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Non è stato un profugo a violentare la donna a Marco

Questo il clamoroso risultato delle analisi del Ris di Parma – L’appello alla prudenza dell’Assessora Borgonovo Re

I lettori si ricorderanno il presunto caso di violenza carnale segnalato lo scorso 26 luglio a Marco di Rovereto (vedi nostro servizio), quando una donna della zona aveva sporto denuncia contro ignoti per aver subito uno stupro.
Poiché l’episodio era accaduto nei pressi del centro di prima accoglienza di Marco e date le descrizioni del caso da parte della vittima, la Magistratura aveva disposto l’analisi del DNA su tutti i 70 profughi ivi ospitati.
Oggi la notizia, clamorosa per certi versi ma non inaspettata, che secondo il RIS di Parma nessuno dei DNA rilevati sarebbe compatibile con quello messo a riscontro sui vestiti della donna.
Questo è un dato positivo sotto molti punti di vista, anche se per contro significa che le indagini devono ripartire in altra direzione. Sicuramente gli inquirenti avevano attivato anche un piano B, ma noi non ne siamo a conoscenza.
 
Preso atto che la notizia è divenuta di pubblico dominio, l'assessora provinciale alla Salute e politiche sociali Donata Borgonovo Re ha emesso un comunicato per lamentare la poca prudenza dimostrata dagli organi di stampa nel dare la notizia quando accadde il triste episodio.
«Dagli esami non emergerebbero riscontri a carico degli ospiti della struttura di prima accoglienza di Marco, – scrive l’assessora. – Se ciò dovesse essere ufficialmente confermato avremmo l'obbligo morale e civile di porre scuse ufficiali a chi si è trovato ingiustamente condannato per un'azione (indegna e inaccettabile!) mai commessa.»
 
«Dopo le comprensibili preoccupazioni – prosegue il comunciato dell'assessora – sollevate nelle scorse settimane dalla notizia della presunta violenza avvenuta a Marco di Rovereto nei pressi del campo profughi, e dopo certe precipitose prese di posizione che miravano ad attribuire la responsabilità dell'atto a uno dei profughi ospitati nella struttura della protezione civile, gli organi di informazione stanno diffondendo in queste ore la notizia dell'assenza di riscontri oggettivi, a seguito dell'analisi condotta sui dna di tutti gli ospiti del centro.
«Naturalmente è necessario che le indagini continuino a fare il loro corso al fine di chiarire cosa esattamente è avvenuto quella notte di luglio. Tuttavia, allo stato attuale, mi sembra doveroso sottolineare come in vicende così delicate la prudenza sia sempre opportuna: è risultato facile ipotizzare nessi causali fra la presenza di un centro per l'accoglienza di stranieri richiedenti asilo politico e un atto di violenza che si compie nelle vicinanze.
«In questa come in analoghe circostanze, la via maestra deve essere sempre quella della prudenza e del rispetto delle persone.»
 
Questo il commento dell’assessora Borgonovo Re.
Noi crediamo di non aver montato affatto un caso e comunque l’Adigetto.it di certo no, basta leggere il nostro pezzo sopra linkato.
Resta il fatto che la decisione di procedere all’analisi del DNA di ben 70 persone di sesso maschile ospitate nel centro profughi fu di per sé una notizia clamorosa.
Avevamo il dovere di darla e noi l’abbiamo fatto senza esprimere alcun giudizio in merito.

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