Home | Pagine di storia | Il 20 agosto di 100 anni fa moriva il papa Pio X

Il 20 agosto di 100 anni fa moriva il papa Pio X

Era nato povero a Riese, piccolo paesino tra Asolo e Castelfranco Veneto – Fu il primo (e forse l’unico) pontefice che si occupò solo dei fedeli

image

>
Giuseppe Melchiorre Sarto era nato a Riese, comune in provincia di Treviso che dal 1952 ha assunto la denominazione di Riese Pio X, secondo di dieci figli in una famiglia modesta.
Suo padre Giovanni Battista (1792-1852) era un fattore e sua madre, Margherita Sanson (1813-1894), sarta.
Egli si distinse da molti suoi predecessori e successori proprio per il fatto che fu esclusivamente «un pastore» senza alcun impegno presso la curia o nell'attività diplomatica della Santa Sede.
Viceversa, il potere lo intralciò come se fosse un uomo impegnato in politica come Pio Nono.
 
Ricevette la «tonsura» nel 1850 ed entrò nel seminario di Padova. Fu ordinato prete nel 1858 dal vescovo di Treviso, Giovanni Antonio Farina, e divenne cappellano della parrocchia di Tombolo.
Nel 1867 fu promosso arciprete di Salzano e poi, nel 1875, canonico della cattedrale di Treviso, fungendo nel contempo da direttore spirituale nel seminario diocesano, esperienza della quale serberà sempre un ottimo ricordo.
Giuseppe Sarto fu nominato vescovo di Mantova il 10 novembre 1884 e consacrato vescovo dal cardinal Lucido Maria Parocchi il 6 novembre 1884 nella Basilica di Sant'Apollinare in Roma. 
Successivamente ricoprì la carica di patriarca di Venezia.
Il governo italiano rifiutò peraltro inizialmente il proprio exequatur, asserendo che la nomina del patriarca di Venezia spettava al Re e che, inoltre, Sarto era stato scelto su pressione del governo dell'Impero austro-ungarico.
Giuseppe Sarto dovette quindi attendere ben 18 mesi prima di poter assumere la guida pastorale del patriarcato di Venezia.
Con la nomina a patriarca egli ricevette pure la berretta cardinalizia nel concistoro del 12 giugno 1893.
Fu eletto papa nel 1903.
  
 Il conclave
Alla morte di Leone XIII il candidato più probabile al soglio di Pietro era considerato il segretario di Stato Rampolla.
All'apertura del conclave il 1º agosto 1903, la sorpresa: il cardinale Puzyna, arcivescovo di Cracovia, comunica che l'imperatore d'Austria-Ungheria Francesco Giuseppe, usando un suo antico privilegio quale sovrano di un impero cattolico, pone il veto all'elezione del cardinale Rampolla.
I motivi del veto sarebbero non soltanto politici, in particolare la vicinanza del Rampolla alla Francia e le sue idee più aperte, ma anche personali.
Il Rampolla quale segretario di Stato avrebbe infatti cercato di influenzare Leone XIII a negare una sepoltura cristiana all'arciduca Rodolfo d'Asburgo-Lorena, suicidatosi durante i cosiddetti Fatti di Mayerling.
Malgrado l'indignazione di molti cardinali il conclave decise comunque di obbedire alla volontà dell'imperatore, così la candidatura di Rampolla sfumò e i suffragi si orientarono sul patriarca di Venezia, che fu eletto il 4 agosto ed incoronato il 9.
Prese il nome di Pio X in onore dei suoi predecessori. Scelse come motto del suo pontificato Instaurare omnia in Christo (Paolo di Tarso) e lo attuò con coraggio e fermezza.
 
Una delle prime decisioni di Pio X fu proprio l'abolizione (con la costituzione apostolica Commissum nobis) del cosiddetto «veto laicale», che spettava ad alcuni sovrani cattolici e a causa del quale egli era divenuto pontefice.
 
 Il pontificato
Il nuovo Papa, consapevole di non avere alcuna esperienza diplomatica né una vera e propria formazione universitaria, seppe scegliere dei collaboratori competenti come il giovane cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta, di soli 38 anni, poliglotta e direttore della Pontificia accademia ecclesiastica, che fu nominato segretario di Stato.
Stante la propria inesperienza, Pio X lasciò a Merry del Val sostanzialmente campo libero nella conduzione della diplomazia vaticana.
Papa Pio X rimase sempre semplice e umile e in Vaticano visse parcamente, assistito dalle sorelle, in un appartamento fatto allestire appositamente.
 
