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Quello che dovevamo sapere dell’orsa Daniza

I suoi orsacchiotti sono autosufficienti – Non è ancora stata catturata perché è stato adottato il metodo meno pericoloso per l’animale

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Inutile dire che oggi, alla conferenza stampa del lunedì, i giornalisti hanno fatto il fuoco di fila di domande al vicepresidente della Giunta provinciale di Trento, Alessandro Olivi, sull’orsa Daniza.
Ora, pur sapendo che esistono problemi ben più importanti di quelli dell’orsa, riteniamo urtile riportare quanto emerso, perché riteniamo che sia di pubblica utilità.
 
Il Trentino è stato teatro del più importante esperimento di ripopolazione dell’orso mai avvenuto in l’Europa. Quando stava per estinguersi l’orso autoctono sono stati importati nove esemplari che in breve tempo si sono moltiplicati, trovando in Trentino l’habitat ideale.
Ci sono state qualcosa come 36 cucciolate, che hanno messo al mondo 77 orsacchiotti.
Daniza ha 20 anni ed è tecnicamente quasi a fine della vita attiva per un orso in stato di libertà. Poiché gli orsi in cattività vivono invece il doppio, il suo ritiro in pensione potrebbe esserle salutare.
I suoi orsacchiotti – ci è stato assicurato – sono autosufficienti.
 
L’orsa non è stata ancora catturata perché l’ordinanza prevede che venga applicata la formula più morbida per lei.
Niente proiettili narcotizzanti, che si sono dimostrati pericolosi per l’animale (anche per l’uomo). Se l’anestetico è troppo forte, l’animale rischia di morire, se è troppo poco rischia di vagare per qualche minuto intontito, esponendosi a pericoli come specchi d’acqua o dirupi.
La scelta del tubo con trappola alimentare richiede più pazienza, ma è il meno cruento. È fatto in modo che i piccoli non si facciano male e che consenta la cattura senza altre precauzioni.
Insomma, l’animale non è difficile da catturare. È difficile farlo come si deve.
 
La localizzazione dell’animale offerta dal radiocollare non è tale da permettere la visione dell’orsa in tempo reale.
Si tratta di un sistema GPRS che di tanto in tanto invia una stringa SMS di dati ticevuti dal GPS satellitare. Insomma, non è un modo per tenerlo sotto controllo ma per visualizzare il suo vagabondaggio.
A volte l’animale si trova in posti dove non c’è copertura GPRS.
Il sistema ha una batteria della durata di un anno e mezzo, dopodiché il collare va sostituito. Quello di Daniza è stato sostituito tre volte.
 
La decisione di catturare Daniza è avvenuta secondo un protocollo stabilito dal Ministero dell’Ambiente.
Nulla è quindi stato fatto sotto la spinta emotiva, ma esclusivamente sulla base di tabelle comportamentali.
A sfavore di Daniza sta il fatto che si è abituata alla presenza dell'uomo. Cioè non le fa paura, purché tenga le distanze.
Questo vale anche per tutti gli altri orsi presenti nel territorio nazionale.
L’orso M4 è sotto osservazione, anche se non ha superato la soglia di pericolosità.
 
Per quanto riguarda l’atteggiamento della gente, va precisato la Giunta provinciale non intende trattare con chi fa invasioni di campo. Come abbiamo già detto anche noi, la nostra democrazia è abbastanza matura da disporre di migliaia di strade di dialogo. Atti di violenza sono inaccettabili e ottengono il risultato opposto.
A Pinzolo ci saranno altre dimostrazioni a favore dell’orsa, che troveranno l’opposizione di ampi strati della popolazione locale. Tanto più che sono giunte le notizie degli asini sbranati nel corso delle scorribande di M25 (orso trentino DOC) in provincia di Sondrio.
In ogni caso è piacevole sapere che la gente sia scesa in strada per salvaguardare un animale. Ma non dimentichiamo che anche gli asini sono animali che meritano la stessa attenzione.
 
Poiché il nostro parere è che l’intero Trentino sia un parco naturale, abbiamo chiesto all’assessore Dallapiccola (agricoltura e turismo) perché non sia stata attivata una campagna di comunicazione per insegnare la convivenza della gente con gli orsi.
Visti i percorsi fatti dai plantigradi, infatti, sarebbe meglio che la gente ad esempio sapesse cosa fare, cosa non fare nel caso di incotnri ravvicinati.
Ci è stato risposto che da sempre sono veicolate campagne del genere, ma noi siamo del parere che finché la gente ci scrive di non saperne abbastanza, le campagne attivate non hanno raggiunto l’obbiettivo o quantomeno che il target non prevedeva la gente comune.
 
Abbiamo chiesto all’assessore Dallapiccola se fosse al corrente della salute di Yurka, altra orsa problematica che è finita prima nel recinto del Casteller e poi in un centro di educazione nella Foresta Nera.
Ci è stato risposto ironicamente che nessuno è andato a trovarla.
Un peccato, primo perché bastava scambiare qualche mail, secondo perché non è escluso che Daniza si trovi costretta a fare lo stesso percorso.

GdM

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