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Oriente Occidente 2014: della Grande Guerra – Di S. Matuella

Ieri il festival è entrato nel vivo con due importanti coreografi israeliani che a Rovereto hanno lasciato un segno profondo per creatività e bellezza

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Sharon Eyal e Gai Behar L-E-V House ©Photo by Em Watson.
 
Il «corpo a corpo» con la danza contemporanea proposto dal festival Oriente Occidente di Rovereto è iniziato ieri, dopo il preambolo di sabato sera con le danze aeree della compagnia francese Retouramont, eseguite da quattro danzatrici-acrobate che hanno volteggiato sopra la piazza Rosmini e sotto la pioggia.
Ieri il festival è entrato nel vivo con due importanti coreografi israeliani che a Rovereto hanno lasciato un segno profondo per creatività e bellezza.
Occorre premettere che quest’anno, i direttori artistici del festival Lanfranco Cis e Paolo Manfrini hanno compiuto una scelta radicale, collegata al centenario della Grande Guerra, volta a indagare lo stato dell’arte nei paesi attraversati da conflitti quali Israele, il Congo e il Sudafrica.
 


In quest’ottica, ieri mattina all’alba, il coreografo israeliano Sharon Fridman ha presentato «Rizoma», una coreografia suggestiva al cospetto di Maria Dolens (foto qui sopra) la Campana dei caduti creata con la fusione dei cannoni dei fronti nemici: sotto un cielo cangiante che nel giro di un’ora è sfumato dalle nuvole a una luce rosacea fino a una nebbia improvvisa, settanta danzatori professionisti e non, diretti dallo stesso Fridman e accompagnati da un ensemble di musicisti, hanno dato vita a un rito simbolico basato sull’incontro di corpi e di emozioni davvero coinvolgente.



Ieri sera, all’Auditorium Melotti del Mart è andata in scena L-E.-V (Cuore in ebraico), compagnia di Israele diretta da Sharon Eyal e Gai Behar: questa compagnia è l’esempio che il dramma del conflitto non ha certo la meglio su creatività e impegno artistico.
Al contrario, Sharon Eyal ha ideato una danza radicale che è frutto di un lavoro di cesello, basato sulla scomposizione certosina delle tecniche di danza accademiche e sulla ricomposizione in un movimento caleidoscopico, fluido e insieme statuario, che ha spiazzato il pubblico per la portata finalmente innovativa di questa danza molto complessa.
Non è esagerato dire che la compagnia L-E-V ha stupito il pubblico di appassionati, ma anche di tanti addetti ai lavori accorsi a Oriente Occidente, con un flusso ininterrotto di energia, bellezza e rigore formale, eseguito da ottimi danzatori che indossano tute aderenti come una seconda pelle, incorniciati da luci di taglio laterali bianche o verdi, che ballano in questa maniera davvero insolita su un trascinante «tappeto» ritmico e sonoro di musica techno.
 

 
Il festival è denso di appuntamenti e iniziative che completano il cartellone principale: in questi primi due giorni a Oriente Occidente si è tenuto anche il concorso coreografico Danz’è, dedicato alla nuova danza italiana.
La giuria (composta da Loredana Furno, Claudia Gelmi e Sandra Matuella) ha valutato tredici compagnie provenienti da tutta Italia, il cui livello tecnico e artistico era mediamente buono e più interessante rispetto agli anni precedenti.
Alla fine hanno vinto tre gruppi che si sono distinti per la versatilità, creando coreografie che fondono la danza con una raffinata visione teatrale.
Per la «notevole capacità di coniugare una nitida visione estetica con un sapiente uso espressivo di oggetti e costumi», il primo premio è stato assegnato al coreografo napoletano Marco Auggiero, per «Arrancare», proposto dalla Compagnia Labart.



Il secondo premio è stato assegnato al coreografo Alessandro Pustizzi con la compagnia Cie Linee Distorte di Roma, e il terzo a Martina Marini con la compagnia Fucina Danza/Tanzschmiede di Merano.
La giuria ha inoltre segnalato Sono state segnalate inoltre le coreografe Lara Russo di Milano e Laura Matano di Reggio Emilia. Oggi, lunedì primo settembre, il festival prosegue al Teatro Sociale di Trento con la compagnia Baninga del Congo che presenta in prima nazionale «Au-Delà», mentre domani sera, al Melotti di Rovereto c’è il Sudafrica con la compagnia Via Katlehong Dance.
Proseguono anche gli appuntamenti con la sezione Linguaggi del festival: sempre oggi, alle 17, nel Giardino della Danza, il giornalista Emanuele Giordana parlerà di Medici senza frontiere, mentre domani il coreografo Claude Coldy parlerà della Danza sensibile e delle sue applicazioni. 
 
Sandra Matuella
s.matuella@ladigetto.it
 



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