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Intervista al giudice Carlo Ancona sulla Riforma della Giustizia

Processi più brevi? «Più soldi e meno avvocati» Lo sciopero degli avvocati? «Strike to be alive»

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Digitando il suo nome su Google, escono oltre 300.000 citazioni presenti in rete su «giudice Carlo Ancona». Questa è una analisi che noi facciamo spesso per dare una certa connotazione col metro di internet, la nostra portante editoriale. Non è certo scientifica, è solo d'impatto.
La ragione che mi ha portato a intervistare il dott. Ancona in merito alla riforma della giustizia è stata la sua estrazione culturale. Nato nel 1948 in Abruzzo, si dichiara Molisano… Un giorno mi spiegherà perché.
So per conoscenza che è un uomo di cultura e per esperienza diretta che è un appassionato di storia come il sottoscritto. Ma contrariamente a me, che amo il gioco del golf come sport, il giudice Ancona è un amante della montagna. Di conseguenza, se io ho studiato la battaglia dell'Ortigara, lui è andato di persona decine di volte sul campo di battaglia a riviverla passo per passo. Ha fatto anche da guida per una ottantina di persone sull'Ortigara. Vale la pena ascoltarlo.
La sua passione alpinistica è dimostrata dalle foto nel suo ufficio. Si guarda con una certa nostalgia nell'immagine che lo riprende in cima al Corno Piccolo del Gran Sasso. Ed è uno dei probiviri nazionali del Cai. «Ma queste sono cose che ti danno quando non arrampichi più.» si affretta a dire, per modestia. E dato che è stato nominato anche membro del Consiglio direttivo del Film Festival della Montagna, vuol proprio dire che in montagna ormai ci va solo da escursionista.
E' anche presidente della sezione trentina dell'Associazione Nazionale Magistrati, motivo per cui siamo andati a sentire il suo parere.

«Dottor Ancona. - gli chiedo. - Che ne pensa della riforma Mastella?»
«Non cambia nulla. Con lui non si separano le carriere dei magistrati, ma il giudice che vuole cambiare strada deve cambiare regione.»
«Mi dice una sola ragione per cui lei è contrario alla separazione delle carriere?»
«Che i procuratori della repubblica si troverebbero progressivamente a dipendere sempre più dall'esecutivo, cioè dal Ministero della Giustizia. Si muoverebbero "allo squillo della sveglia", come si dice in gergo...»
«E che ci sarebbe di male? O almeno, cosa cambia per un magistrato come lei?»
«Per carità, niente! Ma adesso almeno i PM sono indipendenti. Non voglio pensare a cosa succederebbe se dovessero anche rendere conto a soggetti diversi dalla magistratura…»
«Perché, non farebbero più parte della Magistratura?»
«La costituzione prevede solo l'indipendenza del magistrato. Separando la carriera si troverebbero fuori: o sei magistrato o non lo sei.»
«La gente comune ha il legittimo timore che un procuratore, magari frustrato da troppe sentenze che assolvono i loro inquisiti, una volta giudici propenderebbero a condannare.»
«Non possiamo prendere in considerazione l'eventualità di possibili schegge impazzite. La maturità viene anche con la responsabilità.»
«I magistrati di Bolzano…»
«Lasciamo perdere Bolzano. È un caso a sé.»
«Ma allora per quale motivo i magistrati dovrebbero fare sciopero? Non mi sembra proprio fuori di testa l'idea di imporre il trasferimento al procuratore che decide di cambiare strada…»
«Non è detto che si debba fare lo sciopero. E' solo stato "accennato" che si potrebbe fare sciopero.»
«E gli avvocati allora, per quale motivo dovrebbero scioperare?»
«Per non essere da meno di noi. Se noi parliamo di un giorno di sciopero, loro rilanciano con cinque.»
«Non mi sembra proprio una ragione abissale…» ironizzo.
«Mi viene in mente un film di qualche decina di anni fa. - Si fa ironico anche lui, ma più serio. - Si intitolava "Fragole e sangue", ma il titolo originale in inglese era "Strike to be alive".»
«Sciopero per essere vivo?» traduco alla lettera.
«Direi meglio "sciopero per sentirmi vivo".»
«O magari per "farmi" sentir vivo… he he… Allora, più che abissale, sembrerebbe una ragione… "esistenziale".»
«Vede, una cosa che è stata sbagliata al dibattito sul tema della "durata dei processi in Italia" (svolto nell'ambito del festival dell'Economia - NdR), è che gli avvocati…»
«Appunto, - lo interrompo - la lunghezza dei processi. Mi dice anche su questo argomento una sola ragione che possa spiegare la lentezza dei processi in Italia?»
«Gliene dirò due: "Lo Stato non ha soldi" e "ci sono troppi avvocati".»
«Sui soldi è chiarissimo. Ma sugli avvocati, al dibattito…»
«Stavo appunto dicendo di una cosa non vera detta al dibattito sulla lunghezza dei processi. Dicevano che gli avvocati non ci guadagnano a tirare per le lunghe il processo. Non è vero. Ci guadagnano eccome! Se poi aggiunge che in Italia di sono 150.000 avvocati…»
«Sì, contro i 60.000 della Francia e i 30.000 del Giappone… (anche questo era emerso nel dibattito al Festival dell'Economia - NdR). Intende dire che soffiano sul fuoco? Cioè che fomentano le liti invece che spingere alla conciliazione?»
«A quel dibattito ha fatto bella figura solo il notaio Piccoli, perché è stato preciso a difendere la sua categoria. È severa la selezione per diventare notai e in effetti sono preparati, anche se cari.»
«Piccoli dice che non sono cari.»
«Lo dice Piccoli. Ma ha ragione quando dice che rappresentano una sorta di "giustizia preventiva". Ma si parla di processo civile.»
«Perché è contrario alla riforma Castelli?»
«Perché aveva inserito una sorta di valutazione nell'avanzamento di carriere che appesantiva il funzionamento delle procedure. Se io dovessi emettere sentenze curandomi di una commissione che le valuta, piuttosto che ragionare nel merito dovrei ragionare sulla forma. O perdere tempo. E per cosa, perché non ho inserito "dotte citazioni"? Perché non richiamo la giurisprudenza e tante altre cose del genere? Mi troverei a fare due decimi dei processi che sto portando avanti in questo momento.»
Cambio discorso.
«Il comandante dei vigili urbani di Trento lamenta che i Giudici di Pace accolgono il 25% dei ricorsi contro le multe emesse dai suoi agenti. Dice che sono "magistrati onorari".»
«E' vero, lo sono. Per la precisione sono "magistrati dilettanti".»
«Dà ragione al Comandante?»
«No, il Legislatore ha diritto di fare quello che vuole e noi dobbiamo solo applicare la legge. Confermo solo che è vero che i Giudici di pace non sono dei professionisti.»
«Se parliamo di professionalità… Non le sembra insufficiente che un magistrato per diventare tale debba solo superare un pubblico concorso e fare sei mesi da uditore?»
«Assolutamente insufficiente.»

Guido de Mozzi

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