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Spettacolare intervento notturno del Soccorso alpino trentino

Recuperato un basejumper impigliato con la vela tra le rocce e rimasto sospeso in un precipizio di 300 metri

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La foto è stata scattata stanotte dal Soccorso alpino.
 
Questa notte gli uomini della Zona operativa Trentino Meridionale del Soccorso alpino-Servizio provinciale trentino sono stati protagonisti di uno spettacolare intervento in parete per salvare un basejumper polacco di 25 anni che, dopo un lancio effettuato prima dell’imbrunire, si è schiantato contro la parete della montagna, ferendosi e rimanendo impigliato con la vela alle rocce, sospeso con i piedi nel vuoto per oltre 300 metri.
Si è trattata di una delle operazioni di soccorso tra le più impegnative e complesse degli ultimi tempi, portata a termine con successo grazie alla professionalità e all’esperienza acquisita per questo tipo di interventi dai tecnici del Soccorso alpino trentino.
Fondamentale anche il ruolo delle altre forze in campo, in particolare del medico rianimatore dell’elisoccorso, Luca Filetici, al quale il Soccorso alpino rivolge un particolare ringraziamento, Vigili del fuoco volontari di Dro, i Carabinieri.
 
Tutto è cominciato ieri sera, quando, prima dell’imbrunire, il basejumper si è lanciato con il paracadute (il giovane non era provvisto di tuta alare) dal Becco dell’Aquila, sul Monte Brento.
A metà del volo, però, qualcosa non ha funzionato e il basejumper si è andato a schiantare contro la parete della montagna.
Nel violento impatto il giovane ha riportato la frattura di una gamba, un trauma facciale e diverse contusioni.
Per sua fortuna, la vela del paracadute è rimasta impigliata tra le rocce sporgenti, impedendogli di precipitare, ma facendolo rimanere sospeso con i piedi nel vuoto sotto un salto di oltre 300 metri.
 
Alle 20 circa gli amici hanno subito allertato i soccorsi, telefonando alla Centrale operativa di Trentino Emergenza.
L’Area operativa Trentino meridionale del Soccorso alpino trentino, in collaborazione con la Centrale operativa di Trentino emergenza, ha inviato sul posto i tecnici di tutta la Zona operativa Trentino Centrale, oltre 20 soccorritori.
Sono intervenuti anche il personale medico del 118, i Vigili del fuoco volontari di Dro, i Carabinieri.
L’operazione si è presentata subito complessa a causa del buio della notte, per le difficoltà della montagna, per la distanza di oltre 300 metri da coprire su una nuova via non attrezzata, per l’intervento sanitario che occorreva fare in parete, sospesi nel vuoto.
Deciso il piano d’intervento da parte del responsabile delle operazioni del Soccorso alpino, dieci tecnici del Soccorso alpino, utilizzando le lampade frontali e con l’ausilio dei fari dei Vigili del fuoco, hanno iniziato a scalare la parete della montagna che di giorno presenta, in quel tratto, difficoltà fino anche al IV grado, ma che, se affrontata al buio e per la prima volta, diventa evidentemente molto più difficile.
 
È da evidenziare che si è scalato «a vista», cioè su una via nuova, non attrezzata con spit, come avviene di solito sulle pareti delle Valli del Sarca, per uno sviluppo sulla roccia di oltre 300 metri, quindi percorrendo una via molto lunga.
Dopo una delicata scalata, tra le due e le tre della notte i soccorritori hanno raggiunto il ferito, mettendolo subito in sicurezza.
La via di arrampicata è stata nel frattempo attrezzata con delle corde fisse che sono state utilizzate per fare salire il medico che ha prestato i primi soccorsi in parete al basejumper, il quale poi è stato, con una delicata e impegnativa operazione, data anche la sua mole fisica (che l’ha aiutato a superare la bruttissima avventura) caricato sulla barella.
A questo punto è iniziata la fase delicatissima della calata della barella, avvenuta per circa 300 metri lungo la parete della montagna.
 
Alle 5,30 circa il ferito ha toccato finalmente la base della montagna.
A quel punto, visto l’approssimarsi del giorno, si sono attese le primissime luci dell’alba ed è stato fatto intervenire l’elicottero che con il verricello ha caricato la barella, trasportando il giovane all’ospedale Santa Chiara di Trento. Il ferito non è in pericolo di vita. 
Con alcune rotazioni, l’elicottero ha infine recuperato dalla parete con il verricello i tecnici del Soccorso alpino.

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