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Incidente mortale sul Monte Brento, dettagli dell'incidente

Quando si è accorto di essere troppo basso, il basejumper ha aperto il paracadute, ma era troppo tardi

Dell’incidente portale ne abbiamo dato notizia con il precedente comunicato (vedi), ora pubblichiamo i dettagli del recupero comunicato dal Soccorso Alpino.
 
Questa mattina, intorno alle 9.15, è scattato un allarme per un basejumper di 39 anni, di Pesaro, che ha perso la vita dopo essersi lanciato dal Becco dell’Aquila, sul Monte Brento. 
Il basejumper, dopo essersi lanciato dal Becco dell’Aquila, a circa 1.200 metri di quota, si è reso conto, in volo, di essere troppo basso rispetto alla traiettoria normale e quando è giunto in prossimità delle vie d’uscita di arrampicata delle «Placche Zebrate», a una quota di circa 400 metri, per evitare uno zoccolo della parete, ha aperto il paracadute, senza riuscire, purtroppo, a evitare l’impatto contro le rocce.
Alcuni testimoni hanno assistito alla tragedia, telefonando subito alla Centrale operativa del 118.
L’Area operativa Trentino meridionale del Soccorso alpino-Servizio provinciale trentino, in collaborazione con la Centrale operativa di Trentino emergenza, ha inviato sul posto i tecnici della Zona operativa Basso Trentino e l’elicottero con a bordo il medico e il Tecnico di elisoccorso del Soccorso alpino.
 
Giunti sul posto, i soccorritori hanno constatato che per il basejumper non c’era, purtroppo, più nulla da fare, iniziando così le impegnative operazioni per il recupero della salma che è stata poi caricata sull’elicottero mediante il verricello e trasportata a valle.
Con l’evento di oggi sono saliti a tre gli incidenti mortali di quest’anno sul Monte Brento in cui sono rimasti coinvolti dei basejumper.
Sempre quest’anno il Soccorso alpino, Servizio provinciale trentino è intervenuto sul Monte Brento, in due occasioni a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, per prestare soccorso a due basejumper rimasti appesi nel vuoto con la vela del paracadute impigliata tra le rocce.
In particolare uno di questi interventi si è svolto di notte, alla luce delle lampade frontali, con un’impegnativa e delicata manovra in parete.

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