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Intervista ad Antonino Gentile, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate per la Provincia di Trento

Per lui «Il Trentino rappresenta un laboratorio virtuoso». In due anni ha introdotto tre innovazioni che faranno testo a livello nazionale: - Rinnovato l'osservatorio provinciale degli studi di settore. - Sottoscritto un accordo innovativo con il Comune di Trento. - Raggiunto un importante accordo con i sindacati. (Altri personaggi in pagina delle Interviste)

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A Trento da quasi due anni, l'ho conosciuto in una conferenza stampa di un mese fa, quando insieme al sindaco di Trento firmava un accordo che consentisse collaborazione nei controlli incrociati.
«Dottor Gentile, - gli avevo chiesto a bruciapelo. - È legale quello che avete sottoscritto?»
«Certo. - aveva risposto sicuro. - Il protocollo contiene due pagine di riferimenti di legge ai quali l'accordo si ispira.»

Serafico, alto, magro, schietto, acuto e preciso nelle risposte, cordiale, il dottor Antonino Gentile dirige le attività di tutti gli uffici delle Agenzie delle Entrate della provincia di Trento. Lontano dall'immagine stereotipata e obsoleta dell'«agente delle tasse», rappresenta la nuova generazione, quella innovativa, che crede nella costruzione dei rapporti tra fisco e contribuenti.
Nato a Trapani nel 1951, ha fatto carriera prima nella sua città, poi a Palermo, quindi in Puglia, per poi approdare in Trentino.

«Le è servita l'esperienza fatta in Sicilia, che è una regione autonoma come il Trentino?»
«Certo. Anche se vi sono differenze nelle competenze e nel gettito devoluto. Le norme di attuazione dello Statuto siciliano attribuiscono alla Regione tutte le entrate tributarie erariali riscosse nell'ambito del suo territorio, ad eccezione delle imposte di produzione e del monopolio dei tabacchi, lotto e lotterie.»
«Mandano ancora parecchi milioni in economia?»
«No no… - sorride - a volte necessitano manovre correttive per il riequilibrio dei conti pubblici.»
(Tradotto dal suo elegante linguaggio burocratico, è come se avesse detto "Quelli si mangiano tutto come se avessero l'autonomia al 100%...")

«Come si trova da noi?»
«Bene, mi piace questa gente… È gente che si dà da fare, che lavora. »
«Che evade?»
«Siamo nella media. Né meno né peggio delle altre aree del Paese. Se vogliamo, ci sono regioni con maggiori evasioni e altre con minori rispetto al Trentino.»
«Quanto costa l'Agenzia delle Entrate allo Stato?»
La domanda è evidentemente tendenziosa, perché se costasse più di quello che rende…
«I dati sono riservati. Ma le posso assicurare che l'analisi costi/benefici è oltremodo positiva.»
«I dati ufficiali però ci sono, - insisto - anche se riguardano solo numeri oggettivi e non le risultanze.»
«Le dirò solo che l'Agenzia ha in Trentino poco più di 400 dipendenti, - prosegue - con i quali recupera 40 milioni all'anno.»
«Con un costo procapite medio di 30.000 euro - preciso - e con le spese di amministrazione per pari importo, siamo a 60.000 euro "spannometrici" all'anno, per un totale di 24 milioni di euro di costi. Il netto per lo stato sarebbe dunque di 16 milioni.»
«Non esprimo alcun commento. Le ricordo però che senza di noi le denunce dei redditi offrirebbero un gettito frazionale rispetto ai valori di oggi. Quindi offriamo due servizi allo stato, una sempre maggior fedeltà nelle denunce e un buon recupero di evasioni.»
«Ho letto che i dipendenti dell'Agenzia sono spinti a lavorare bene grazie ad incentivi legati alla produttività. In pratica, quanto ci guadagna un funzionario che incastra un evasore?»
«Non vanno fatti questi conti, perché la gente ne potrebbe trarre un messaggio distorto.»
«Però è così…»
«No. Senta, in qualsiasi settore privato le imprese incentivano i propri dipendenti affinché lavorino di più e meglio. Quello della meritocrazia è un tema centrale anche nel pubblico impiego proprio perchè l'efficienza e la correttezza dell'esercizio delle funzioni pubbliche ne traggono evidenti benefici. Benefici che sono della collettività.»
«Vero. E quanto riceve in più il vostro dipendente sulla base di questi incentivi?»
«All'incirca una mensilità in più.»
«So che avete appena sottoscritto un accordo con i sindacati per distribuire questi incentivi sulla base di ogni singola capacità professionale del dipendente.»
«L'accordo è particolarmente innovativo perché premia la produttività e il merito individuali. Non più compensi a pioggia ma a favore di coloro che si impegnano di più. Mi piace pensare che anche in questo il Trentino rappresenti un laboratorio virtuoso.»
«Un successo suo, dunque… Un precedente. Complimenti. Come funziona, avete una distinta base per ogni pratica?»
«Un buon risultato dell'Agenzia e delle organizzazioni sindacali. Grazie allo sviluppo delle applicazioni informatiche e al fatto che tutte le attività transitano attraverso i PC di cui è dotato il nostro personale, siamo in grado di stabilire l'apporto di ciascuno ai risultati dell'ufficio e questo ci consente di essere più puntuali con le assegnazioni».

