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I Gesuiti che hanno fatto la storia: da Ignazio di Loyola e Jorge Mario Bergoglio

In edicola con il Sole 24 Ore da sabato 27 settembre una collana curata dalla ricercatrice FBK Michela Catto

I gesuiti, o «Compagnia di Gesù», furono fondati da sant'Ignazio di Loyola nel 1540 e divennero molto presto uno dei maggiori ordini religiosi della Chiesa cattolica.
Ci pensa l'opera in dodici volumi, curata dalla ricercatrice del Centro per le Scienze religiose della FBK, a ripescare quelle personalità che, nel corso dei secoli, hanno reso fondamentale l'ordine per il processo di rinnovamento della cultura europea.
 
Piano dell'opera
 La Compagnia di Gesù. Collana diretta da Michela Catto
Volume 1. Ignazio di Loyola. Un illuminato al servizio della Chiesa - Guido Mongini.
Il 20 maggio 1521 un proiettile esploso dalle artiglierie francesi che assediavano la città di Pamplona spezzava la gamba destra del comandante della guarnigione, il nobile basco Ignazio di Loyola (1491-1556).
Così aveva fine la vita militare di Iñígo e iniziava la sua vita di pellegrino.
Il suo cammino, partito dalla Spagna di Erasmo e degli alumbrados (gli illuminati), percorreva l’Europa di Carlo V e dei conflitti di religione per poi concludersi, tra processi e sospetti di eresia, a Roma, nella città del papa, eletta a sede del nuovo ordine religioso – la Compagnia di Gesù – che Paolo III approverà il 27 settembre 1540.
 
Volume 2. Juan de Mariana. Un intellettuale contro - Flavio Rurale.
All’indomani dell’assassinio di Enrico IV (1610) il dibattito europeo diventa incandescente. È in gioco la concezione divina del potere regio, la legittimazione stessa dei sovrani cristiani. Alla fine il maggiore imputato, ma non il solo, è Juan de Mariana (1536-1624).
«Anche quelli della Compagnia si sono levati contro di me», scriverà sconsolato. Il suo scandaloso «De rege», in cui sostiene la violabilità del sacro corpo del re, è accusato di fomentare la pratica del regicidio.
La propaganda e la perfetta coincidenza tra la teoria del regicidio e il mondo gesuitico sarebbero proseguite nei secoli.
 
Volume 3. Roberto Bellarmino. Teologia e potere nella Controriforma - Franco Motta.
Il controversista dell’età della controriforma, teologo del papa, censore dell’inquisizione, sottile oppositore di tutte le “eresie” protestanti, antagonista del caso Galileo, Roberto Bellarmino (1642-1621) fu beatificato e canonizzato quattro secoli dopo la sua nascita per essere stato il principale ispiratore dell’infallibilità papale.
Figura ambivalente con tratti di straordinaria modernità messa a servizio della conservazione dell’insegnamento dei Padri della Chiesa.
 
Volume 4. José de Acosta. Missionario, scienziato, umanista - Claudio Ferlan.
Scienziato fisico-naturale e dell’economia, precursore dell’antropologia e dell’etnologia, filosofo naturale, naturalista, umanista, proto-evoluzionista, linguista, giurista, narratore, romanziere, viaggiatore, pedagogo, teologo, missionario: tutto questo fu José de Acosta (1539-1600).
Le sue opere descrittive dell’altro, del diverso da sé nate dalla sua lunga esperienza missionaria in Perù giunte in Europa diedero l’avvio a una nuova interpretazione dei Nuovi Mondi e dell’alterità; il suo metodo missionario fu un punto di svolta nella colonizzazione delle Americhe.
 
Volume 5. Matteo Ricci. L’altro e diverso mondo della Cina - Francesco D'Arelli.
Non il primo ad arrivare nella Cina dei Ming, ma certamente il primo ad addentrarsi fu Li Madou, il maceratese Matteo Ricci (1552-1610).
Giunto a Macao il 7 agosto del 1582, nel corso di qualche anno imparò il cinese, vestì da confuciano, si fece crescere la folta barba e portando con sé solo la straordinaria memoria esercitata al Collegio Romano, applicandosi all’astronomia e alla matematica, si mise in viaggio verso Pechino.
Scienza e antica sapienza furono gli strumenti che lo accreditarono e che usò per cercare di convertire i cinesi.

Volume 6. Antonio Ruiz de Montoya. Vita da favola di un missionario tra i guaraní - Martin M. Morales.
«I sette Arcangeli di Palermo» arrivano fino alle foreste del Sudamerica per assistere il missionario gesuita Antonio Ruiz de Montoya (1585-1652) in una guerra che ha sembianze apocalittiche.
Le Riduzioni dell’antica provincia gesuitica del Paraguay sono una rappresentazione barocca dove entrano in scena l’annuncio del Vangelo e la violenza guerriera.
La vita di Ruiz de Montoya prima di ispirare il film The mission (R. Joffé, 1986) fu un modello di sintesi, per generazioni di gesuiti, tra contemplazione e azione. Seguendo le antiche Vite l’autore percorre i momenti più significativi della costruzione biografica.
 
