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Kompatscher si prende la Rizzoli: «Così si fa insediamento»

Dopo otto anni di attesa per vedersi assegnare le aree per il nuovo stabilimento, l'azienda trentina ha deciso si trasferisri poco più in là: in Alto Adige

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Nella foto di gruppo USP, anche Luis Durnwalder.

La «Rizzoli», azienda produttrice di stufe e termocucine a legna, è originaria della Val di Fiemme, e dopo aver trascorso circa otto anni in attesa delle aree utili ad ospitare un nuovo e più grande stabilimento, ha deciso di trasferirsi subito al di là del confine.
Esattamente a San Lugano, nel territorio comunale di Trodena, uno dei primi «avamposti» della Provincia di Bolzano.
Qui ha trovato un'area all'interno della quale realizzare una sede di 16mila metri quadrati, diventata operativa nel gennaio scorso.
«Secondo ciò che ci hanno riferito i titolari dell'azienda - ha spiegato il presidente Arno Kompatscher al termine della visita - un ruolo chiave nella decisione di trasferirsi in Alto Adige lo ha svolto l'amministrazione locale grazie a disponibilità, attività di consulenza e rapido disbrigo delle formalità burocratiche.»
 
Ciò dunque, secondo Kompatscher, rappresenta la conferma che la recente riforma delle norme che regolamentano l'assegnazione dei terreni all'interno delle zone produttive si muove lungo la strada giusta.
«Ma non solo - aggiunge il presidente altoatesino - perchè il caso della Rizzoli premia un'amministrazione efficiente e competente, capace di offrire il necessario sostegno con l'obiettivo di migliorare la situazione occupazionale anche nelle zone più periferiche della Provincia.»
Ad oggi l'azienda di Trodena dà lavoro a circa 80 persone, e può contare su un fatturato di 9 milioni di euro con una tendenza alla crescita di entrambi i dati.
Concludendo, Arno Kompatscher sottolinea che «la Giunta provinciale continuerà anche in futuro a promuovere in maniera attiva un'intelligente politica di insediamento produttivo sul territorio. Solo in questo modo, infatti, possiamo garantire il mantenimento degli standard occupazionali e combattere la tendenza allo spopolamento delle aree periferiche».

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