Caratteristico e storicamente importante fu l'indirizzo teologico che diede alla Chiesa cattolica durante tutto il suo pontificato, la cui linea può essere definita sinteticamente come tradizionalista, in particolare per la lotta ingaggiata contro il «modernismo» attraverso l'enciclica Pascendi Dominici Gregis e il decreto Lamentabili Sane Exitu, a cui seguì l'approvazione personale del Sodalitium Pianum, una rete di informazione che indagava su teologi e docenti sospettati di modernismo.
Si stava infatti diffondendo all'interno del mondo cattolico e in ampi settori della stessa gerarchia ecclesiale, una sorta di rivisitazione filosofica della teologia cattolica sotto l'effetto dello scientismo di fine Ottocento.
In risposta al modernismo teologico, Pio X introdusse dal 1º settembre 1910 il giuramento della fede per tutti i membri del clero.
Fu tuttavia Pio X ad avviare la riforma del diritto canonico, che culminerà nel 1917 (cioè dopo la sua morte) con la promulgazione del Codice di diritto canonico, e a redigere il Catechismo che porta il suo nome.
Anche sul piano della gestione patrimoniale fu lui a unificare i redditi dell'obolo di San Pietro e quelli del patrimonio del Vaticano.
Ma, soprattutto, riformò la Curia romana con la costituzione Sapienti Consilio del 29 giugno 1908, sopprimendo vari dicasteri divenuti inutili.
Raccomandò ai paesi cattolici l'uso della pronuncia ecclesiastica latina nelle scuole. Poco prima di morire era intento a completare gli studi preparatori di un documento (poi abbandonato dai successori) relativo alle condizioni di liceità dell'esercizio del diritto di sciopero.
  


Ai primi del Novecento il tango, ballo sensuale importato dall'Argentina, cominciava a sottrarre spazio in Europa al valzer e alla polka.
Di fronte alle interdizioni richieste dalle autorità ecclesiastiche parigine, si narra che Pio X desse disposizioni affinché una coppia di ballerini di tango gli fornisse un'idea precisa del nuovo ballo, per valutarne direttamente, di persona, gli aspetti scandalosi.
Avvenuta l'esibizione riservata di danza, il sommo Pontefice avrebbe detto: «Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a 'ea furlana; ma no vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo! »
(A me sembra che sia più bello il ballo della furlana; ma non vedo che grandi peccati vi siano in questo nuovo ballo!)
Comunque sia, dispose la revoca della sanzione ecclesiastica prevista per chi lo avesse praticato.
L'episodio ha ispirato anche una nota poesia (Tango e Furlana) di Trilussa.
 
Pio X ebbe a confrontarsi con il problema della separazione fra Stato e Chiesa, che emerse in Francia con l'entrata in vigore della legge del 9 dicembre 1905, nella quale si concentravano gli intenti fondamentali della politica antireligiosa e massonica della terza Repubblica e in particolare del governo di Émile Combes.
A partire dal 1880 si erano registrati in Francia una serie di provvedimenti antireligiosi tendenti alla dissoluzione delle congregazioni religiose, di espulsione dei religiosi regolari: insegnanti, personale infermieristico e così via.
 Pio X si mostrò assai meno conciliante verso questa politica fortemente anticlericale rispetto al proprio predecessore, nonostante la maggioranza dei vescovi francesi gli consigliasse di piegarsi alla nuova legge.
La legge emanata dal governo francese segnò il culmine di tale politica, decretando unilateralmente l'abrogazione del concordato del 1801.
 
Proprio nei primi giorni della prima guerra mondiale, Pio X morì per una cardiopatia (probabilmente di pericardite) il 21 agosto 1914 alle ore 1:15.
Si dice anche che qualche tempo prima della morte abbia detto: «Verrà il Guerrone» ossia la Grande Guerra.
Pio X fu beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 durante il pontificato di Pio XII, la festa fu fissata al 3 settembre.
Il calendario del Novus Ordo Missae la prevede il 21 agosto.
Coloro che seguono il calendario antico lo festeggiano dunque il 3 settembre. La sua salma è tumulata all'interno della Basilica di San Pietro in Vaticano.
È il patrono della Fraternità Sacerdotale San Pio X ed è anche compatrono secondario della città di Venezia in ricordo di quegli anni trascorsi come Patriarca.

Ai ringrazia Wikipedia per le note e le foto.

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande