologia.
Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1942 e l’anno dopo venne assegnato, come cappellano, alla IV Legione della Guardia di Finanza di Trento.
Agli inizi degli anni Cinquanta diede vita all’incontro annuale al passo del Brennero nella notte di Natale, dove militari italiani, austriaci, francesi, inglesi e americani partecipavano insieme alla S. Messa e alla cena in fraterna amicizia.
Nel 1953 si occupò del restauro di quello che oggi è il Tempio Civico di San Lorenzo a Trento. Molto importante anche la fondazione del «Centro Alcide Degasperi», sorto sulle pendici del monte Bondone nel 1958, prima come colonia estiva internazionale per i giovani di vari Paesi europei, poi come preventorio per i bimbi trentini affetti da malattie e, infine, come centro didattico per i figli degli emigrati italiani all’estero.
 
Il 18 maggio del 1953 Padre Iori venne nominato Reggente della Campana dei Caduti di Rovereto; carica che ricoprì per 26 anni fino alla morte.
Egli comprese molto bene lo spirito da cui era nata quell’iniziativa, ossia dalla volontà di ricordare i caduti di tutte le guerre, al di sopra di ogni barriera etnica o nazionale.
Era un messaggio di pace e di fratellanza tra i popoli che il fondatore, don Antonio Rossaro, aveva lanciato con la sua intuizione.

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