Volume 7. Ippolito Desideri. Un gesuita tra i lama del Tibet - Marco Passavanti.
Ippolito Desideri (1684-1733) fu tra i primi europei a spingersi fin a Lhasa, la capitale del Tibet, e tra i primi a conoscere e studiare il buddismo tibetano.
Nelle opere di questo missionario, pioniere degli studi tibetologici, troviamo una descrizione dettagliata e obiettiva, anche se incompleta, di molti aspetti della storia e della cultura del Tibet e delle dottrine fondamentali del buddhismo, descrizione rimasta per molto tempo insuperata per la sua acutezza e profondità intellettuale.
 
Volume 8. Joseph-François Lafitau. Il viaggio della vita - Nicola Gasbarro.
La vita dei missionari è un viaggio tra le differenze umane sulla terra verso l’uguaglianza eterna del cielo: perciò essi attraversano continuamente le frontiere delle civiltà, ma riescono sempre a non essere del mondo.
Lafitau (1681-1746) vuole rendere di pubblico dominio e tradurre in coscienza culturale questa esperienza straordinaria: perciò incarna nella storia e nell’antropologia ogni prospettiva teologica.
Dopotutto nessuno sa con certezza se il viaggio nella differenza è più un’utopia che l’immaginario impone agli uomini oppure una pressione che la vita esercita sul pensiero... ma non per questo si può rinunciare a partire.
 
Volume 9. Juan Andrés y Morell. Un gesuita spagnolo nell'Italia dei Lumi - Niccolò Guasti.
All’alba del 3 aprile 1767, verso le cinque, il portiere del collegio dei gesuiti di Gandía venne svegliato di soprassalto dai militari spagnoli: si intimava l’espulsione della Compagnia di Gesù da tutti i territori della monarchia spagnola.
Inizia da qui la storia di Juan Andrés y Morell (1740-1817) vissuta a cavallo tra la soppressione della Compagnia di Gesù, l’Illuminismo, le rivoluzioni e le Restaurazioni europee.
Un lungo viaggio intellettuale che l’avrebbe condotto nei principali circoli culturali europei, in dialogo con l’illuminismo e si sarebbe concluso in seno alla ricostituita Compagnia di Gesù.
 
Volume 10. Lettere di un viaggio interiore. Gesuiti italiani candidati alle missioni tra Antica e Nuova Compagnia – Emanuele Colombo e Marina Massimi.
Le «indipetae» sono lettere particolari con cui i gesuiti chiedono al proprio generale di essere mandati in terra di missione. Esse si trovano dunque a essere al contempo espressione della politica missionaria dell’ordine e della sua spiritualità, mettendo in luce dettagli di vita, processi psicologici e spirituali, motivazioni personali di una metodica all’obbedienza, alla carità e all’ascesi di quel desiderio delle Indie che mosse migliaia di gesuiti verso l’avventura missionaria nel mondo in una straordinaria continuità tra l’Antica (1540-1773) e la Nuova Compagnia (1814-).

Volume 11. I Gesuiti e il Novecento. Dall’intransigenza alla terza Compagnia di Pedro Arrupe - Lucia Pozzi.
Nella storia novecentesca della Compagnia di Gesù sorprende come sia cambiato il rapporto degli eredi di Ignazio di Loyola con la modernità.
Nel volgere di qualche decennio i fedeli custodi della tradizione, i difensori del passato, hanno lasciato il posto agli innovatori, ai propugnatori di un apostolato di «frontiera».
Attraverso alcuni ritratti significativi, con contrasti tra posizioni d’avanguardia e opinioni tenacemente reazionarie, questo volume vuole offrire un’idea del percorso della Compagnia di Gesù dalla chiusura alla forte implicazione dei suoi membri con il mondo del ventesimo secolo.
 
12. Jorge Mario Bergoglio. Intervista a Antonio Spadaro di Camilla Tagliabue.
JORGE MARIO BERGOGLIO (1936): è il primo Papa gesuita della storia, ma anche il primo del continente americano, il primo, negli ultimi cento anni, a provenire da un ordine religioso e il primo a chiamarsi Francesco.
Venuto «quasi dalla fine del mondo», questo 266° Vescovo di Roma auspica una Chiesa «Madre e Pastora» e «callejera», come l’instancabile Pellegrino Ignazio e il suo compagno Pietro Favre, modelli di riferimento della sua spiritualità.
La gesuiticità di Bergoglio si esprime già nella scelta dello stemma, prima episcopale e poi pontificio: il monogramma ignaziano e il motto «Miserando atque eligendo».
 
Chi è Michela Catto.

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