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Ci ha lasciati Gino Tomasi, «padre e figlio della Cultura trentina»

Direttore del «Museo tridentino di scienze naturali» dal 1965 al 1992, aveva 87 anni

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Gino Tomasi, fotografato all’inaugurazione del MUSE - ©l’Adigetto.it.
 
È scomparso Gino Tomasi, un grande della cultura trentina, un personaggio che i giovani forse non ricordano perché appartiene a una antica generazione, essendo nato nel 1927.
E invece, come dice un piacevole commento inviato alle redazioni dalla presidenza della Regione Trentino Alto Adige, «con Gino Tomasi scompare un padre ed un figlio nobile della cultura trentina».
Gino Tomasi è stato direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali dal 1965 al 1992, quando è andato in pensione. È stato il ricercatore storico che più ha fatto per mettere in ordine le testimonianze trentine nella ricerca.
Naturalista, studioso, autore di numerose pubblicazioni scientifiche ha lasciato molte opere scritte, delle quali ricordiamo «Per un’idea di natura» e la più nota è «I laghi del Trentino», tuttora considerata un’opera fondamentale.
 
È stato ideatore e promotore dei parchi naturali come l'Adamello Brenta, Paneveggio, Pale di San Martino, della sezione staccata del Museo delle Palafitte di Ledro e tanto altro ancora.
Nel 2005 gli è stata conferita l'Aquila ardente di San Venceslao, l’antico sigillo della città di Trento.
A fine luglio 2013, quando venne inaugurato il Museo, lo avevamo incontrato nella nuova sede. Aveva ammirato la nuova generazione del museo che lui aveva guidato in epoca remota. Era rimasto senza parole, vista la poca disponibilità che aveva la sia Amministrazione. Però si era emozionato dall’evoluzione dei tempi e si era augurato che tutto potesse evolversi così.
 
«Con Gino Tomasi scompare un padre ed un figlio nobile della cultura trentina, – scrive Diego Moltrer, presidente del consiglio regionale. – Figura discreta e sobria lascia un segno indelebile non solo nella nostra comunità regionale bensì in quella nazionale ed internazionale.
«Il Museo delle Scienze diretto con eccezionale capacità ne è testimone, di quel fare cultura che ha reso la nostra regione terra d'avanguardia.
«A Gino Tomasi il grazie riconoscente della comunità regionale, la quale sono certo saprà ricordarlo nelle forme più consone ed appropriate.»

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