«Cosa pensa degli studi di settore?»
«Sono utili ed affidabili perché vengono costruiti con il concorso delle categorie stesse.»
«La domanda gliela faccio perché in questa materia è il contribuente che deve pro-vare che il funzionario delle imposte ha torto.»
«Al contribuente viene data ampia facoltà di dimostrare di essere stato corretto e che, per determinate circostanze, lo studio di settore non rispecchia la sua particolare posizione reddituale. Il contraddittorio con il contribuente, prima di emettere l'avviso di accertamento, è obbligatorio. Ho, peraltro, rinnovato da poco l'osservatorio provinciale degli studi di settore che è la sede istituzionale dove discutere con le categorie imprenditoriali e professionali circa l'esistenza di peculiarità territoriali che possono incidere sulla rappresentatività degli studi.»
«Sì, ma è possibile che magari una pur piccola transazione riusciate comunque ad ottenerla dal contribuente se non altro perché vuole chiudere la partita.»
«Ogni riduzione deve essere puntualmente motivata. Questo è garanzia di trasparenza. Le nostre strutture di "audit" interno vigilano sull'esercizio corretto dei poteri. Certamente i vantaggi per i contribuenti sono consistenti. Non dimentichi che, sottoscritto l'atto di adesione, il contribuente per quell'anno ha definito la propria posizione fiscale con una forte riduzione delle sanzioni.»

«Cosa pensa dei condoni, che rappresentano un aspetto dei cosìdetti "pochi, maledetti e subito"?»
«Negli anni passati i condoni hanno cercato di affrontare momenti di difficoltà dell'economia ed hanno rappresentato anche un tentativo di emersione dell'imponibile evaso. Ma è indubbio che il messaggio è diseducativo, non premia chi ha fatto il proprio dovere fiscale e vanifica programmi strutturati di recupero dell'evasione.»
«Che lavoro fanno i suoi funzionari quando c'è un condono?»
«È un lavoro di controllo sulla legittimità delle singole domande di condono, che possono essere di diversi tipi, e sulla congruità delle somme versate»

«Quanto nero si fa in questo Paese?»
«In Italia è stato calcolato sui 200 miliardi di Euro.»
«Come fate a dirlo?»
«Rispetto al PIL emerge un vuoto fiscale per una precisa percentuale. Se non entrano nelle casse dello stato è perché qualcuno riesce a evadere.»
«È una cifra davvero imponente… Altro che "tesoretto"!»
«C'è di peggio. Pensi alla concorrenza sleale che fa un evasore rispetto a chi paga le tasse. L'evasore crea un danno alla collettività ma anche al collega imprenditore o professionista.»
«E voi a che punto siete? State recuperando più dell'anno precedente?»
«L'Agenzia si sta attrezzando per un'azione sempre più efficace. I dati degli incassi dagli accertamenti anti-evasione effettuati dagli uffici del Trentino nei primi sette mesi del 2007 ammontano a 15.629.000 euro rispetto ai 10.409.000 euro dei primi sette mesi del 2006 con un incremento pari al 50%. Di questi risultati va dato merito a tutto il personale ma anche ai colleghi della Guardia di Finanza che con i loro verbali hanno contribuito a fornire materia imponibile ai nostri funzionari accertatori. Un contributo particolarmente positivo è venuto anche dalla preziosa collaborazione con la Procura della Repubblica che ha permesso di approfondire consistenti fenomeni di frodi Iva.»



