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Apicoltura trentina, in rete le istruzioni per l’uso

Incontro a Vigalzano con l’assessore Michele Dallapiccola e le istituzioni impegnate per supportare il comparto apicoltura

Sotto la regia dell’Assessorato provinciale all’agricoltura, la Provincia autonoma di Trento, la Fondazione Edmund Mach e l’ Azienda provinciale per i Servizi Sanitari stanno mettendo a punto un vero e proprio piano per salvaguardare l’apicoltura trentina, attualmente in grande difficoltà.
Pochi giorni fa l’assessore Michele Dallapiccola ha chiamato a raccolta presso la sede periferica di Vigalzano della Fondazione Mach, dove opera il gruppo di sperimentazione e consulenza in apicoltura, tutte le istituzioni che a vario titolo possono fornire un valido supporto al comparto al fine di individuare una adeguata strategia di azione.
«Ho promosso l'incontro – spiega l'assessore Dallapiccola – allo scopo di finalizzare la collaborazione fra le diverse componenti del settore apistico verso l'obiettivo di mettere al più presto la Giunta nelle condizioni di approvare la delibera che regolerà questo tipo di attività.»
 
Si tratta del primo di una serie di incontri che seguiranno nelle prossime settimane. L’incontro è stato organizzato dal Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach ed ha coinvolto il Servizio agricoltura ed il Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza della Provincia, nonché l’Unità operativa di Igiene e sanità pubblica veterinaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti Gianantonio Tonelli del Servizio Agricoltura, Carlo Costanzi del Servizio Politiche Sanitarie, Luigino Bortolotti dell’Unità operativa Igiene e Sanità pubblica veterinaria dell’APSS), Gino Angeli e Paolo Fontana della Fondazione Mach, per presentare i rispettivi ambiti di attività e le problematiche del settore.
 
L’assessore Dallapiccola ha visitato, inoltre, con il direttore generale della Fondazione Mach, Mauro Fezzi, e il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti, i laboratori e la sala di smielatura del gruppo di apicoltura che opera presso la sede di Vigalzano.
Sotto i riflettori i molteplici problemi del comparto, primo fra tutti la riduzione della flora nettarifera, i cambiamenti climatici con spostamenti della piovosità nei periodi di intense fioriture, i problemi sanitari come la varroa che richiedono maggiore preparazione agli apicoltori per la loro gestione, l’inquinamento ambientale legato agli agrofarmaci e, non da ultimo, l’impoverimento genetico del patrimonio apistico derivato dalla scomparsa delle api selvatiche decimate dall’acaro varroa.

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