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Franco Marini, presidente del Comitato Grande Guerra, a Pejo

Onore ai caduti di entrambe le parti dopo la visita al museo in compagnia dell'assessore Mellarini e del sindaco Dalpez

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Il «Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale» ha il compito di coordinare la pianificazione, la preparazione e l’organizzazione degli interventi connessi alle celebrazioni per gli anniversari di interesse nazionale.

Questa mattina Franco Marini, presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha visitato il Museo della Guerra bianca e il cimitero austroungarico di Peio.
Lo accompagnavano l’assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini, il sindaco Angelo Dalpez e il direttore del museo di Peio Maurizio Vicenzi. Il presidente Marini ha voluto vedere da vicino luoghi carichi di storia e di testimonianze legate alla Grande guerra.
Marini ha sottolineato il ruolo storico dei due conflitti mondiali, che cambiarono radicalmente, per dimensioni e effetti, il concetto stesso di guerra.
«Oggi – ha detto Marini – la guerra è diventata qualcosa che coinvolge paesi interi, corre la tecnologia, si moltiplicano i caduti.
«Cosa accadrà se non siamo capaci di fermare queste tragedie immani? Ricordare la guerra serve per capire che la pace è lo strumento per una crescita senza tragedie.»
 
Sono i giovani e il mondo della scuola, secondo l’assessore Tiziano Mellarini, alcuni tra i destinatari principali delle iniziative legate alla memoria della Grande guerra.
«Riflettere su questi luoghi che hanno la visto la perdita di tante vite umane – ha detto l’assessore – serve per dare ai giovani il segnale che esiste un impegno forte per costruire la pace nel mondo.
«Spero poi che le parole pronunciate recentemente da Sua Santità Papa Francesco siano entrate nella mente di tante persone.
«Oggi abbiamo bisogno della pace, della convivenza fra i popoli, della cooperazione fra le nazioni che furono il monito di un grande statista come Alcide Degasperi. Dobbiamo coinvolgere i nostri giovani, portando in questi luoghi le scolaresche per un’educazione davvero importante.»
 
 

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