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La Provincia di Trento finanzia 4 progetti per contrastare l’ebola

Lo fa sostenendo con 200.000 euro l’attività di quattro associazioni trentine che operano in Sierra Leone e in Liberia

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Siamo lieti che anche la Provincia autonoma di Trento abbia deciso di fare la sua parte per contrastare i danni che sta generando l’epidemia dell’ebola in Sierra Leone e in Liberia.
Le associazioni non sono direttamente impegnate per contrastare l’epidemia ma, come si può immaginare, l’ebola ha ingigantito all’ennesima potenza i problemi delle popolazioni che stavano aiutando.
Ci sono bambini orfani che ancora non sanno di essere senza genitori, famiglie che non immaginano più come sopravvivere alla fame, donne lasciate a partorire da sole perché le strutture sanitarie sono impegnate su altri fronti.
La cifra stanziata di 200.000 euro è meno di quello che è costato trasferire in Italia il medico che ha contratto la malattia nel corso del suo lavoro.
Siamo del parere che non ci si debba affidare agli uomini di buona volontà, ma che devono essere le istituzioni ad avere la necessaria buona volontà.
I privati cittadini che vogliono farlo possono comunque rivolgersi alle associazioni di cui parliamo nel servizio che segue.

Amici della Sierra Leone, Edus, Cuamm-Medici con l'Africa, Aifo: quattro associazioni trentine che, con il supporto della Provincia autonoma di Trento, e appoggiandosi a operatori locali, stanno realizzando dei progetti di sostegno alle popolazioni africane colpite dal virs Ebola.
Poco fa, in Provincia, assieme all'assessora alla cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari, le associazioni hanno presentato le loro iniziative, che si innestano sui rapporti di più lungo periodo già avviati negli anni scorsi in Sierra Leone e Liberia, e che sono centrate prevalentemente sulla prevenzione, l'educazione sanitaria, la fornitura di cibo, farmaci, e strumenti sanitari per la protezione dal virus.
«L'emergenza è stata dichiarata a luglio – ha sottolineato l'assessora Ferrari – e già a settembre, come Provincia, abbiamo cominciato a sostenere gli sforzi di queste associazioni, realizzati concretamente in Libera e Sierra Leone da personale socio-sanitario africano. Il Trentino della solidarietà, dunque, non ignora quello che sta avvenendo in Africa Occidentale. Nel capitolo del nostro bilancio abbiamo una voce specifica per le emergenze, dal quale cui stiamo attingendo.
«Ci auguriamo però che i cittadini a loro volta appoggino gli sforzi delle nostre associazioni e delle realtà africane che esse sostengono nei territori colpiti dall'Ebola. Serve realmente il contributo di tutti.»


 
Presenti alla conferenza stampa di oggi, nel palazzo della Provincia, Luigi Guarnieri (Amici della Sierra Leone), Carlo Fedrizzi (Edus), Laura Maldini (Cuamm-Medici con l'Africa), Enzo Zecchini (Aifo).
Vediamo dunque quali sono le associazioni che operano nei due paesi africani e quali sono le attività che stanno portando avanti.
 
 Amici della Sierra Leone Onlus
Medicine e materiale di protezione nella diocesi di Makeni.
A fine luglio 2014 il governo della Sierra Leone ha dichiarato lo stato di emergenza per la diffusione di Ebola, malattia infettiva con altissimo tasso di mortalità. L’epidemia era scoppiata qualche mese prima in Guinea Konachry.
Il rapido diffondersi dell’epidemia ha messo in crisi un sistema sanitario già fragile. I Governi locali dei Paesi interessati, l’Organizzazione mondiale della sanità e le principali istituzioni e organizzazioni sanitarie mondiali si sono mobilitate per limitare la diffusione dell’epidemia, considerata in assoluto la più grave dalla prima apparizione della malattia, oltre 40 anni fa.
Il progetto presentato prevede di sostenere cinque differenti strutture sanitarie (2 ospedali e 3 dispensari), gestiti dalla Diocesi di Makeni, con cui l’associazione proponente ha un rapporto di collaborazione consolidato.
Il normale funzionamento delle strutture sanitarie, che coprono un bacino di utenza di circa 3 milioni di persone, è attualmente messo in crisi dalla necessaria attenzione prioritaria che esse devono riservare al problema Ebola.
Si prevede di sostenere spese per l’acquisto di medicinali, materiale di protezione e disinfettanti e spese per il personale locale.
L’intervento consentirà alle strutture sanitarie di funzionare normalmente per i prossimi sei mesi, sia con la prosecuzione delle consuete terapie, sia con specifiche attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione.
Nel frattempo ci si augura che gli interventi messi in campo dal sistema sanitario nazionale e dalle agenzie internazionali possano risolvere il problema e riportare a normalità la situazione.
Costo: Euro 54.342,81 - Contributo: Euro 48.908,53.
 