«A proposito di evasioni, cosa pensa del caso di Paolo Odorizzi che, come Valentino Rossi, avrebbe occultato al fisco i ricavi di alcune società estere di cui non sarebbe l'amministratore unico?»
«Il caso Odorizzi è sotto l'esame della magistratura e quindi non ho nulla da dire al riguardo. In generale, le posso dire che per "operazioni poste in essere attraverso società esterovestite", si intende la fittizia localizzazione all'estero della residenza fiscale di società che, al contrario, hanno di fatto l'attività amministrativa e di direzione in Italia. Anche l'esistenza di amministratori esteri non rileva alcunché, perchè devono essere considerati gli amministratori che operano in concreto e non quelli formalmente indicati. La localizzazione avviene in un paese con un regime fiscale più vantaggioso di quello nazionale, con lo scopo di evitare che gli utili siano sottoposti ad una maggiore tassazione. Di solito si tratta di società che esercitano attività finanziaria, come detenzione di partecipazioni o altre attività di investimento finanziario...»
«E che tipo di reddito produrrebbero queste società?»
«I redditi esterovestiti sono spesso plusvalenze da cessioni di partecipazioni
«Concetto chiarissimo.»
«È una forma di evasione particolarmente rilevante e insidiosa in quanto i soggetti che la perpetrano risultano essere il più delle volte evasori totali per il fisco italiano. E fra l'altro più difficilmente individuabili rispetto a quelli che, sia pur ugualmente sconosciuti all'erario, non hanno proiezioni formali al di fuori del territorio italiano».

«Per quanto riguarda i controlli sugli scontrini fiscali, è vero che avete fatto più controlli dello scorso anno?»
«No, siamo lì.»
«Allora come mai quest'anno le infrazioni legate all'emissione dello scontrino e della ricevuta fiscale sono aumentate in maniera esponenziale rispetto il 2006?»
«Abbiamo lavorato meglio a monte.»
«Cioè, siete andati "a colpo sicuro"?»
«Non è questo il termine, ma più o meno è così. Abbiamo isolato meglio il segmento delle aziende da controllare. Abbiamo delimitato i soggetti a rischio sulla base di parametri geografici, demografici, turistici, abbiamo lavorato sui dati storici, sulla pericolosità nota e quella potenziale dei soggetti… Insomma, siamo andati lì dove era più probabile trovare irregolarità.»
«E così avete ottenuto questi ottimi risultati.»
«Beh, possiamo anche rovesciare il tema. Di coloro che ritenevamo a rischio, solo una parte è stata colta in flagrante.»
«Può dare dati precisi?»
«L'operazione ha riguardato le gelaterie e si è svolta in due tempi. La prima parte dell'operazione si è svolta dal 16 al 20 luglio. Sono stati controllati 67 esercizi e ne sono risultati irregolari 32 con un tasso di irregolarità pari al 47,36%. La seconda parte si è svolta dal 6 al 10 agosto. Sono stati controllati 65 esercizi . La mancata emissione dello scontrino ha riguardato 22 soggetti per una media di irregolari pari al 33,85%. Tale valore, pur essendo inferiore a quello registrato nella prima parte dell'operazione, è comunque interessante se si considera che, rispetto al primo gruppo di controlli, è venuto meno il "fattore sorpresa" anche in virtù del risalto dato dai giornali alla precedente operazione. Considerando, invece, l'operazione nel complesso, a livello provinciale, il tasso di positività dei controlli si attesta sul 40,91% con un totale di 54 soggetti risultati irregolari su un insieme di 132 controlli.»
«È un buon risultato?»
«Dal punto di vista generale sì, dato che queste operazioni svolgono un'ottima funzione di prevenzione. Per quanto riguarda i risultati concreti, però, ci sono ben altre azioni che portiamo avanti quotidianamente e che non si risolvono con una semplice osservazione attenta dei soggetti.»
«Mi rendo conto... Ne abbiamo appena parlato. Ma quanti sono gli esercizi sul nostro territorio?»
«Ce ne sono un totale di 1.544. L'aver trovato 32 di questi irregolari, significa che ne abbiamo individuati solo il 3,11%.»
«Questo non significa che gli altri 96,89% siano corretti?»
«No, certo - sorride - Ma non esclude che lo siano.»

«Un'ultima domanda. Cosa ne pensa dell'ipotesi, peraltro concreta, che l'Agenzia delle Entrate passi di competenza amministrativa alla Provincia autonoma di Trento?»
«Non è mio compito esprimere giudizi su iniziative politiche che riguardano i rapporti fra la Provincia Autonoma ed il Governo centrale. Le mie competenze sono quelle di assicurare che la struttura da me diretta persegua al meglio l'azione di servizio al contribuente e di contrasto all'evasione.»
«Può almeno dirci che cosa ne pensano i suoi ragazzi?»
«Chi mi ha chiesto chiarimenti ha mostrato preoccupazione. Ma siamo ancora in una fase di ipotesi ed interlocutoria.»

Guido de Mozzi

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