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Economia: consolida in Trentino una timida ripresa

Lo dice uno studio della Camera di Commercio, che però avverte: il dato è positivo grazie all'andamento di alcune aziende di dimensioni medio-grandi

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La pubblicazione «Note sulla situazione economica in provincia di Trento – aprile-giugno 2014», elaborata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento si propone di fornire - al di là dei dati congiunturali già presentati con la massima tempestività nel Bollettino trimestrale, riesposti nel volume con maggior dettaglio (di cui abbiamo già scritto - Vedi) - un quadro complessivo della situazione inerente i principali settori economici provinciali, arricchito da alcune statistiche di contesto, a carattere socioeconomico, che permettono di delineare il momento congiunturale e l’evoluzione strutturale dell’economia locale nel corso degli ultimi mesi.
Dai dati rilevati nell’ambito dell’indagine trimestrale della congiuntura è emerso che, pur in un contesto nazionale di sostanziale stagnazione, nel corso del secondo trimestre del 2014 l’economia provinciale nel suo complesso evidenzia risultati che sembrano indicare un consolidamento della timida ripresa in atto dalla seconda metà del 2013.
È però importante sottolineare come il dato medio complessivo sia decisamente influenzato dagli eccellenti risultati ottenuti da un ristretto gruppo di imprese di medio-grande dimensione.
Presso le imprese più piccole, nonché in alcuni specifici settori economici particolarmente orientati verso la domanda locale, permane una situazione negativa.
 
Coerentemente con le tendenze rilevate dall’indagine congiunturale, i dati Istat segnalano un incremento delle esportazioni, rispetto allo stesso periodo 2013, pari all’1,9%.
Nel secondo trimestre 2014, l’export provinciale ha raggiunto il valore di 861.840 milioni di euro.
Considerando i settori, le «macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche e ottiche» risultano il gruppo di merci più esportato per un valore pari al 19,1% delle esportazioni locali; seguono i «prodotti alimentari, bevande» con il 17,2%.
Per quanto riguarda le aree di interscambio, nel periodo aprile-giugno 2014 l’Unione europea a 27 Paesi ha assorbito il 63,0% delle esportazioni. Il mercato unico è tuttora la destinazione primaria delle merci locali verso l’estero.
La Germania rappresenta, per il territorio provinciale, il principale mercato estero assorbendo il 17,3% delle vendite effettuate sui mercati internazionali. Seguono gli Stati Uniti (11,0%) e la Francia (8,6%).
 
Segnali poco incoraggianti giungono dai dati sull’occupazione.
Rispetto alla fine del secondo trimestre del 2013, il numero di occupati rielevati nell’ambito dell’indagine congiunturale risulta in calo dello 0,3%, con dati particolarmente negativi nei settori delle costruzioni (-5,1%) e dell’estrattivo (-4,3%); gli unici segnali positivi provengono dal settore dei servizi alle imprese (+2,8% gli occupati su base annua) e, analizzando le classi dimensionali, dalle imprese con più di 50 dipendenti (+0,5%).
L’analisi della demografia d’impresa rivela al contempo una situazione ancora piuttosto negativa.
Al 30 giugno 2014 presso il Registro delle imprese della Camera di Commercio di Trento risultavano iscritte 51.099 imprese, di cui 11.918 appartenenti al settore agricoltura, silvicoltura e pesca.
Le imprese attive erano 46.917, in diminuzione dello 1,7% rispetto alla stessa data del 2013.
 
«Ad una lettura complessiva di tutti i dati presentati ‒ ha commentato Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento ‒ si può sostenere che l’economia locale sia caratterizzata da luci e ombre.
«Da una parte i fallimenti, la demografia delle imprese, i dati congiunturali di alcuni settori e delle imprese di più piccole dimensioni ci dicono che la prolungata recessione nel nostro Paese continua a produrre i suoi effetti sulla base imprenditoriale e sull’occupazione della nostra provincia.
«Dall’altra parte, alcune realtà ben strutturate, aperte ai mercati esterni e in grado di competere con prodotti di qualità e/o innovativi stanno conseguendo risultati economici sorprendenti.
«Per rivitalizzare la domanda interna ancora stagnante è necessario che chi ci governa ponga in essere tutte le misure utili a incrementare il potere d’acquisto dei consumatori e gli investimenti delle nostre imprese.»
 
All’interno del documento sono consultabili ulteriori approfondimenti, grafici e tabelle relativi ai singoli settori (agricoltura e foreste, industria, artigianato e commercio) nonché sui temi dei protesti, dei fallimenti e dei prezzi al consumo.
 
Link della analisi dettagliata.

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