 Edus
Campagna di sensibilizzazione e distribuzione di cibo e saponi.
L’intervento si realizza in Sierra Leone, nei distretti di Tonkolili e Bombali e nella periferia est della capitale Freetown.
Il Paese è uno dei più colpiti dall’epidemia di Ebola, con conseguenti pesanti ripercussioni sanitarie, ma anche sociali ed economiche; morti e contagi si accompagnano ad un generale stato di allerta che comporta il repentino impoverimento del paese e situazioni di estrema insicurezza alimentare soprattutto per la popolazione più povera.
Il progetto si propone di agire su due fronti: è prevista una campagna di sensibilizzazione per informare la popolazione e prevenire la diffusione del virus e verrà intrapresa un’azione di sostegno alimentare/igienico delle fasce deboli con la distribuzione di kit contenenti cibo e saponi.
Costo: Euro 33.000,00 - Contributo: Euro 29.500,00.
 
 CUAMM Medici con l'Africa
Monitoraggio, formazione del personale, kit alle comunità in quarantena.
L’intervento si realizza in Sierra Leone, presso l’ospedale e le unità periferiche del Distretto di Pujehun (335.000 abitanti).
L’epidemia di Ebola, scoppiata nel Paese nel maggio 2014, si sta diffondendo a ritmo sostenuto.
L’Associazione partecipa già alla task force istituita dal Ministero della Salute ed al piano d’azione sviluppato per il controllo dell’epidemia nel Distretto. I problemi prioritari sono la scarsa disponibilità di personale sanitario qualificato, la necessità di supervisione e formazione continua degli operatori sanitari, la disponibilità di mezzi di trasporto, di farmaci, equipaggiamenti di protezione.
Il progetto si propone di supportare il sistema di individuazione/monitoraggio dei casi sospetti, la formazione/aggiornamento del personale sanitario (che verrà fornito dei presidi di protezione individuale), la riabilitazione di alcune utenze dell’Ospedale e dei centri salute periferici, la fornitura di kit alle comunità in quarantena e infine l’agevolazione del ritorno alle loro comunità dei casi sospetti.
Costo: Euro 79.980,00 - Contributo: Euro 69.980,00.
 
 AIFO
Attività di informazione, educazione e distribuzione kit per la disinfezione.
L’intervento – che è in fase di approvazione – si realizza in Liberia ove il virus Ebola è ormai ampiamente diffuso ed è presente in ognuna delle 15 contee in cui è suddiviso il Paese.
Una delle maggiori cause della continua espansione del contagio è ritenuta la mancanza di informazione della popolazione e l’irregolarità delle azioni di controllo del territorio per l’individuazione dei nuovi casi.
L’Associazione AIFO è già operativa in 6 di queste contee con un programma di Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) che può contare su una struttura logistica e organizzativa già collaudata.
 Il progetto propone di utilizzare la struttura e lo staff RBC per contrastare il diffondersi dell’epidemia.
Tecnici e volontari, opportunamente formati su Ebola realizzeranno attività di Informazione/Educazione/Comunicazione alle comunità di 3 distretti della Contea di Bong, segnaleranno i casi sospetti e distribuiranno kit per la disinfezione.
Costo: Euro 51.500,05 - Contributo: Euro 42.914,95.
 
 In tutto il cofinanziamento della Provincia ammonta a circa 200.000 euro
Anche se non ci sono in questo momento cooperanti trentini che rientrano dai paesi interessati dall'epidemia, invitiamo i lettori a leggere il nostro servizio pubblicato recentemente sull’ebola (vedi) e a prendere atto della nota diffusa dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari (vedi).

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