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Nozze gay, intervento del sindaco di Trento

Andreatta: «Solo la legge annunciata da Renzi può risolvere la questione»

Pubblichiamo qui di seguito il comunicato che il sindaco Andreatta ha inviato alle redazioni sul trema delle nozze gay per chiarire la propria posizione ufficiale.

Da qualche giorno la stampa scrive che sui matrimoni gay io sto con il ministro Alfano.
Oggi su un giornale mi trovo addirittura al centro di una polemica a cui non ho mai partecipato.
«Miorandi dice sì alle nozze gay, Andreatta invece dice no» spara secco un titolone.
Subito ho pensato a un omonimo, visto che io non ho mai parlato con l'estensore dell'articolo. Invece no, senza saperlo ero proprio io il coprotagonista della disputa.
 
La posizione del Comune di Trento sulle nozze gay è stata ben espressa dall'assessore Renato Tomasi, che nei giorni scorsi ha rilasciato una dichiarazione quasi ovvia: ad oggi, viste le leggi italiane, la trascrizione di un matrimonio celebrato all'estero tra persone dello stesso sesso non ha alcun valore giuridico.
Nel senso che, se noi lo registrassimo, per i contraenti non ci sarebbe alcun beneficio, alcuna conseguenza: non in materia di reversibilità della pensione, né di eredità o di possibilità di assistenza in ospedale o di assegnazione delle case popolari.
Dunque, in tema di diritti-doveri, la trascrizione a Trento di un matrimonio celebrato in uno Stato estero equivale a un nulla di fatto.
Si tratterebbe allora di un'iniziativa puramente simbolica, con il solo pregio di essere mediaticamente molto redditizia.
 
Però, come abbiamo già sperimentato nel 2006 con il registro delle coppie di fatto, ai cittadini i simboli non bastano.
Basti pensare che, dopo il clamore dei primi tempi, il registro delle unioni civili, legate dunque solo da un vincolo affettivo, è stato del tutto snobbato, come dimostra l'assenza di iscrizioni negli ultimi tre anni (sono state poco più di una ventina in quasi nove anni, oltre la metà nel solo 2006).
Infine, un'ultima considerazione per spiegare l'atteggiamento del Comune di Trento.
A differenza di quanto avvenuto a Roma o a Milano, qui ad oggi nessuna coppia gay sposata all'estero è venuta a chiedere la trascrizione del matrimonio all'anagrafe.
 
Anche per questo pensiamo che la cosa migliore sia quella di seguire la strada intrapresa da Matteo Renzi che, subito dopo l'approvazione della legge elettorale, ha messo in agenda un provvedimento sulle unioni civili.
Questo sì sarebbe un provvedimento pesante e significativo visto che, secondo le anticipazioni uscite sui giornali, prevede per le coppie di fatto i diritti-doveri del matrimonio tradizionale, dai sussidi fiscali alla possibilità di assistere il proprio partner in caso di malattia.
Senza quella legge, ogni azione dimostrativa, ogni iniziativa di questo o quel Comune serve solo a sollevare il caso, non certo a risolverlo.

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